𝐗𝐗𝐈𝐈

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Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "8 miliardi di persone" di Frah Quintale

E se ti stringo forte i polsi è per tenerti qui
per vedere se sei ancora viva quando sei fredda.

«Una settimana! Una fottuta settimana!» le urla di Esme sembrano rompere le mura della scuola di Hogwarts «E io lo avevo detto che non era una semplice bravata! Ve l'ho detto dal primo giorno.»
Minerva è seduta nel suo ufficio con un volto mortificato, i genitori dei ragazzi scomparsi sono tutti lì e la Smith è la più infuriata.
«Nessun incantesimo di rintracciamento li ha trovati, vi rendete conto? Sono andata in giro per Londra, per Edimburgo, sono tornata a Charleston, e non c'è ombra di nessuno di loro!»
Le corde vocali potrebbero strapparsi da un momento all'altro e gli occhi sembrano iniettati di sangue: «Dobbiamo ritrovare i nostri figli adesso, avete capito?»
Draco non intende fermarla, ormai sono sette giorni che non dorme al pensiero della scomparsa del figlio.
Lui non fa altro che aiutarla nelle ricerche, fare mille incantesimi con la moglie, e cerca di tenersi calmo solo per lei, ma è altrettanto nervoso e preoccupato.
Le occhiaie scure sono ben visibili sotto i suoi occhi grigi e delle rughe di stanchezza marcano la sua fronte.
Devono ritrovare quei ragazzi, sono già passati tutti quei giorni senza di loro e sono troppi.
Anche gli altri genitori sono sconvolti, nervosi, ad Allyson viene da piangere al pensiero che le è sfuggita di mano la figlia, mentre Ron ed Hermione non fanno che litigare e darsi la colpa a vicenda in tutti quei giorni.
Harry e Ginny, invece, cercano di rintracciare con tutte le loro forze Albus proprio come i due Serpeverde.
Eppure qualsiasi discussione o ricerca sembra vana.

«Esme... ti prego...» entra sua zia Ginevra nello studio della preside, avendo sentito fin troppe urla fuori al corridoio.
«Non devi fiatare, hai capito? È sparito mio figlio e devo trovarlo» la fulmina con lo sguardo, sembra che possa pietrificarla.
Quella pacatezza che la donna aveva sviluppato in questi anni e i suoi problemi di salute sembrano volatilizzarsi ora che Scorpius non c'è più.
Non bada ai suoi dolori, non bada al fatto che si trova in luogo pubblico, è acciecata dalla paura di non ritrovare il figlio.
«Loro sono dei ragazzini, può essere successo di tutto. Possono essere in pericolo perché altrimenti non mi spiego dove cazzo sono finiti e perché non tornano!» urla, ancora.
Draco si avvicina alla sua figura e posa le mani sulle sue spalle, ma lei lo scansa via.
Sembra non voler ascoltare niente e nessuno.
«Vedete di fare qualcosa di utile perché quei ragazzi devono essere trovati.»
Nessuno si permette di risponderle, sarebbe solo come buttarsi tra le fiamme.
La bruna prende un profondo respiro, socchiude gli occhi per qualche attimo e riflette su cosa fare.
Tutti loro si prendono quei secondi di silenzio per pensare.
«Userò tutti i miei mezzi per trovare mio figlio.»
Malfoy la guarda intensamente, corruga la fronte, e ha compreso dove vuole arrivare.
Sa che ha le sue ragioni e non vuole fermarla soprattutto perché vuole trovare a tutti i costi il figlio. L'unica cosa che potrà fare è aiutarla, stare al suo fianco come sempre, perché non può permettere che le succeda qualcosa.
La conversazione si conclude, ogni genitore riprenderà le proprie ricerche e adesso è momento per loro di tornare a casa.

Esme e Draco non si parlano durante il breve tragitto e una volta giunti al Manor, ancora in silenzio, si recano assieme in cucina.
Ancora muti, lei si siede a tavola e lui inizia a prepararle una tisana calda. Ma quel silenzio è più assordante di qualsiasi folla rumorosa, sembra far male alle orecchie, e racchiude il malessere che entrambi stanno provando in questo difficile momento.
Il biondo posa la tazza fumante davanti a lei e si siede al suo fianco: «Ho capito quello che vuoi fare».
«Non mi fermerai» parla truce.
«Non ho intenzione di farlo.»
Lei corruga la fronte, le sembra strano, e gli fa cenno con il capo di continuare a parlare, vuole sapere perché di quella decisione.
«Scorpius è mio figlio e se non lo troviamo io penso che potrei morirne» sospira «E tu sei l'unica che potrebbe fare qualcosa di davvero utile.»
Draco afferra una sua mano e la stringe, prende un profondo respiro e la guarda intensamente negli occhi: «Ma dobbiamo farlo insieme, io non ti lascerò farlo da sola, Esme.»
Annuisce alle sue parole e sente il labbro inferiore tremare, lei ha paura di non farcela e viene immediatamente compresa dal marito: «Sei capace di qualsiasi cosa, lo sai bene».
«Non sono la stessa persona di un tempo...» sussurra e stringe ancora più forte le sue dita «E non so nemmeno da dove iniziare.»
«Lo sentirai, tu riesci sempre in tutto e io mi fido di te» cerca di rassicurarla, ma comprende quanto per lei sia difficile «Dovrai riparlare con loro, vero?»
Esme non ha scelta, deve nuovamente trovarsi faccia a faccia con le sue Antenate, nonostante non fosse consigliato di farlo, nonostante avesse solo portato malessere al suo corpo.
«Se fossi troppo debole ormai?»
«Io sono con te... tu puoi farcela.»
Eppure anche Draco è preoccupato, soprattutto per la sua attuale condizione di salute. La sua amata potrebbe risentirne fin troppo e spera solo che tutto vada a buon fine.
«Draco sai bene quello che mi hanno detto... sai bene perché ho scelto di chiudere ogni cosa.»
«Esme, lo so bene, ma sono passati anni, e tu sei più forte di loro.»
A lei viene da ridacchiare teneramente: «Amore mio sono le mie Antenate... io sono solo un loro mezzo, non valgo altro.

PARALLEL || They deserve betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora