Zydrate

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Veritas, circa un anno e mezzo o poco più dopo la strage dei Perry.

Garry non saprebbe dirlo: da quanto è prigioniero? Da quanto tempo quel bastardo del principe lo tiene come schiavo a palazzo Lunettes? Giorni, mesi? Non lo sa: sa solo che quel giorno è particolarmente dura anche solo aprire gli occhi: non sono le torture fisiche a preoccuparlo, in fin dei conti lui è un guerriero ed è abituato anche a questo. Sono le ferite psicologiche e quella dell'orgoglio a farlo stare male: come ha potuto credere che colui a cui ha rubato la compagna, se così si può dire, se ne sarebbe stato buono e fermo ed avrebbe passivamente accettato la situazione? Doveva aspettarsi una rivalsa, una resa dei conti tra loro. Certo pensa, pensava si sarebbe svolto tutti con lealtà: credeva che, nonostante quello che Vanitas ha fatto i vampiri conservassero ancora un po' d'onore. Ma pensa, così non è stato: è stato rapito, torturato, minacciato, ha subito delle umiliazioni alle quali non ha potuto reagire eppure, pensa, quel bastardo infame non sembra ancora averne abbastanza. Il giovane dalla chioma argento tossisce un po' di sangue, tenendosi il fianco sul quale è stato – letteralmente – marchiato con un tizzone ardente, rappresentante lo stemma della famiglia Hikari. " Come fossi una sua proprietà... maledetta canaglia. Te la farò pagare cara ". Sibila infuriato il giovane Hunter, rendendosi conto di non trovarsi più in una prigione: è una stanza a lui sconosciuta, che non riesce a riconoscere. Poi riflette: come se conoscesse a fondo il palazzo reale, pensa. Tutto per lui è sconosciuto, dalle scuderie in stalla fino alla torre.

" Oh! Ti sei svegliato, bell'addormentato? ". Chiede sprezzante una voce, una voce che purtroppo ha imparato a conoscere bene. " Sai, ancora un po' ed avrei dovuto svegliarti con una secchiata d'acqua gelata. Non che la cosa mi dispiacesse, non pensare ". Continua sprezzante colui che da giorni, da mesi, lo tiene prigioniero. A quelle parole e capendo di essere ora senza catene, il giovane Hunter fa per partire all'attacco e dare una bella lezione a quel vampiro, vanamente: un forte strattone al collo gli fa capire che effettivamente, non è libero di muoversi come desidererebbe. Una catena lo tiene legato al letto, nemmeno fosse un cane pensa in ira il giovane. Poi ricorda ciò che quell'uomo gli ha detto quando lo catturò, ricorda la sua minaccia: tenerlo come schiavo, farlo camminare per palazzo incatenato ad un collare come fosse stato il suo cagnolino.

" Tu! Maledetto bastardo! Vieni qui e combatti da uomo! ". Grida furioso l'argento mentre, per dispetto e sentendo quelle parole cariche d'odio il corvino da un forte strattone alla catena, facendolo così cadere forse a causa della sorpresa.

" A cuccia, cagnolino ". Sibila solamente Dominique, mentre il suo sguardo di ghiaccio incontra l'oceano in tempesta dell'altro. " Se non morderai, forse potrò concederti un premio: non ti riporterò nella tua squallida prigione e ti permetterò di dormire qui... ". Sembra che la frase sia conclusa, ma in realtà non è così. " ... beh certo, sul pavimento! ". Conclude poi, continuando a deridere in modo sprezzante l'altro che, di riflesso punta il suo sguardo carico d'odio verso di lui.

" Aspetta che mi liberi di queste catene, poi vedrai chi starà in ginocchio tra me e te. Te lo giuro, me la pagherai ". Commenta solamente, riuscendo ad attirare l'attenzione di Dominique che, a quelle parole smette di ridere e ritorna serio.

" Tu credi davvero di mettermi in ginocchio? ". Chiede nervoso, mentre l'altro non perde il proprio sguardo di sfida. " Alzati! ". Ordina furioso il corvino e, a quella parola da un violento strattone a quella catena e costringe così il rivale ad alzarsi. " Tu... ". Sibila poi, arrivando ad un millimetro di distanza da lui che, di riflesso fa la sola cosa che gli è possibile: indietreggiare. " ... tu vuoi mettere in ginocchio me? ". Chiede poi, quasi sibilando e mentre il loro sguardo si incontra ancora una volta. Garry affronta quelle iridi cariche d'odio con fierezza e senza mostrare scoramento o paura. " Voglio proprio vedere come farai, miserabile umano che non sei altro ". Sibila solamente il secondo Principe di Veritas, non avendo paura di avvicinarsi al nemico: sa bene che in quelle condizioni è innocuo, non gli può fare nulla.

La diciottesima lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora