𝐗𝐗𝐗𝐈𝐈

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Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Heathens" dei Twenty One Pilots

Esme e Draco hanno convocato i loro amici per parlare di ciò che la donna ha visto.
Sono tutti sconvolti nel sapere che i figli si trovano "lì" ma nessuno è riuscito a trovarli. Sembra impossibile da immaginare e si chiedono quale stregoneria abbiano usato per non farsi beccare.
La magia di Esme è davvero potente, adesso ancor di più, e sanno che ciò che ha visto di sicuro non è una semplice fantasia, e addirittura nemmeno una visione. Quella è certezza, ma i ragazzi non si trovano né ad Hogwarts né alla stazione.
Si domandano se abbiano ricorso a qualche stratagemma, nonostante alcun incantesimo possa resistere ad un'evocazione di quel genere.
Allyson strofina le mani, si mordicchia un pollice, guarda il vuoto cercando di pensare.
Gli altri sono occupati a stilare una lista di cose da fare, luoghi da perlustrare, incantesimi da pronunciare, mentre lei è in silenzio.
Allaccia le braccia al petto, sospira, nervosamente inizia a giovare con le dita e a stringere ripetutamente gli occhi.
Sua figlia è sparita ed è disperata. L'ha tanto voluta e l'ha sempre amata, nonostante qualche volta non lo avesse dimostrato a dovere.
Deve trovarla, non le interessa il suo essere babbana, lei vuole essere tanto utile quanto gli altri.
La sua arguzia e intelligenza devono pur servire a qualcosa.

Esme si passa una mano per i capelli e sbuffa: «Non ha senso quello che ho visto, soprattutto perché nessun incantesimo di rintracciamento è andato a buon fine a scuola».
«Si possono lasciare tracce magiche?» domanda Harry.
Lei annuisce, poi scuote le spalle: «Ma non sono incantesimi che sarebbero capaci di fare. E oltretutto un'entità superiore ti fa vedere oltre una semplice traccia».
«Sono molto bravi, magari ci sono riusciti» tenta Hermione, ma l'amica scuote il capo: «No, è impossibile per loro e anche per voi. Nemmeno Silente ci sarebbe riuscito».
Draco sa bene che solo la moglie è l'unica capace di quel tipo di magie.
Questo rende la ricerca paradossalmente più difficile, proprio perché sarebbero in grado di fare ben poco da soli.
«Dobbiamo continuare le ricerche» è l'unica cosa che Potter riesce a dire, sfregandosi le mani sulle cosce. Si alza dal divano e prende un profondo respiro, si sente perso senza Albus.
«Sono passate troppe settimane» mormora con malinconia Ginny «Non è possibile...»
«È strano anche che nessuno li abbia visti» dice Ron e tutti annuiscono «Se sono nei paraggi perché nessuno sa niente?»
Rimangono in silenzio per qualche attimo, nel frattempo Allyson non ha ancora pronunciato una parola. Il marito volta lo sguardo verso di lei e intuisce che è fin troppo pensierosa, che nella sua mente sta cercando di arrivare a qualsiasi possibile conclusione.
«Noi andiamo a casa adesso, ne abbiamo bisogno» afferma Blaise e le porge una mano. Lei annuisce, l'afferra e dopo aver salutato tutti con un sorriso sforzato si dileguano.
Dopo poco vanno via anche tutti gli altri e Draco ed Esme rimangono da soli.

Lei si avvicina alla grande finestra del salotto, osserva gli alberi spogli e freddi. Le braccia si allacciano al petto e poggia la spalla e il capo contro il muro.
«Tra poco vado ad Hogwarts» dice Draco «Cerco qualcos'altro, magari ci è sfuggito qualcosa.»
«Va bene, io continuerò le mie ricerche.»
Entrambi non si vogliono fermare e vogliono fare il possibile per ritrovare Scorpius. L'uomo le si avvicina maggiormente e le posa un bacio sulla fronte, rigenerante per i loro cuori preoccupati.
Lei lo ferma per un polso e preme la bocca contro la sua desiderando anche un bacio lì sulle labbra morbide, che viene accolto dal marito e le dona una carezza sul viso.
«Lo troveremo» le dice.
Esme annuisce e sorride con un leggero sospiro: quando è lui a parlare si sente meglio.
Draco va via, ritorna alle sue ricerche, e ad Esme non resta che ritornare a fare i suoi incantesimi di rintracciamento.
Si siede sul tappeto del salotto, si concede qualche minuto per accarezza il gatto che si struscia contro le proprie gambe accovacciate e la sua fusa le trasmettono affetto.
«Lo che anche tu vuoi trovare Scorpius. Ti assicuro, mio caro Salem, che lo troveremo subito!»
Il micio sembra capirla e ondeggia una zampetta, magari volendo dimostrare la sua contentezza. Manca anche a lui.
Esme si mette composta, pronta per fare qualche incantesimo.
Chiude gli occhi, d'un tratto le parole in gola di bloccano.
Non fa in tempo a finire di pronunciare le parole magiche che sussulta e viene pervasa da un brivido ghiacciato ed elettrico.
Spalanca gli occhi, sente il cuore battere fortissimo, il respiro si blocca per qualche secondo in gola.
Ansima non appena il corpo si libera da quel malessere e le sembra di aver trascorso i secondi più dolorosi della sua vita, come se fosse stata colpita da un fulmine.
Si alza barcollante e si appoggia con una mano contro la parete, si rende conto che non è debole, non è affaticata, eppure qualcosa è andato storto.
Sta bene, è ancora in piene energie, eppure sembra essere successo qualcosa.
'Forse sono troppo suggestionabile adesso' suppone, prende un bel respiro e decide di salire in camera.
Magari ha bisogno di un po' di pace.
Ripensa nel frattempo a quella sensazione così insolita e sospira mentre si accovaccia sotto le coperte.
Non aveva mai provato una cosa del genere.
Si mette a pancia in su, osserva il soffitto, e piano piano lo stomaco sembra svuotarsi e lasciarle un buco, simile a quello della fame.
'No, qui c'è qualcosa che non va' arriva a questa conclusione e con uno scatto di alza dal letto.
Non può perdere tempo, deve riprendere le sue ricerche, ma soprattutto chiamare Draco e riferire cosa le è successo.

PARALLEL || They deserve betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora