{ quando luccica l'iride }

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Trastevere d'estate si trasforma in un posto magico quando si fa sera. Gli artisti invadono le piazze e, se sono in tanti, anche i portoni dei palazzi. I turisti trovano divertenti i ragazzi che escono in gruppo, forse perché tutti vestiti allo stesso modo o perché urlano, bevono e si spostano in gruppo come il gregge. Le pizzerie e i ristoranti sono colmi e se desideri sederti a mangiare qualcosa al volo, fidati, non puoi farlo. Come minimo le prenotazioni vanno prese una settimana prima e al volo, in Italia, non si fa niente.

È per questo che Damiano era riuscito a riservare per il gruppo un tavolo in una stanzetta riservata nel locale di fiducia. A gestirlo era uno dei suoi amici d'infanzia e niente, ma niente davvero, poteva andare storto.
A meno che non avessero prenotato anche Eva e le sue amiche. In quello stesso posto mangiavano due volte alla settimana Victoria e la sua vecchia ragazza, in compagnia della sorella della prima, Veronica, e dei tre ragazzi della band. Dopo la rottura, Eva continuò a frequentare quel luogo giusto per beccarci l'ex qualche volta per pura fortuna.

≪ Matte', il solito, ma da cinque stavolta ≫ chiese Damiano al suo amico.
Si stava già infastidendo per le troppe persone che cominciarono a riprenderlo senza neanche salutarlo.

≪ Subito, frate' ≫.
≪ Basta che non è 'n problema pe' lei ≫ Matteo indicò Victoria.

≪ Per me? ≫ chiese lei.

≪ Eh, sì Vi'. De là ce sta Eva ≫.
Disse pulendo il bancone della cassa.

≪ Mh... ≫ fece lei.
Scrollò le spalle e sorrise in modo finto.
≪ Non mi cambia niente ≫.

≪ Allora è tutto okay? Niente risse? ≫ chiese conferma Matteo.

Risero tutti amaramente perché conoscevano Eva, ma ancora meglio Victoria. Certo che non ci sarebbero state risse, eppure la bassista avrebbe sofferto dopo quella sera; e non perché le mancasse l'ex, ma perche quella ragazza era malvagia e sapeva essere così vendicativa da spingerti a commettere un omicidio.
Ma si sedettero comunque in quella stanza un po' buia, un po' nascosta. Delle lucine decoravano le pareti e sotto di esse c'erano delle cornici con foto di artisti famosi che avevano mangiato lì.
Il loro tavolo era già apparecchiato e pieno di candele. Era un ambiente intimo e tranquillo. In televisione veniva trasmesso il concerto degli U2 da Londra.
Eva era seduta di fronte a loro con il resto del suo gruppo. Victoria si sedette proprio al posto che le permettesse di controllarla per tutta la cena e Giudith si mise accanto a lei.

≪ Oh, Giu', guarda. Altre candele ≫ disse Thomas.
Risero tutto insieme di gusto.

≪ Che incubo, guarda ≫ continuò Giudith.

La bionda adocchiò subito Eva, la quale diresse un'occhiata di superiorità e fastidio a quel tavolo non appena cominciarono a scherzare.
Così cominciò a divertirsi per ripicca.

≪ Damiano, chiediamo a Matteo se ci prepara la margherita da sei? ≫ chiese Victoria.

≪ Da sei?! Sei matta Vic? Non finisci neanche quella singola ≫ le fece notare Ethan.

≪ NEANCHE UNA ERRE! ≫ urlò divertito Damiano.
Scoppiarono nuovamente tutti a ridere.

Giudith era estremamente contenta di ritrovarsi tra quei ragazzi così divertenti e premurosi nei suoi confronti che si sentì sopraffatta dalle sue stesse emozioni.
≪ Comunque... devo davvero ringraziarvi per ogni cosa ≫.
≪ Mi ospitate, passiamo delle belle giornate,
mi fate partecipare alla vostra musica... sembra davvero un sogno ≫.

≪ Oh, amore mio ≫ disse Victoria, prendendo una mano all'altra e lasciandoci sopra tanti baci innocenti.
Con la coda dell'occhio si accertava che Eva le stesse guardando.

≪ Giudith, questa sera è dedicata soprattutto a te ≫ continuò Damiano.
≪ Da quando sei con noi, Victoria è cambiata. Ha una luce diversa negli occhi ≫.

La ragazza si girò a guardare la bionda accanto a lei, ma l'altra la stava già guardando. Che colpo allo stomaco quello sguardo. Aveva gli occhi lucidi Victoria, con la mano che le sosteneva la testa. Era impossibile non cadere in quelle pupille dilatate dal forte sentimento che condividevano.

≪ Scriveremo la canzone su di voi ≫ concluse Damiano.
≪ Ho avuto poco fa l'idea, mentre correvate in camera ≫.

≪ Damiano, è una cosa importante. Sei sicuro? ≫ chiese Giudith.

≪ È ovvio che sia una cosa importante, ma non lo è anche la nostra musica? Senza metterci esperienze personali non puoi scrivere niente ≫.

≪ Grazie Damiano, te ne sono molto grata ≫ confessò Victoria.

≪ Lo so Vic, tu sei sempre stata una persona grata nei miei confronti, ma ora devo esserlo io per la persona che ti ha cambiata... in meglio ≫.

Giudith avvertì una sensazione simile al ritorno a casa dopo una vacanza. Quei ragazzi la mettevano a su agio come se la conoscessero da anni, ormai.

≪ Un bvindisi a Giudith, all'amove e alla canzone di Thomas ≫.
Tutti e quattro alzarono il loro calice di vino e urtarono i propri bicchieri come si fa durante le feste.
A rovinare l'atmosfera per la bionda bassista fu la presenza di Eva, la quale minacciava la quiete di quella serata. Si era tappata le orecchie come i bambini quando fanno i capricci e aveva replicato quel brindisi, facendo particolare attenzione a screditare Giudith.
Victoria, che aveva promesso di evitare qualsiasi scontro, la notò e la fulminò con lo sguardo. Per spostare l'attenzione su di lei, baciò la ragazza accanto per qualche secondo, solo per tornare a guardare l'ex con grande cattiveria, con lo sguardo di una serpe vendicativa. Dopotutto il nemico si uccide con la sua stessa arma.

Quando la cena arrivò in tavola, ci fu tempo per un'altra occhiata di sfida. L'una regalò un altro bacio a Giudith, fugace ma apprezzabile; l'altra si morse le labbra.
Eva avrebbe ucciso per stare al posto della castana, eppure non poteva farci niente. Così, se non poteva puntare sui dispetti, decise di scegliere la strada del tradimento. Spingere Victoria a desiderarla di nuovo avrebbe fatto qualche effetto sulla sua nuova ragazza.

≪ Amore, tu non mangi? ≫ chiese Giudith.
Ma fece caso all'altra che stava guardando l'ex ragazza seduta al tavolo di fronte.
≪ Amore... ≫.

≪ Si, si. Mangio con te ≫ disse Victoria, stropicciando gli occhi.

Eva si passò più volte la mano tra la chioma rossa, fissando la scollatura della bionda. Mordeva quelle labbra con una frequenza esagerata. Si calò le bretelle della maglietta, affermando che lì dentro facesse esageratamente caldo.
Le amiche intorno a lei ridevano divertite da quel suo atteggiamento.

≪ Dio, che troia ≫ sussurrò Thomas a Ethan.
Giudith riuscì comunque a catturare quelle parole.

≪ Thomas, non dive così ad una don- ≫ si bloccò l'altro una volta avvistata la mossa di Eva.
≪ Beh, si. Hai vagione ≫ si arrese.

Giudith, ancora rivolta verso di loro, sperava in cuor suo che Victoria non la stesse guardando. Sapeva che ora ci fosse lei nella sua vita e che odiava quella ragazza a tutti i costi, ma comunque la paura era tanta. Purtroppo, giratasi a controllare, la trovò fissa su Eva.
Non guardava la scollatura dell'altra, ma la fissava con intensità. Non doveva preoccuparsi, ma il fatto la scosse abbastanza da prendere il mento di Victoria tra le dita.
≪ Che cosa fai? ≫ le chiese Giudith, mentre gli occhi le si fecero sempre più lucidi. Brillavano sotto quelle lucine fioche, carichi di dolore. Non vi erano segni di rabbia sul suo viso, la fronte era spianata, ma l'espressione era decisamente quella di una persona che stesse soffrendo. Manteneva quella dolcezza nell'iride che il suo sguardo ricordava quello di un cerbiatto ferito.

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