Luna rossa

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Veritas, diversi anni prima.

La luna blu è sorta in cielo da un pezzo. Un bimbo di circa sette anni sta piangendo: ha sentito cosa suo padre sia intenzionato a fare, ma lui non è affatto d'accordo. " Lasciatemi! Lasciatemi stare! ". Continua a protestare, mentre alcuni fedelissimi di colui che gli sta di fronte lo tengono fermo. " Io vi ammazzo! Giuro che vi ucciderò! ". Continua a gridare il bambino, i cui occhi si tingono per un momento del riflesso blu della luna che, incontrastata, domina i cieli del regno. " Vi ucciderò se oserete fare una cosa simile... giuro che lo farò... ". Ripete mentre continua a piangere, mentre un uomo lo guarda gelidamente.

" Smettila subito! ". Ordina, mentre di riflesso il piccolo lo guarda con ira, un'ira che sostituisce per un attimo la paura di ciò che potrebbe accadergli in quella notte di luna blu.

" Non voglio! ". Grida, mentre alcuni fedelissimi del re lo tengono fermo di fronte alla bara di qualcuno di ancora misterioso. " Non lo voglio fare! ". Continua a gridare il bambino dalla chioma corvina, ma l'uomo lo afferra malamente per i capelli per poi prendere parola di lì a poco con un tono decisamente alterato: la resistenza del bambino lo sta mandando fuori dai gangheri e non poco, ma ci penserà lui a farlo calmare pensa, ci penserà lui con le buone o con le cattive a fargli accettare l'inevitabile sorte che lo attende.

" Credi davvero che, arrivati a questo punto mi interessi ciò che vuoi tu? Ho aspettato così tanto tempo per poter porre fine a questa storia, non saranno certo i capricci di un bimbo infantile a fermarmi o farmi desistere: non ho paura di far del male al sangue del mio sangue, se servisse a realizzare il mio grande obiettivo ". Continua, mentre un riflesso blu passa nei suoi occhi. Mosso a pietà ed allo stesso tempo sconvolto da quelle parole, uno degli uomini che tiene fermo il bambino osserva il suo signore per poi prendere parola di lì a poco.

" Lord Kaname, se permettere...". Ma al solo sentirlo parlare e con il solo sguardo, l'altro lo fa volare contro la parete che si disintegra parzialmente, sotto lo sguardo spaventato di tutti gli altri che, seppur tremando ed alcuni riluttanti tengono fermo il bambino.

" No, non permetto ". Sibila solamente il Re di Veritas, mostrando le zanne affilate all'altro uomo, che spaventato non può fare a meno di tornare alla propria postazione. " Ed ora lurido servo che non sei altro, torna alla tua postazione se non vuoi che ti dilani con queste stesse zanne! Muoviti! ". Gli ordina, mentre l'altro corre terrorizzato alla sua postazione.

" Perdonatemi, Principe... ". Sussurra, mentre un giovanissimo Vanitas lo guarda chiedendogli aiuto.

" Aiutami, ti prego... ". Sibila, mentre inizia istintivamente a tremare come una foglia malgrado nella sala ci sia quasi un calore anomalo. " Non voglio... non voglio diventare il tramite di quell'uomo! ". Fa, agitandosi nuovamente mentre suo padre stringe maggiormente la presa sui suoi bellissimi capelli corvini, guardandolo intensamente ed avvicinando il viso al suo.

" Ascoltami bene, ragazzino: questo è l'unico modo! L'unico modo che ho per portare a termine il mio obiettivo, per ciò che ti piaccia o no, sarai tu il tramite per l'anima di Vanitas Lunettes! È imperativo per il mio scopo finale, che quell'uomo torni tra noi, ma non posso rimettere l'anima nel suo corpo: occorre un discendente diretto, e chi meglio del nipote che ha ereditato il suo nome e la sua maledizione? ". Fa enigmatico, mentre Vanitas non capisce il senso di quelle parole, sa solamente che ha un'improvvisa paura mista a collera: suo padre è un mostro disposto a sacrificare suo figlio, il sangue del suo sangue, per arrivare a chissà quale misterioso obiettivo. Un obiettivo che implica la rinascita di suo nonno Vanitas tramite lui. Il più piccolo porta lo sguardo verso la luna blu, non riuscendo a smettere di piangere: vorrebbe combattere, vorrebbe reagire. Ma come può fare? È suo padre a detenere il potere del Re e quello della luna blu, lui non può nulla. In oltre i suoi polsi sono legati dietro la schiena, non ha modo di liberarsi e di tentare una difesa: è completamente alla mercè di Kaname, e questo lo manda decisamente su tutte le furie. Una lacrima furtiva scende dai suoi bellissimi occhi, così uguali a quelli di quell'uomo e, soprattutto, a quelli dell'uomo nel ritratto appeso alla parete. Quello sguardo di cui anche suo padre si accorge: è lo stesso del suocero, per lui guardare suo figlio è come rivedere redivivo Vanitas Lunettes. Ma nonostante questo... no. No, pensa: non deve pensare ad altro che a quello che deve fare, non deve fare altro che pensare alla sua missione ed annullare qualsiasi altro sentimento possa provare. Invece suo figlio non riesce a calmarsi: è terrorizzato anche se non vorrebbe darlo a vedere. Perché suo padre lo ha portato nella stanza dove c'è la bara di suo nonno ed il suo ritratto? E dov'è sua madre? Perché non è lì con lui e non ferma Kaname, prima che gli faccia qualsiasi cosa?

La diciottesima lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora