26.Buongiorno

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Apro lentamente gli occhi e subito mi rendo conto che questa non è la mia camera d'albergo

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Apro lentamente gli occhi e subito mi rendo conto che questa non è la mia camera d'albergo.
Non appena me ne sono reso conto i ricordi di ieri iniziano a fluire nella mia mente e non posso che sorridere.

Sopra di me sento Athena stiracchiarsi e non appena apre anche lei gli occhi mi fiondo a catturarle le labbra

ATHENA: Non mi svegliavo così bene da tanto

Le sue parole sono accompagnate da uno sbadiglio che subito viene seguito dal mio.

Mi alzo per andare in bagno e lei visibilmente ancora assonnata si riaccuccia sotto il lenzuolo.

Quando torno i suoi occhi sono spalancati a guardare il soffitto. Sul suo volto, il bellissimo sorriso che c'era prima ora è un lontano ricordo tanto che per un attimo ho pensato di essermelo immaginato.

Mi siedo sul bordo del letto e appoggio la testa sul suo petto con lo sguardo rivolto verso di lei

DECLAN: Ehi che ti prende?

Non mi risponde e rialzatomi inizio a darle dei leggeri baci ma lei sembra ancora essere nella sua testa

DECLAN: Raggio di sole?

Finalmente sbatte le palpebre ma non appena i nostri sguardi si incrociano vedo un'ombra di tristezza.

La cosa non mi piace per nulla...

ATHENA: Io... Declan... non sono come lei

DECLAN: Lei chi?

ATHENA: La ragazza di ieri...

DECLAN: Aspetta... Athena ma credi davvero che tra me e lei ci sia stato qualcosa? Non so nemmeno il suo nome... Era un evento per uno degli sponsor. So che non sei come lei e anche per fortuna perché io ti amo così come sei. Athena... sei perfetta

ATHENA: No che non lo sono...

Si copre il volto ma io le prendo i polsi e le tolgo le mani dal viso prima di baciarla seguendo la linea della sua mascella.

DECLAN: Sei perfetta per me... sei ciò che ho sempre desiderato

ATHENA: Ma...

DECLAN: No Athena... perché ti sminuisci così tanto? Eri sicura di te...

ATHENA: sono sempre stata inadatta ma me ne sono resa conto solo dopo che sono rimasta sola

La prendo in braccio e dopo averla posata sulle mie gambe, inizio a lisciarle i capelli

DECLAN: Ma non è così e anche se lo fossi a me non importa.

Lei è accucciata tra le mie braccia e il solo saperla al mio fianco riempie il vuoto che sentivo da tempo.

DECLAN: Tre anni fa sono tornato a Londra dopo aver vinto il mondiale. Quando si sono aperte le porte dell'ascensore mi sono sentito vuoto. Avevo il mio trofeo ma nessuno con cui festeggiarlo. Ho capito quanto fossi solo in realtà. Avevo tutto ciò che volevo ma mancava qualcosa. Ho sentito un vuoto dentro che è diventato sempre di più incolmabile. Poi una giornata piovosa mi ha ridato la luce. Sapevo che mi mancassi ma non avevo capito quanto.
Ero disposto a sopprimere i miei sentimenti pur di rimanere al tuo fianco.

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