3. Love myself

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Finalmente sabato era arrivato! Saremmo usciti tutti insieme e non vedevo l'ora di distrarmi un po dopo aver passato l'intera settimana sui libri. Uscito dall'università mi diressi velocemente a casa per farmi una lunghissima doccia e riposarmi un paio di ore prima di uscire.
Entrai in casa, consapevole di essere solo, come la maggior parte delle volte.

Da quando mia madre era stata promossa a lavoro non era mai a casa, tornava solo un paio di volte all'anno e passava il resto del tempo in meravigliosi posti a fare ricerche sul campo. Per quanto il lavoro da biologa fosse bello, mi mancava, così come il padre di Seokjin.
All'inizio mi dispiaceva non vederli per mesi interi, ma adesso ci stavo facendo l'abitudine e avevo iniziato ad apprezzare il tempo che potevo trascorrere da solo a casa.

Prima di salire al piano di sopra mi diressi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. I mobili in noce dominavano la stanza contrastando con le pareti chiare.
Adoravo quell'ambiente, era piccolo, accogliente, interamente arredato in legno e tinteggiato di colori chiari e delicati.
Sentii dei passi dietro di me e mi voltai di scatto.
"Hyung!" Esclamai vedendo Seokjin entrare in casa sorridente.
"Com'è andata a lavoro?" Gli domandai notando il suo sorriso ebete mentre trotterellava verso di me.
"Alla grande!" Esultò sorprendendomi enormemente.
"Che ti è successo? Sei troppo entusiasta per aver semplicemente passato la mattinata a lavoro." Gli feci notare incuriosito dal luccichio nei suoi occhi.
"Allora. Siediti." Sussultò agitando le mani in aria. Ridacchiai accontentandolo, pronto a sentire l'estenuante racconto su come abbia conosciuto la sua anima gemella, o di come il suo titolare gli abbia promesso un aumento di stipendio che non arriverà mai, o un'altra qualsiasi favolosa notizia...
"Oggi a lavoro, è venuto un ragazzo a mangiare, e ha chiesto di poter parlare con lo chef." Iniziò a raccontare con gli occhia forma di cuore.
"E quindi?" Lo incitai a proseguire. Era sicuramente il racconto sulla sua anima gemella.
"E quindi quando sono andato in sala per ricevere i complimenti, mi sono innamorato! Vedessi quanto era bello!" Cinguettò facendo una piroetta su se stesso. Iniziai a ridacchiare, mi faceva bene al cuore vederlo così felice.
"Ma ci hai palato?"
"Ovviamente!" Disse con voce stridula.
"E il numero gliel'hai chiesto?" Gli chiesi curioso, sapendo già che se lo fosse dimenticato.
"Cazzo.... Sono un idiota..." Avevo appena ucciso tutto il suo entusiasmo. Scoppiai a ridere, nonostante il mio tentativo di trattenermi.
"Smettila di ridere! Come faccio adesso?" Mi chiese disperato.
"Scusa. Vedrai che tornerà un'altra volta." Lo rincuorai tentando di ricompormi.
"Però la prossima volta, invece che rimanere impalato a guardarlo, chiedigli il numero, o penserà che tu sia più scemo di quanto sei veramente." Strillai mentre mi allontanavo a passi svelti.
"Piccolo microbo, porta rispetto ai più grandi!" Sghignazzò Seokjin iniziando a rincorrermi per tutta la stanza.

Mi catturò in salotto, finendo per accasciarci sul divano piegati dalle risate. Eravamo sempre così, Riuscivamo ad alleggerirci la testa a vicenda da anni. Seokjin era una persona unica per me, insostituibile, e non potevo chiedere di meglio che vivere con lui, come veri fratelli.

Dopo quaranta bellissimi minuti passati a farmi sciogliere i muscoli dall'acqua calda, mi diressi verso l'armadio con un asciugamano in vita e uno sul collo. Dovevo capire come volevo vestirmi. Ultimamente con Jiho dovevo sempre controllarmi e moderarmi, soprattutto con l'abbigliamento.
Avevo voglia di esprimermi liberamente e dare sfogo alla mia personalità. Aprii le ante e iniziai a cercare.
Eccoli qua!
Uno fra i miei pantaloni preferiti, bellissimi! Bianchi, larghi, ricoperti da scritte nere fatte a pennello. Mi mancava indossare quei pantaloni, era da tanto che non me li mettevo, ci abbinai una t-shirt bianca con una stampa gigante coloratissima e un cardigan nero lungo fino al ginocchio.
La maglia era enorme, almeno tre taglie più grande della mia, meravigliosa. Amavo lo stile street e tutto ciò che era largo e oversize. Intrecciai qualche collana al collo, giocando con le lunghezze e mi diressi in bagno per sistemare i capelli.
Avevo ancora un po di tempo, in anticipo come sempre, così decisi che quella sera avrei fatto tutto ciò che con Jiho non potevo fare.

Before of you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora