Un'alleanza inattesa

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Veritas, circa ventitré anni prima. Palazzo reale della famiglia Hikari.

Quella notte la Luna Blu regna sovrana nel cielo, quasi più luminosa rispetto alle precedenti. La donna è riuscita faticosamente a giungere fino alle porte di palazzo, seppur molto indebolita a causa dell'immenso potere degli Hikari, che permea tutta l'area ed il palazzo stesso. Una guardia le si avvicina e, immediatamente, le punta una spada. " Identificati, donna! ". Grida infuriato, mentre la donna incappucciata alza le mani in segno di resa. Questo fa desistere le altre guardie dall'accerchiarla: non parrebbe avere infatti avere intenzioni ostili, altrimenti avrebbe già attaccato e comunque, in ogni caso, loro lo avrebbero percepito. " Avanti, parla! ". Ordina infuriato colui che deve senza ombra di dubbio essere il capitano dell'esercito reale.

" Devo parlare con il Re: non ho intenzioni ostili, voglio solamente parlargli, sono disarmata: potete perquisirmi se non ci credete ". Fa risoluta. Una guardia sta per avvicinarsi per poterla effettivamente perquisire, non sia mai pensa, che nasconda qualche arma nei vestiti. Ma il capitano delle guardie da prima ha un sussulto, come se avesse avvertito qualcosa. In seguito porta una mano a trattenere il polso dell'altro, scuotendo il capo.

" Ma signore...". Fa semplicemente quello, ma l'altro soldato lo guarda seriamente.

" Non c'è bisogno di perquisirla: questa donna non porta con sé armi, in oltre non lo avverti anche tu? ". Chiede e, a quella frase il sottoposto da prima rimane sorpreso. " Concentrati ". Lo esorta il superiore e, non appena l'altro obbedisce percepisce immediatamente qualcosa, forse la stessa cosa percepita in precedenza dal capitano e che, senza esitazione, lo fa spostare per permettere alla fanciulla di passare.

" Passate pure... ". Fa solamente, chinando il capo mentre la donna annuisce, per poi superare tutte le guardie ed entrando così a palazzo Hikari.

I grandi corridoi sono illuminati dalla sola e pallida luce della luna blu, sovrana indiscussa della notte di Veritas. La donna continua a camminare solitaria in essi, indebolita seppur un po' meno rispetto a prima e, a dire il vero, la cosa è alquanto curiosa seppur al momento non vi dia troppa considerazione. Giungendo finalmente alla meta che si era prefissata, la donna non può fare a meno di rimanere colpita. " Oh... la porta della sala del trono è aperta? Ma è davvero così sciocco, o è talmente sicuro di sé da non voler nemmeno prendere delle semplici precauzioni, per evitare sgradevoli sorprese? ". Chiede più a sé stessa, dato che almeno in apparenza non c'è nessuno a parte ella stessa in quella sala in cui, di lì a poco decide di mettere piede. La luna blu illumina in modo quasi sinistro un ritratto, sul quale la fanciulla porta inevitabilmente il suo sguardo di ghiaccio. " Vanitas Lunettes... ". Sussurra solamente, accorgendosi solamente in quel momento che due occhi di un blu cangiante la stanno scrutando da un bel pezzo: il proprietario di tali occhi è sempre stato lì, seduto sul trono a sorseggiare qualcosa di rosso da un bicchiere ma che, sicuramente, non è vino: ha un altro tipo d'odore.

" Luna Blu...Luna degli Hikari ". Sussurra solamente, mentre la donna si volge di scatto verso di lui e, istintivamente distoglie lo sguardo dal dipinto.

" Maestà ". Fa semplicemente, capendo che colui che ha parlato altri non è che il Re di Veritas. Lui da prima non si smuove dalla sua posizione, ma lei lo sente, la sta scrutando da capo a piedi.

" Salve, Juliette ". La chiama, per poi alzarsi e posando il bicchiere ancora mezzo pieno su un tavolino lì vicino e, con nonchalance, facendo alcuni passi senza tuttavia avvicinarsi troppo alla cacciatrice. Capendo di essere stata riconosciuta, Juliette Knight toglie finalmente il cappuccio rivelando così la sua chioma argentea, parzialmente coperta dal pesante mantello che indossa.

La diciottesima lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora