𝐗𝐈𝐈𝐈

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Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo

Non appena Scorpius è andato via dalla Sala Comune, i suoi amici lo hanno seguito con lo sguardo capendo subito le sue emozioni.
Sono mortificati, si è sicuramente sentito estremamente in imbarazzo e non sanno cosa dire o fare, se seguirlo o meno.
Anche Rose è dispiaciuta, nonostante il loro litigio. Manda un'occhiata ai cugini, fa comprendere che non voleva che si sentisse così il cugino.
Per quanto non sono completamente consci dell'animo tormentato di Scorpius, non è facile immaginare quanto sia stata dura per lui ricevere quel messaggio.

Emily spinge leggermente Nicholas, per farsi spazio, e corre verso Scorpius.
Vuole andare lei e forse è la persona più adatta.
Lui si è già dileguato, eppure sa dove trovarlo, lo conosce abbastanza bene da sapere dove si rifugia quando qualcosa non gli scende giù.
Cammina lungo il Ponte Coperto ed è proprio lì che lo trova, come immaginava.
Il biondo adora andare in quel posto, è lontano da occhi indiscreti di chiunque e gli piace ammirare il panorama davanti a sé.
La sera, invece, può ammirare un sacco di stelle e godersi la quiete del posto.
«Sapevo di trovarti qui...» mormora la ragazza, avvicinandosi piano alla figura dell'amico.
Ha un'espressione dispiaciuta perché nota quando Scorpius sia ancora scosso, con il volto basso e gli occhi chiari svuotati di qualsiasi emozione.
Nemmeno le risponde, accenna un semplice gesto con il capo.
«Lo sai, a quegli imbecilli passerà e non se ne ricorderà più nessuno.»
«Non è questo il problema, Emily» parla duramente, con nervosismo e stringendo un pugno «Non mi interessa di cosa pensano loro, ma non puoi negare che hanno ragione.»
Queste parole la sorprendono, proprio come il silenzio di poco prima questo suo atteggiamento è incomprensibile.

Emily si avvicina maggiormente, si mette nella sua medesima posizione: avambracci sulla ringhiera e sguardo in avanti.
«Hanno ragione a fare gli idioti?»
«Hanno ragione a dirmi che mia madre è un disastro, lo dicono da anni e io ho cercato di difenderla sempre.»
Scuote il capo e lo volta verso il suo, incredula: «Lei è tua madre, ti ama e ti rispetta. Quello di oggi è solo uno spiacevole evento».
«Uno spiacevole evento?» smorza una risata sarcastica «Tu non la conosci come me, smettila di difenderla... anzi, smettetela tutti voi di difenderla. Quel deficiente ha ragione, per quanto lo dica solo per provocarmi.»
«Tua madre è una grande donna.»
«Esme è una grande donna... non una grande madre» è stato difficile sputare queste parole «Lei cerca di fare del suo meglio, ma si vede che non sono suo figlio. Mi tratta come un bambino stupido.»
«Ma che diavolo stai dicendo? È proprio tua madre perché ti tratta così.»
«Emily, se sei venuta qui per difenderla puoi andare via.»
«Sono venuta per te, in qualsiasi senso. Sono venuta per dirti che mi dispiace, che non devi preoccuparti, ma se dici stronzate sono qui per dirti dove sbagli» scuote la testa e sospira «Sono tua amica, e un amico dice ogni cosa che pensa per il bene dell'altro.»
Scorpius rimane in silenzio, non gli va di discutere con lei.
Così rimangono in silenzio per qualche minuto, ad osservare il verde che si tinge assieme al grigio del cielo, con le punte degli alberi spogli che sfiora in lontananza le grandi nuvole.

La bruna si volta e prende un grosso respiro mentre l'osserva: «Non sta andando bene con i tuoi, vero?»
«Il problema è che con loro va sempre troppo bene...» non sa come spiegare questa situazione, come esprimere il suo problema perché infondo nemmeno lui sa come spiegarlo a se stesso «Cercano di fare del loro meglio, ma secondo me è un grande sforzo per loro. Fanno cose che per me non sono naturali, come questa, e forse perché vogliono convincersi che sono davvero loro figlio.»
«Tu sei loro figlio, Scorpius.»
«Io non penso che per loro io lo sia...» sospira con amarezza «Mi sembra che facciano tutto questo per una parvenza di famiglia. Certe volte mi sento un estraneo in quella casa, non so perché.»
«Hai mai provato a parlarne con loro?»
Scuote la testa: «Non posso, io comunque li amo tantissimo e li mancherei di rispetto. Immagina dire alle persone che ti hanno accolto che non ti senti a tuo agio, che non sopporti quello che fanno per te».
Emily annuisce, comprende questo punto di vista.
Lei non si sente un pesce fuor d'acqua, soprattutto sa che non può comprendere appieno il suo punto di vista; non sente dei doveri nei confronti della sua famiglia, loro l'hanno tanto voluta e se ne prendono le responsabilità.
Scorpius, invece, non è stato voluto, l'hanno accettato e si sono presi carico di quell'impegno pur non volendo nessuno.
«Non penso che ai miei ha fatto davvero piacere avermi così, nel bel mezzo delle loro carriere. E per giunta ho portato un sacco di discordia con i Malfoy.»
«Era gente pessima, lo dice anche tuo padre.»
«Lo so, ma gli ho comunque dato un problema. Ha dovuto privarsi di una certa tranquillità, per quanto finta, solo per me.»
«Secondo te non ti amano?»
«Mi amano... diversamente da un genitore normale, penso. Penso che abbiano imparato ad amarmi.»

PARALLEL || They deserve betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora