7. Magic shop

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"Non volevo spaventarti." Si affrettò ad aggiungere, notando forse la mia espressione sorpresa.
"Ti ho visto qua, fermo da dieci minuti e volevo sapere se stessi bene..." Si giustificò sorridendo sicuro. Dieci minuti?? Devo aver perso il senso del tempo... Però devo ammettere che è stato un gesto molto carino da parte sua, e quel sorriso sembra dolcissimo.
Sgranai gli occhi nel tentativo di risvegliarmi da quel senso di trance che mi aveva colpito improvvisamente. "Scusa, ero perso nei miei pensieri... Credo." Sussurrai abbassando la testa. "L'importante è che stai bene." Sorrise ancora. Non sembrava stranito o turbato dal mio comportamento e questo mi sorprese.
Decisi che lo avrei ringraziato per essersi preoccupato, se lo meritava, non era un gesto da tutti preoccuparsi per qualcuno che neanche conosci.
"Si, grazie." Dissi schiarendomi la voce. Dovevo riprendermi, non era da me fare scena muta o sentirsi a disagio davanti a qualcuno.
"Lavori qua al museo?" Gli chiesi notando solo in quel momento l'uniforme elegante che indossava.
"Oh, beh, si. Di solito sono alla cassa, ma oggi mancava personale e mi hanno chiesto di perlustrare le sale." Mi piegò. Lo osservai meglio, cercando di scrutare più dettagli che riuscivo. Dovevo ammettere che aveva un bel volto, occhi sottili e affilati, guance morbide e delle belle labbra rosee. Il completo gli calzava a pennello, fasciandogli le spalle e scendendo morbido sul busto.
Ci fu un momento di silenzio in cui non sapevo cosa altro dirgli, ma non accennava ad andarsene, semplicemente rimaneva li, in piedi, osservandomi con le mani in tasca.
"Il mio turno sta per finire, ti va di prendere un caffè?" Spalancai gli occhi, non capendo esattamente cosa avesse detto, scioccato dalla sua sfacciataggine. Avevo tentato di studiare tutto il giorno, avevo camminato un'infinità di chilometri e, sicuramente, non avevo voglia di tornare a casa... E avevo davvero bisogno di caffeina.

Non impazzivo all'idea di accettare un invito da uno sconosciuto, in realtà in qualunque altra situazione avrei rifiutato, ma questo tizio mi ispirava simpatia, pensai che non fosse poi una cattiva idea.
"Si, perchè no?!" Gli risposi dopo averci pensato qualche secondo.
"Io sono Jung Hoseok" Mi presentai più a mio agio rispetto a qualche secondo prima. "Ciao, io sono Min Yoongi:" Mi rispose sorridendo ancora una volta.
"Adesso vado a cambiarmi, mi aspetti qua?" Non mi diede neanche il tempo di rispondere che già stava camminando in direzione delle casse. Mi piaceva quel ragazzo, aveva qualcosa di particolare, sembrava amichevole e il suo sorriso era allo stesso tempo dolce e pungente...

Min Yoongi...

Lo vidi apparire da dietro la biglietteria dopo qualche minuto con dei nuovi vestiti addosso, effettivamente più adatti a quella che sembrava essere la sua età. T-shirt bianca, semplicissima e dei jeans neri strappati sulle ginocchia, tutto il contrario del completo che fasciava il suo corpo poco prima.
"Andiamo?" Mi spronò facendomi un gesto con la testa. Con l'abito aveva un certo fascino, ma non potei non pensare che vestito così, molto semplice e sportivo, avesse qualcosa di calamitante, riusciva a farmi venir voglia di non staccargli gli occhi di dosso, sarei rimasto a guardarlo per ore, credo.
Mi pentii immediatamente di aver pensato una cosa del genere su qualcuno che non conoscevo, per di più ero fidanzato!

Camminammo in silenzio per un paio di minuti, fino ad arrivare al caffè di cui mi aveva parlato. Aprì la porta lasciandomi entrare prima di lui, ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo due americani con ghiaccio.
"Vuoi anche qualcosa da mangiare? Fanno delle torte meravigliose!" Mi disse indicando due ragazze sedute ad un tavolo vicino a noi che avevano sul vassoio due bellissime fette di torta. Effettivamente sembravano invitanti... "Scegli tu, a me va bene tutto." Gli dissi. "Allora ne prendiamo una alle noci, è la mia preferita!" Dichiarò soddisfatto. "Non sei allergico alle noci, vero?" Chiese subito dopo avvicinandosi di qualche centimetro a me.
"No, perchè me lo chiedi?" Ridacchiai confuso dalla sua domanda.
"Molte persone sono allergiche alla frutta secca.. Non si sa mai." Scrollò le spalle come se fosse la domanda più naturale del mondo. Quel ragazzo era strano, dovevo ammetterlo, ma la sua premura naturale mi incuriosiva.

Before of you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora