2 . Friends

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L'aria era fresca, il sole scaldava l'asfalto e la mia pelle, pulendo il cielo da ogni singola nuvola che passava su Seoul. La leggera brezza mi scompigliava i capelli mentre camminavo lentamente per dirigermi al bar in cui avrei dovuto incontrare Taehyung. Il bel clima non rispecchiava minimamente il mio umore e mi ritrovai a sbuffare infastidito e stanco durante il tragitto.
Estrassi il telefono dalla tasca per controllare l'ora. Ero in orario e ovviamente quel ritardatario cronico del mio amico mi aveva appena inviato un messaggio avvisandomi che stava arrivando. Probabilmente era ancora sulla metro. Decisi di aspettarlo fuori dal caffe, non avevo voglia di entrare da solo.
Inspirai profondamente, godendomi la piacevole sensazione che il calore del sole diffondeva sulla mia pelle leggermente abbronzata. In quei giorni avevo molti pensieri, la situazione con Jiho iniziava a stancarmi e volevo solo distrarmi, ma stare da solo davanti ad un caffè non mi aiutava per niente.

Dopo qualche minuto sentii gridare il mio nome in lontananza. Mi voltai di scatto riconoscendo la morbida chioma mossa e castana di Taehyung che fluttuava nell'aria mentre mi correva in contro.
"Sono arrivato!" Ansimò raggiungendomi.
"Sei di nuovo in ritardo." Gli feci notare fingendo di essere arrabbiato con lui.
"Si, lo so. Per farmi perdonare pagherò io i caffè." Disse piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato dopo la corsa fatta. Al solo sentir parlare di caffè i miei occhi guizzarono felici sul suo volto.
"Sei perdonato! Ho bisogno di caffeina!" Ridacchiai prendendolo per un braccio e trascinandolo dentro al piccolo locale. Ormai quel posto era diventato una tappa fissa, ci andavamo ogni volta che avevamo lezione di mattina e finivamo per passare la dentro una gran parte del tempo quando dovevamo studiare. Era accogliente, intimo e avevano delle ottime torte. Taehyung era un anno più piccolo di me ma frequentavamo gli stessi corsi, era bello avere qualcuno con cui potessi studiare e ci aiutavamo a vicenda.
Ordinammo due caffè americani con ghiaccio e aspettammo che furono pronti prima di dirigerci al nostro solito tavolo che affacciava sulla strada dal piano superiore.
"Allora ieri hai finito il progetto della Choi?" Cazzo...
"Ehm, in realtà no..." Dichiarai imbarazzato. Non ero uno studente modello, non ero il migliore della classe, ma sicuramente non avevo mai consegnato un progetto in ritardo. In realtà mi piaceva finire con anticipo, in modo da poter avere tempo nel caso volessi migliorare qualcosa o modificarlo.
"Come no? Ma va consegnato domani!" Mi ricordò dopo essersi preso un abbondante sorso dalla tazza.
"Lo so, ho quasi finito, mi mancano solo alcuni dettagli." Taehyung mi scrutò a lungo, prendendosi il tempo che gli serviva per collegare tutti i punti che si stavano formando nella sua testa.
"Non è che hai fatto le ore piccole con Jiho? Hai una faccia che parla da sola!" Alzò le sopracciglia in una maniera estremamente maliziosa, facendomi andare di traverso la mia stessa saliva. "No! Ma figurati!" Abbassai la testa. Magari... Ecco, aveva appena toccato il fulcro del problema. Ultimamente riuscivamo a mala pena a vederci.
"Mh.. Sarà..." Finse di credermi continuando a sorseggiare il suo caffè ormai finito. Non avevo assolutamente voglia di entrare nell'argomento, sentivo ancora il nervoso che mi chiudeva la bocca dello stomaco.
"Muoviamoci, Jimin e Jungkook hanno appena finito la prima ora di lezione." Lo spronai nel tentativo di cambiare argomento.

"Dai Jungkook! Non puoi essere così cocciuto!" Esclamò Jimin rimproverando il proprio fidanzato.
"Non è colpa mia se non riesco a capirci niente in matematica!" Borbottò l'altro puntando gli occhi dritti sul tavolo mortificato.
"Che succede qui?" Li interruppi avvicinandomi al tavolo intorno al quale erano seduti, seguito da Taehyung. "Succede che qui, qualcuno, ha scelto un corso universitario in cui è fondamentale la matematica ma non ci capisce niente!" Esclamò Jimin portandosi una mano sulla fronte, sempre più esasperato dalla testardaggine del fidanzato.
"Giuro che mi sto impegnando! Non è colpa mia." Si difese Jungkook strusciando le mani sul tessuto dei Jeans che gli avvolgevano le gambe.

Li trovavo adorabili, erano le classiche persone alla quale non puoi non volere bene. Li avevo conosciuti dopo aver iniziato l'università, appena arrivato nella capitale, ormai due anni prima. Avevamo legato dal primo istante, diventando buoni amici, così avevamo iniziato anche ad uscire insieme fuori dal campus finendo per diventare inseparabili. Conoscevamo tutto di tutti, quasi tutto. Jimin e Jungkook erano grandi amici da molti anni, erano cresciuti insieme e, sempre insieme, avevano coltivato i loro sentimenti l'uno verso l'altro, senza avere il coraggio di dichiararsi per anni interi.
Fino a qualche mese prima, quando Jimin, ubriaco, si era sfogato con Taehyung senza accorgersi che stava urlando e che io e Jungkook fossimo esattamente dietro di loro... Mi ricordo che Jungkook non sapeva cosa fare, se intervenire, se fare finta di niente o scappare, alla fine lo lanciai in mezzo a loro costringendolo a trovarsi faccia a faccia con un povero Jimin ubriaco ed imbarazzato.

Before of you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora