La fine di un pasto in piena giornata deve essere obbligatoriamente seguito da un caffè caldo fatto in casa, preferibilmente con la moka vecchia vent'anni della nonna.
Le coppie si erano sparse in giro per quel terreno di campagna e ognuna di stava dedicando ad un'attività diversa.
Come promesso, Ethan aveva galoppato a cavallo e, ora, voleva far provare la stessa cosa alla sua ragazza. Era gentile con lei, ma il caldo gli stava facendo odiare la lunghezza dei suoi capelli che spostava in continuazione all'indietro.
Damiano e Giorgia chiacchieravano al tavolo tenendosi la mano: lui fumava, lei beveva.
Si guardavano con gli occhi dell'amore e non riuscivano a farne a meno.
Thomas aveva obbligato la ragazza a giocare a pallone con lui; lei non sembrava molto dispiaciuta, dal momento che si stava facendo spiegare dal chitarrista come eseguire certe mosse tattiche per incastrare ipotetici avversari.Appena le fu possibile, Victoria prese per mano Giudith e si allontanò da quel circolo di innamorati persi. Non disse nulla, ma prese a camminare con una certa velocità, insistendo nel non rallentare il passo.
≪ Victoria ≫.
I loro vestiti svolazzavano appena al vento. Le due mani strette insieme si contrapponevano a quelle libere, le quali sembravano voler aiutare a sfuggire da quella situazione spostando più aria possibile.
≪ Victoria ≫.
Camminarono lungo tutto il giardino e il prato dedicato al cavallo. Attraversarono un ponte di legno - che sovrastava un ruscello - immerso in un muro di siepi.
Erano capitate nella favola più romantica di sempre: vi erano rose ovunque, che si arrampicavano sugli alberi e si intrecciavano su di un gazebo di legno.≪ Victoria... ≫ sembrava stupita.
≪ Perché non rispondi? ≫.
≪ Che ti prende? ≫.La bionda so mise sotto il gazebo, appoggiando le braccia su una trave per guardare meglio quello spettacolo.
Scuoteva appena la testa, si passava una mano tra i capelli ripetutamente. Sembrava infastidita.
Giudith le si avvicinò, ma non la chiamò più per nome.
Le accarezzò i capelli e vi lasciò un bacio sopra.
Victoria reagì scoppiando in lacrime.≪ Vicky... cosa... ≫.
La bionda si asciugò subito le lacrime, ma alcune riuscirono a bagnare la trave di legno ed il pavimento.
≪ Dio, non ne posso più ≫ si mise in piedi composta, nascondendosi il volto con le mani.
≪ Ne ho bisogno anche io ≫.≪ V... di cosa parli? ≫.
≪ Di amore, Giudith! Ho bisogno d'amore anche io ≫ si inginocchiò a terra.
Non voleva lasciarsi vedere in viso.
Giudith si sedette di fronte a lei.≪ Più li guardo stare insieme e più odio come io non possa baciare, stringere, amare qualcuno ≫ prese un grande respiro.
≪ Voglio passare le notti senza morire dalla voglia di abbracciare qualcuno al buio, perché posso finalmente farlo, e sapere che il giorno dopo, nonostante tutto, mi sveglierò con lei accanto ≫.≪ È una lei di cui parliamo? ≫.
≪ Certo che è una lei! ≫.
≪ Mi dicono che sono incapace di amare ma io brucio dalla voglia di baciare le sue labbra ogni volta che mi fissa con quei suoi occhi grandi ≫.≪ Voglio abbracciarla per ore e sentire il suo cuore battere a tempo col mio, ma non posso ≫.
≪ Voglio portarla in tournée con me e vederla saltare e cantare sotto al palco ai concerti. Voglio sapere che, appena finito di suonare, lei sarà tutta mia: una soddisfazione che segue una soddisfazione. Ma non posso ≫.
≪ Voglio dirle che la amo perché da quando c'è lei nella mia vita mi sento salva da tutti i mali del mondo ≫.
≪ Ma... non posso ≫.≪ E perché non puoi, Vi'? ≫ le chiese l'altra, alzandole il mento con due dita.
≪ PERCHÉ NON SO SE MI AMI! ≫.
Tra i tanti silenzi di cui avevano fatto esperienza tra di loro, questo risultò il più doloroso. Un tuono in lontananza fu l'unica cosa udibile; poi, la pioggia.
Victoria aveva le labbra serrate che sembravano essersi incollate l'una con l'altra.
Giudith teneva le sue socchiuse, perché stupita da quel coraggio con il quale la bionda urlò quelle parole. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa in cambio, qualcosa per consolare, qualcosa per chiudere con un lieto dino quella conversazione.
Si strinse forte il ciondolo che le aveva regalato Victoria nel pugno. Staccò solo adesso le dita dal viso dell'altra, ma le si fece più vicina.≪ Sono sola al mondo e non so nulla, nulla di certo riguardo la vita ≫.
≪ Ma se una cosa so dirtela per certo, è proprio questa... ≫.
Riuscì a mandare giù il nodo alla gola e sospirò. Victoria fece scendere un'ultima, lenta lacrima. La pioggia, nel mentre, si era fatta intensa.≪ Io ti amo, V ≫.
Quelle parole le scivolarono dalla bocca tanto morbide, sottili. Sembravano essersi preparate da giorni ad uscire nel momento giusto.
Giudith non aveva ancora notato se avesse smesso di piangere o meno, ma le fissava le labbra rosse dall'emozione.≪ M-mi ami? ≫ le chiese Victoria.
≪ Ti amo ≫.
≪ E adesso? ≫.
Si leccò le labbra, poi le morse.≪ Adesso mi dici se tu mi ami ≫.
Victoria le prese dolcemente il viso tra le mani, con una paura smisurata di farle del male anche al più semplice tocco. Si fece più vicina e si soffermò qualche secondo ad analizzare quelle labbra che tanto desiderava. Forse, così, avrebbe ricevuto un assaggio del loro bacio.
Con i due pollici accarezzò il viso di Giudith.
Poi chiuse gli occhi.
Calde, umide e morbide: le loro labbra si erano connesse. Un bacio innocente, a stampo aveva procurato ad entrambe un forte dolore alla pancia. Le loro menti non percepivano niente, il vuoto totale. Forse quella era la tanto rinomata droga che si chiama amore.
Il secondo bacio arrivò più prepotente, più invadente. Sapeva di vaniglia. Le loro lingue si incontrarono per la prima volta e nessuna sensazione poteva arrivare a quello stesso livello di eccitazione.
Quanto avevano sperato in un bacio in solitudine mentre erano sedute a quel tavolo, tra quelle persone che ora, senza dubbio, si stavano chiedendo dove le due ragazze si fossero cacciate.
Ma che importava: loro sarebbero rimaste lì per sempre per mille e milioni di altri baci.
Quando anche il secondo bacio schioccò al suo termine, entrambe sorrisero.
Il terzo bacio, poi il quarto, poi il quinto si trasformarono in un'aurea di desiderio e follia, tanto che Victoria, tra la tempesta, le rose bagnate e i petali caduti a terra, urlò fortissimo.≪ TI AMO! TI AMO ANCHE IO! ≫.
≪ Vi'! Fa' silenzio! ≫ rise Giudith.
≪ Ci siamo baciate ≫ urlò sottovoce Victoria.
Prese le mani dell'altra e baciò anch'esse senza contegno.
≪ Giudith, voglio chiederti un'ultima cosa ≫.
E l'altra annuì.≪ Vorresti essere la mia ragazza? ≫ trattenne il respiro in attesa della risposta. Strinse quelle mani, che aveva appena baciato, con molta forza.
Giudith si gettò tra le sue braccia. La strinse così forte che poteva sentire il suo cuore battere. Aveva un profumo buonissimo. L'altra cominciò ad accarezzarle la schiena lentamente.
≪ Si, lo voglio ≫ disse decisa, soffocando le parole nel collo dell'altra.
Giudith e Victoria, in quella domenica di pioggia, si dichiararono e si unirono in amore.
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{ Lontana da me }
FanfictionAppena maggiorenne, Giudith perde la famiglia in un tragico incidente stradale e, con questo, anche il senso della vita. Per festeggiare la fine dell'anno scolastico, si reca contro voglia in un locale con i suoi "amici", ma presto le manca l'aria e...