Il lunedì mattina non fu mai tanto piacevole.
La settimana iniziava diversamente e Giudith non era seduta in classe; non sfogliava alcun libro aperto sul banco per ripassare; non aspettava la campanella che annunciasse l'inizio della prima ora.
Perché non c'era lezione e "la prima ora" non esisteva più.Al contrario, era sdraiata su un letto - più piccolo del solito - e nessuna preoccupazione le invadeva i pensieri.
Se non fosse per quell'irritante e continuo suono che proveniva dal basso, non si sarebbe neanche alzata prima di pranzo.≪ RAGAZZI! ≫ - urlò sotterrando la testa sotto il cuscino.
Il rumore continuava e lei era sicura che fosse il chiacchiericcio dei quattro ragazzi che parlavano all'unisono.
E questo vivace dibattito, poi, sembrava quasi formare una melodia che si ripeteva sempre uguale nel tempo.≪ RAGAZZI! ≫.
Giudith provò a riprenderli per una seconda volta, nella speranza che qualcosa cambiasse.
Ma sembrava sforzarsi invano.
Fu allora che decise di catapultasti fuori dal letto, ritrovandosi su due piedi in meno di un millesimo di secondo.
Si avvicinò minacciosa alla porta della stanza di Thomas e...Thomas?.
Si voltò, si guardò intorno.
Non si stava interrogando tanto sul perché fosse nella stanza del chitarrista, quanto sul modo in cui ci fosse arrivata.
L'ultimo ricordo della sera prima la riportava all'immagine fissa - sullo schermo della sala - di un countdown che sembrava non scadere mai; i ragazzi si erano riuniti dopo cena per assistere all'anteprima di un progetto discografico alla quale avrebbero, molto probabilmente, partecipato.
Poi niente, il vuoto.Continuava a guardare qua e là per la stanza nella speranza di riuscire a trovare un qualunque indizio che le potesse dare risposta.
Insoddisfatta, uscì di lì per occuparsi dell'altra questione.
Quel suono insistente, che le aveva dato il peggior buongiorno, si fece più chiaro e assillante una volta aperta la porta.
Dopo aver percorso il corridoio, si fermò in corrispondenza della balconata delle scale.≪ Victoria? ≫ chiamò ad alta voce.
Cominciò a scendere i gradini in legno, passando le dita sul corrimano.
Cercava con lo sguardo la fonte di quell'insopportabile mescersi di suoni che le stava ingarbugliando i pensieri e le provocava i nervi.
Toccata terra, gettò un'occhiata dietro l'angolo.Accanto al pianoforte, nella rientranza del muro, vi era un giradischi; stava poggiato su un mobiletto, e gli faceva da tetto una mensola carica di dischi e di loro custodie, ordinate per colore.
La canzone che riproduceva era, in realtà, finita, ma ogni qual volta la puntina si trovasse alla fine di quella circonferenza nera, come per dispetto, tornava indietro e risuonava le note finali per qualche breve secondo.≪ Ti odio fino in fondo ≫ dichiarò nel momento in cui sollevò il braccio e ad esso sottrasse il disco.
Afferrò la custodia che stava poggiata sul pianoforte e ve lo ripose dentro.Si prese un minuto per realizzare quanta rabbia le avesse procurato quell'aggeggio, ma capì bene che questo non poteva avere colpe, non come chi avesse permesso che quel disco girasse senza fine per tutta la mattina.
Sospirato via quel pensiero, si diresse in cucina e mise la moka sul fuoco.
Dalla finestra - al di sopra del lavabo - si poteva scorgere quel tratto di brecciolino che andava a scomparire dietro le fronde della strada che collegava la villa isolata al resto della capitale.La particolare coincidenza voleva che, appena levò lo sguardo dal sentiero, si sollevò un gran polverone lungo di esso ed una vettura - la stessa di qualche sera prima - sfrecciò dritta e sparì dietro la cornice della finestra e, quindi, fuori dal campo visivo di Giudith.
Rimase a fissare quel paesaggio verde ed estremamente caldo alla sola vista; per questo si voltò in direzione del corridoio solo dopo che l'immagine smise di apparirle sfocata.
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{ Lontana da me }
FanfictionAppena maggiorenne, Giudith perde la famiglia in un tragico incidente stradale e, con questo, anche il senso della vita. Per festeggiare la fine dell'anno scolastico, si reca contro voglia in un locale con i suoi "amici", ma presto le manca l'aria e...