6.Strano

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Appena esce dal bagno con solo i miei vestiti indosso ho un sussulto

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Appena esce dal bagno con solo i miei vestiti indosso ho un sussulto. Questa giornata si sta rivelando molto sorprendente.

Quando sono nato, completamente fuori programma, mio padre non aveva nessuna intenzione di occuparsi di me ma mia madre, di cui non so nemmeno il nome, mi ha abbandonato fuori dalla sua porta e siccome la notizia è rimbalzata un po' ovunque nel paese, lui ha preso la palla al balzo e si è preso la responsabilità di fare il padre single. Beh, non che sia stato un gran padre in generale...

All'epoca correva per un team britannico con la sede vicino Silverstone e quindi ha avuto l'idea di comprare casa nella zona. Credo che sia stata una delle scelte migliori che abbia fatto perché mi ha portato a vivere dei bellissimi momenti. Proprio a fianco della nostra villa c'era quella di Athena e dalla mia finestra vedevo questa ragazzina dai capelli neri che rideva e giocava con il padre mentre si prendevano cura del loro bel giardino. Ho passato mesi a guardarla dalla finestra prima di trovare il coraggio di scendere e avvicinarmi.

Il padre era entrato per preparare la cena e lei era rimasta fuori per annaffiare i fiori. Per far prima aveva messo giù il suo annaffiatoio che era una copia più piccola di quello del padre e aveva preso quello di quest'ultimo. Era circa grande quanto lei e pieno d'acqua era visibilmente troppo pesante per essere sollevato. Mi sono fatto coraggio e dall'altra parte della recinzione le chiesi se avesse bisogno di una mano. Finalmente riuscii a vederla da vicino e praticamente rimasi ammaliato. Avevo solo quattro anni e già sapevo che lei era la donna per me.

Da quel giorno è nata la nostra amicizia e ogni volta che mio padre non era a casa passavo la maggior parte del mio tempo con lei. A poco a poco ho iniziato anche a frequentare casa sua e ho scoperto cosa fosse davvero un padre. Con il passare degli anni ho poi iniziato a passare più tempo a casa sua che mia.

Esco dal mio viaggio nel viale dei ricordi che negli ultimi giorni mi rendo conto di aver percorso troppe volte e guardo la donna davanti a me.
È diventata una donna e gli otto anni passati dall'ultima volta che ho posato i miei occhi su di lei le hanno dato giustizia. È raro essere davanti a una bellezza simile e ora è seduta di fronte a me con i miei vestiti indosso.

I suoi occhi penetranti e neri come i miei mi guardano incuriositi. Il nostro momento è interrotto da quello che credo sia il servizio in camera con la nostra cena. Il cameriere sistema tutto e appena esce prendo la mano di Athena e ci accomodiamo in salotto dove è stato sistemato il tavolo per la cena.

Mangiamo in silenzio scambiandoci solo qualche occhiata ogni tanto.

Non so perché le ho chiesto di cenare con me e ancora meno so cosa stiamo facendo ma per un momento mi sento bene. Lei è sempre stato il mio porto sicuro e in questo momento in cui le cose non mi stanno andando come dovrebbero mi sta facendo bene.

DEC: Non vivi più lì vero?

ATHENA: Vivo... vivevo a Londra. Dopo... beh sai non sono più riuscita a stare dove avevo solo ricordi

DEC: Immagino... perché ti sei corretta su Londra?

ATHENA: Vivevo con il mio fidanzato ma ci siamo lasciati e prima di trovare un nuovo appartamento avevo bisogno di appoggiare alcune cose.

DEC: Ti ho beccato per puro caso allora

Le parole mi escono a denti stretti... chi è questo suo ex? Perché si sono lasciati e soprattutto non sono affari miei ma voglio saperlo.

ATHENA: Ero appena tornata. Tu invece cosa ci facevi lì e nel mio balcone poi? Pensavo aveste venduto la vostra casa

DEC: la verità è che mi avevano consigliato di respirare un po' di aria familiare e non sapevo nemmeno cosa chiamare casa... Poi Nico doveva venire in zona e mi sono detto perché no? Un bicchiere di troppo e sono finito da te...

ATHENA: è lì che ti sentivi a casa?

DEC: Non lo so più... non dopo quello che è successo

ATHENA: Cosa stiamo facendo Declan?

DEC: Non lo so Athena... vorrei saperlo

Perché dopo che mi sono promesso di andare avanti e dimenticarla sono qui con lei?

ATHENA: Forse è meglio che vada...

Si alza e torna in camera per ricambiarsi. Non so cosa dirle e non dovrei nemmeno volerla vedere non dopo quanto ho sofferto a causa sua ma la sua presenza è come un calmante. Non ci siamo praticamente detti nulla ma solo averla vicino a me mi ha fatto sentire bene come non accadeva da tanto.

DEC: Lascia che ti accompagni. Dove alloggi?

ATHENA: Prendo un taxi

DEC: è buio pesto e non conosci le strade... sicura di non voler che ti accompagni?

ATHENA: Parlo abbastanza bene lo spagnolo e ho orientamento

Tengo a lei e non voglio che le accada nulla quindi non ci penso due volte

DEC: Rimani qui a dormire... domani ti accompagno

ATHENA: Declan non è necessario

DEC: Allora ti accompagno... a te la scelta

Ci pensa un po' muovendo il peso prima su una gamba e poi sull'altra

ATHENA: Ok... rimango. Posso dormire sul divano

DEC: Neanche per sogno, dormi nel letto

ATHENA: Sei tu lo sportivo qui che ha bisogno di riposo

DEC: Possiamo dividerci il letto. Siamo adulti e poi non sarebbe la prima volta che ne dividiamo uno

Le lascio il bagno per prima e appena finisce le sue cose io faccio lo stesso. Quando esco lei è seduta sul lato che dà alle finestre. So che lei preferisce quel lato per via che le piace svegliarsi con il sole in faccia ma il problema è che anche io ho quella preferenza. Quando eravamo fidanzati lasciavo a lei la finestra e poi stringendola a me dormivamo praticamente su un lato solo. Adesso di certo non posso dormire con lei tra le mie braccia anche se forse dormirei finalmente bene.

ATHENA: Ti lascio questo lato

DEC: Non preoccuparti

ATHENA: No no tu devi riposare bene... io tanto non so se riuscirò a dormire

L'ultima parte era più un sussurro ma sento molto bene e non mi è sfuggito. Soffre anche lei di insonnia? Cosa l'ha causata?

Lei si alza e dopo aver fatto il giro del letto si stende dal lato opposto a quello vicino alle finestre. Faccio lo stesso e mi stendo in modo da guardare il soffitto. Appena giro lo sguardo verso di lei vedo che mi dà le spalle e si è raggomitolata su sé stessa. Sembra così piccola rispetto a me e la tentazione di tagliare la distanza tra noi e stringerla tra le mie braccia è troppo forte. Per non rischiare di complicare la situazione, più di quanto non lo sia, mi giro verso le finestre e cerco di dormire.

Mentre non riesco a trovare una posizione comoda mi giro verso il centro del letto e proprio mentre ho fatto il movimento Athena ha fatto lo stesso e mi sono ritrovato con lei addosso.
Appena il suo corpo ha sfiorato il mio non ho potuto resistere alla tentazione e la ho stretta al mio petto. Sapendo che ormai non riuscirò a lasciarla andare la sollevo leggermente e la poso girata verso la finestra e mi posiziono dietro di lei, proprio come quando stavamo insieme. Dopo averle posato un bacio tra i morbidissimi capelli scivolo nel sonno che per la prima volta in molto tempo arriva senza che io debba prendere dei calmanti.

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