{ il lazzaretto }

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Le ragazze sono più forti dei ragazzi, o forse sanno solo nascondere meglio il fatto che non lo siano veramente. Questo è noto soprattutto quando c'è da stare male fisicamente e le risposte alla malattia cambiano ampiamente tra uomo e donna.

Dopo la sera a Trastevere, la villa si era trasformata in un lazzaretto. Avendo passato il giorno successivo interamente a dormire buttati in giro per le varie stanze, non potevano essere certi che quel mal di testa e la pesantezza che provavano fossero sintomi di febbre. Passati due giorni, però, i ragazzi capirono che la stanchezza, che sarebbe dovuta sparire facilmente, li stava schiacciando più del solito.
Una mattina Victoria si era alzata per andare in bagno e lavarsi, ma una voce fioca glielo impedì. A catturare la sua attenzione fu uno dei ragazzi che, a primo impatto, non riuscì ad identificare. Si affacciò dalla balconata e gettò uno sguardo in giro: Damiano e Thomas dormivano sul divano l'uno di fianco all'altro, stretti come sardine, mentre Ethan stava sdraiato a terra con un cuscino sotto la testa.

≪ Chiunque tu sia ≫ cominciò a parlare il batterista steso sul tappeto.
≪ Ova che sei sveglia, puoi povtavmi da beve? ≫.

Victoria quei ragazzi se li ricordava ognuno nella sua stanza la notte prima. Perché fossero lì non le importava molto, ma perché Ethan le avesse chiesto una mano quando si trovava a qualche passo dalla cucina, beh, non sapeva spiegarselo.
Sbuffò e scese le scale con la velocità di chi si era appena svegliato e voleva solo buttarsi sotto l'acqua fresca.
Si toccava i capelli intrecciati con fastidio mentre si avvicinò al ragazzo.
≪ Che vuoi, Ethan? ≫.

≪ Ho la gola secca, pvendimi dell'acqua ≫ parlò senza neanche voltarsi a guardare la ragazza.

Victoria si diresse in cucina e aprì la credenza dei piatti e dei bicchieri, scelse una tazza che mise sotto il rubinetto e lasciò che si riempisse. Immersa nella trance mattutina, non si accorse che l'acqua aveva superato l'orlo e stava scorrendo lungo le sue dita e giù nello scarico.

≪ Che cazzo ≫ cominciò ad irritarsi. Quando Vic ha sonno di mattina e le si chiede di fare qualcosa, si sta già sbagliando in partenza: si aspetta qualche minuto, .
Tornò nell'altra stanza traballando appena, per questo lasciò una scia sul pavimento di gocce d'acqua.
Porse la tazza a Ethan e sbuffò di nuovo.

≪ Non ho chiuso occhio ≫ disse lui dopo aver bevuto un sorso.

≪ Perché? ≫.

≪ Penso di essevmi fvegato sotto la pioggia ≫ si posò una mano in fronte.

Nel frattempo Thomas cadde dal divano e si lamentò rumorosamente, eppure non si alzò come avrebbe fatto di solito. Damiano, invece, si fece più comodo e tirò qualche colpo di tosse.
Da quanto poté intuire, anche gli altri due non si erano sentiti bene la sera prima.
Ma perché in salone, però, se potevano starmene in camera loro più comodi e non contagiarsi più di così?

Le scale scricchiolarono dall'alto e rivelarono la figura di Giudith scendere dal piano superiore. Si stropicciava gli occhi con una mano e si tirava giù la maglia con la quale aveva dormito.
≪ Ma perché siete svegli a quest'ora? ≫.

≪ Vieni qua ≫ le fece Victoria.
Quando l'altra le si fece più vicina, le lasciò un bacio sulla fronte.
Poi le sussurrò qualcosa.
≪ Stanno male tutti quanti, non li vedi? ≫ e indicò i singoli ragazzi.

≪ Ma come stanno male? ≫.
Giudith strizzò gli occhi per mettere a fuoco quei corpi sbracati per la sala.
≪ Dovremmo misurargli la febbre ≫.

La bionda annuì e tornò in cucina. L'altra, intanto, mise un cuscino sotto la testa di Thomas e ripulì il tavolo al centro della sala da tutto il cibo e le bevande che avevano lasciato quei tre ragazzi quella stessa notte.
Quando si ritrovò anche lei nella cucina per buttare la spazzatura, allacciò le sue braccia intorno alla vita di Victoria, mentre quest'ultima era impegnata a cercare un qualcosa nello ripostiglio delle medicine in alto.

≪ Amo', sai dove ho messo questo cazzo di termometro? ≫.

≪ Oi, amore ≫ si distaccò dalla sua ragazza.
≪ Che bisogno c'era di chiederlo così? ≫.

≪ Scusa, scusa ≫ disse l'altra voltandosi verso di lei con lo strumento in mano.
≪ Era sempre stato lì dentro ≫ sorrise un po' imbarazzata.

Mentre Victoria tornò di là, Giudith mise sul fuoco una piccola pentola con dell'acqua e due bustine di camomilla. Preparò tre pasticche uguali per alleviare il dolore e far abbassare la temperatura ai ragazzi nel caso fossero davvero tanto malati.
Aprì anche lei la credenza sopra il lavello e prese tre bicchieri di vetro, nei quali avrebbe versato le bevande una volta pronte.
Nel mentre che l'acqua si scaldava, decise di controllare la situazione dall'altra parte.

≪ Ethan, ti prego, girati ≫.
La bionda stava cercando di far stendere in pancia in su il ragazzo pesante e immobile come una grande roccia.
≪ Devo misurarti la febbre! ≫ tornò ad incitarlo.
Quando finalmente il batterista decise di collaborare, Victoria usò su di lui il termometro e aspettò con pazienza.
Notò che Giudith stava appoggiata al muro del corridoio a braccia conserte e la guardava con un sorriso.
Le sue labbra mimarono le parole: ≪ Ti amo ≫.
L'altra sembrò vergognarsi un po', ma ricambiò presto quel messaggio d'amore.

Lo strumentino suonò sotto il braccio di Ethan che, come mostravano i risultati, aveva effettivamente la febbre.
≪ 38,1 ≫.

≪ Non dirmi che pure loro... stanno male ≫ fece l'altra.

≪ Mo' vedo ≫.
Quando Victoria si alzò da terra, sembrò trovarsi spaesata, ma si affrettò ad assistere anche gli altri nonostante il passo incerto.

Vi', ma sei pallida anche tu - pensò Giudith.
Tornò in cucina con i pensieri rivolti alla sua bionda. L'acqua stava bollendo e le bustine di camomilla danzavano tra le bolle e il fumo. Versò il liquido in tutti e tre i bicchieri, prese i medicinali e la colazione per tutti, infine ripose tutto su un vassoio che portò in sala.
≪ Arrivo con le vostre cose, ragazzi ≫ fece lei, attenta a non rovesciare niente.

La bassista aveva ripreso in mano il termometro dopo aver misurato Damiano. Quando gli gettò un'occhiata, alzò le spalle e sospirò preoccupata.
≪ 37,9 ≫.
Fu poi il turno del biondino sdraiato a terra che si muoveva occasionalmente per mettersi una mano sulla fronte.
≪ Ti prego, dimmi che non sarete tre maschioni ammalati ≫.
Mentre Victoria cercò di gestire Thomas, Giudith fece sedere Ethan e gli diede da mangiare, da bere e lo obbligò a prendere la pasticca.
Con Damiano fu più difficile, perché le medicine solide le mandava giù con molta difficoltà, così si ritrovò a dividerla in tanti piccoli pezzi.

≪ 38,4 ≫.
A quell'affermazione, Victoria dovette reggersi al divano dietro di lei. Era instabile quanto quei ragazzi, eppure non lo dava a vedere.

≪ Vicky... ≫.
L'altra ragazza smise di occuparsi dei ragazzi per accertarsi che stesse bene. La raggiunse velocemente e le prese il volto tra le mani.
≪ Sicura di stare bene? ≫.
Victoria, un po' pallida, le rivolse un sì di sfuggita e scosse il capo per confermare che non vi era nulla di strano.

L'altra s'era intenerita a quella scena. Le sembrava così fragile quella ragazza che l'abbraccio con tanto affetto. Come le voleva bene. Prima di essere amanti sono state anche amiche e continuavano ad esserlo anche se si trovavano in una relazione.
Puoi smettere di amare qualcuno, ma non smetterai mai di volergli bene, di preoccuparti nonostante tutto e di desiderare la presenza di quel qualcuno di speciale.

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