38.Promesso?

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Esco dalla stanza che divido con Athena sbattendo la porta

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Esco dalla stanza che divido con Athena sbattendo la porta. Sono infuriato. Mi sento tradito e la rabbia sembra non scomparire. Preso l'ascensore, mi dirigo verso la reception per prendere un'altra camera. Appena mi hanno consegnato la chiave, ho preso possesso della camera. Credo di aver girato intorno al letto per almeno trenta volte prima di prendere la decisione di scaricare della tensione in palestra.

Il mio passo è pesante e il mio sguardo deve essere davvero pessimo ma ho la fortuna di non incontrare nessuno specialmente nessuno della squadra.

Passo quelle che sembrano due ore in palestra prima di tornare nella stanza.
Dopo la seconda doccia della giornata, mi butto a letto. Penso a tutti gli eventi della giornata e come sia tossico questo ambiente. A tal proposito penso a come sia meglio che Athena non ci lavori più... lei è troppo buona per questo mondo di serpi.

Solo quando concludo il mio pensiero mi rendo conto che lei non è al mio fianco... e certo che non lo è... la ho lasciata sola nella nostra stanza.

La rabbia mi ha accecato talmente tanto che non mi sono reso conto di averla trattata male... ma come posso essere così idiota? Perché ho fatto una cosa simile?

Esco di corsa dalla stanza e ringraziando di aver una copia della chiave nel portafoglio, appena arrivo davanti alla nostra camera, apro la porta.
Getto un occhio sull'orologio a muro e solo ora mi rendo conto che sono l'una di notte. L'unica luce della stanza è data dalla porta che ho aperto dal corridoio. La richiudo lentamente dietro di me per non svegliare Athena.

Raggiungo il letto sperando di trovarla pacificamente addormentata e quindi di non averla ferita. La realtà è però diversa e lei è raggomitolata in sé stessa. Non riesco a capire se è sveglia o meno fino a quando non sento un piccolo singhiozzo. È smorzato e sono certo che avrebbe voluto nascondermelo dandomi l'impressione di stare dormendo.

Giro verso il suo lato del letto ma il suo sguardo è nascosto nel cuscino. Sembrerebbe addormentata ma il leggero tremolio della sua mano fuori dal lenzuolo la tradisce.

DECLA: Mi dispiace...

Lei non risponde ma le scappa un altro leggero singhiozzo

Sento il cuore che mi viene strappato via dal petto.

DECLAN: Posso stendermi vicino a te?

Non dice una parola

DECLAN: Athena...

Annuisce leggermente e io non penso due volte a mettermi vicino a lei sotto le lenzuola.

DECLAN: Posso farti una carezza?

ancora non dice una parola e inizio a sentire un nodo formarsi in gola

DECLAN: O lasciarti i capelli?

L'unica risposta che ottengo è quella di sentire con più frequenza i suoi singhiozzi

DECLAN: Athena... perdonami ti prego

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