Quella mattina speravo davvero di non svegliarmi, avrei preferito di gran lunga rimanere bloccato nel mio sogno di folte fronde e robusti rami, con il vento che soffiava leggero fra i miei capelli, in un luogo diverso dal mondo reale. Avevo troppa paura di svegliarmi e scoprire che la verità era ben diversa, e mi stava aspettando, di nuovo, con tutto il caos che si portava dietro.
Fui costretto ad aprire gli occhi, disturbato da un raggio di sole che non voleva lasciarmi stare.
Li stropicciai lentamente, bruciavano, pesanti e gonfi di tutte le lacrime che avevano versato il giorno precedente. Il mio primo pensiero andò a Jiho.
Mi faceva male da morire pensare a lui ma, nonostante i miei sforzi, non riuscivo a levarmelo dalla testa.La notte mi ero rifugiato nei miei segreti più oscuri, cercando di scacciare ogni pensiero che mi ferisse, e adesso ne pagavo le conseguenze.
La testa mi pulsava dolorosamente, sentivo la gola arida che bruciava ogni volta che deglutivo.
Decisi di scendere in cucina per prendere dell'acqua. Ne avevo davvero bisogno, non riuscivo neanche più ad inumidirmi le labbra da quanto fossi disidratato.
Seokjin era a lavoro e la consapevolezza di essere da solo mi aiutò a scendere dal letto.Ormai erano le 15.00, avevo dormito, più o meno, fino a tardi ed ero uscito di camera solo per un paio di minuti.
Stavo seduto sul letto, con le gambe strette al petto, da non so quanto tempo costringendomi a rivivere in loop la mano di Jiho sulla vita di quella ragazza e il rumore di quella stessa mano che mi colpiva la guancia.
Potevo sentirla ancora pizzicare.
Non volevo vedere nessuno, tanto meno parlare. Volevo solo affogare nel mio stesso dolore.
Ignorai le mille chiamate dei miei amici, liquidandoli con un semplice messaggio in cui li avvisavo che ero vivo e che mi sarei fatto sentire più avanti. In un certo senso mi dispiaceva per loro. Mi sentivo in colpa per farli preoccupare così tanto per me e farli assistere a scene simili."Hobi..." Seokjin bussò alla porta, piano, riportandomi alla realtà.
"Hobi..." Bussò ancora, un po più forte, ma non risposi neanche questa volta. Dopo qualche secondo sentii il cigolio della porta che si apriva lentamente. Seokjin fece capolino, infilando la testa nello spiraglio che aveva aperto. Posò gli occhi su di me ed entrò alla velocità della luce spalancandola completamente.
"Hei, che ti è successo?" Mi chiese con voce piena di preoccupazione. Non dovevo avere un bell'aspetto. Ancora non ero pronto a parlare, e non pensavo che le mie corde vocali funzionassero, dato che non avevo detto neanche una parola dalla sera precedente.
"Hei, Hobi, cosa è accaduto?" Si sedette accanto a me, piegando la mia testa sulla sua spalla e stringendomi leggermente. Mi conosceva, ci conoscevamo da sempre, sapeva che in momenti di sconforto, avere qualcuno di premuroso accanto poteva aiutarmi, almeno a parlarne.
Presi un bel respiro, mandando indietro le nuove lacrime che stavo per versare. "Jiho..." Sussurrai.
"Che ha fatto?" Quella fu la confessione più difficile della mia vita.
"Mi ha dato uno schiaffo." Dichiarai.Lo sentii irrigidirsi intorno a me. Sapevo quanto anche lui odiasse la violenza, sapevo l'effetto che aveva sul suo corpo, come lui sapeva che effetto avesse su di me. Decisi di continuare a parlare, spiegando come erano andate le cose. "Ieri sera siamo andati a ballare al locale nuovo a Hongdae, quello in cui sei stato anche tu. Jiho era a cena a casa di un amico, non mi rispondeva ai messaggi.. E quando siamo entrati, era li. Che stringeva una tizia fra le braccia... Abbiamo litigato e mi ha colpito." Mi asciugai una lacrima e sapevo sarebbe stata la prima di quella giornata infernale.
"Hobi..." Mi sussurrò Seokjin.
"Mi ha mandato fuori di testa vederlo con quella ragazza, ma la cosa che mi ferisce più di tutto è che cercava in tutti i modi di farmi sentire in torto per essere li..." Spiegai tirando su con il naso.
"Hobi, lo sai com'è fatto Jiho... Quante volte avete litigato? Entro domani sarà tutto finito." Cercava di rassicurarmi, ma sapevo che non credeva neanche lui alle sue parole.
"Kim Seokjin. Non mentirmi anche tu. Era con una ragazza, mi ha mentito, e per di più continuava ad aggredirmi anche se lo avevo visto benissimo." Lo ammonii. Sospirò rumorosamente, si accomodò sul materasso e puntò gli occhi su di esso.
"Hobi, lo sai che non mi fa impazzire Jiho, è inutile nasconderlo.. Però credo che ci sia una spiegazione sul perchè fossero vicini... Magari dovresti parlarci e basta."
"Mi ha tirato uno schiaffo Hyung. Non si sarebbe mai permesso di farlo. Io... Mi rende insicuro ogni singola volta, riesce a farmi dubitare anche dei miei stessi occhi... " Dichiarai in preda alla confusione.
"Mi confonde... Il suo atteggiamento, il suo modo di fare... Ogni volta che mi urla in faccia è come se mi mandasse in blocco il cervello. Sono stato ignorato, preso per il culo, tradito e colpito dal mio fidanzato, tutto nell'arco di mezz'ora. E nonostante tutto, cerco di capire dove ho sbagliato... Mi sento uno schifo." Portai le mani sulle tempie per massaggiarle. Mi stava scoppiando la testa e tutto quel pensare stava peggiorando la situazione.
"Questo non te lo permetto. Non puoi pensare che sia colpa tua. Non puoi rispondere ogni volta delle azioni degli altri." Disse serio Seokjin.
"Io lo so cosa stai pensando, ti conosco troppo bene. Levati subito quelle idiozie dalla mente." Continuò alzandosi di scatto.
"Adesso ti alzi, ti dai una sistemata e fra venti minuti andiamo a prendere un gelato."
"Yung, ma io-"
"Niente ma. Non ho ancora pranzato e ho voglia di gelato." Chiuse la porta dietro di se, lasciandomi sul letto con un'espressione completamente esterrefatta.Sapevo che Seokjin avesse ragione, non dovevo prendermi le colpe per cose che non avevo fatto. Avevamo parlato di questo argomento altre volte, ma non riuscivo davvero a scivolare fuori dal tunnel nella quale ero entrato. I ricordi stavano iniziando a sbiadire e le parole a confondersi.
Succedeva spesso ultimamente, ogni volta che litigavamo. Lui faceva qualcosa che mi feriva, discutevamo, faceva ricadere la colpa su di me amplificando le mie azioni e minimizzando le sue, e alla fine quello che non dormiva la notte ero io.La gelateria si trovava a pochi minuti di distanza da casa nostra, lungo il parco che correva sotto alle vecchie mura della città, era un posto piccolo e riservato, interamente arredato in legno chiaro, pareti bianche panna e bellissime piante tropicali poste asimmetricamente agli angoli del locale. Prendemmo due frullati alla fragola e iniziammo a camminare godendoci il sole di quel pomeriggio di settembre.
"Sai Hyung... A volte penso che io e Jiho siamo semplicemente incompatibili." "Perchè dici questo?" Chiese tranquillo mentre un raggio di sole gli illuminava la chiara pelle del volto.
"Non lo so... Credo sia solo una sensazione."
"Continua."
"Non riusciamo ad andare d'accordo, litighiamo per tutto... A lui non piaccio come sono, credo che mi vorrebbe diverso." Spiegai mordendomi il labbro inferiore.
"In che senso?" Mi chiese.
"In realtà è da un po che ci penso... Abbiamo caratteri completamente diversi, ambizioni, sogni... Dice sempre che sono troppo impulsivo, testardo, che non mi vesto nel modo giusto. Così facendo finisco sempre per sentirmi in errore davanti a lui, ma non sono sicuro di volermi sentire giusto..." Mi aprii con Seokjin, raccontandogli uno dei miei pensieri più intimi."Non so se capisci cosa intendo dire. Voglio essere libero di sbagliare, senza sentirmi giudicato, senza avere qualcuno che cerca di correggermi, vorrei solo godermi la mia vita. Correre su un prato a piedi nudi, leggere un libro in vasca da bagno con un bicchiere di un buon vino, guardare le stelle dal tetto di casa. Non voglio sempre essere rimproverato se mi si bagnano i piedi sulla rugiada, se il libro si sporca con la schiuma, o se non riesco a contare tutte le stelle che ho intorno." Respirai profondamente dopo quella dichiarazione.
Era la prima volta che ne parlavo a qualcuno, e sinceramente era anche la prima volta che lo ammettevo a me stesso.
Non avevo il coraggio di guardare mio fratello in faccia, troppo spaventato da ciò che avevo appena capito.
"Hobi, guardami..." Mi supplicò con amore.
"Sei una creatura speciale. Non permettere mai che qualcuno ti metta delle catene." Rimasi immobile accanto a lui.Catene.
Mi sentivo incatenato? Tornò a guardare l'orizzonte.
"A volte non le vediamo, ma ci stringono i polsi e si diramano centimetro dopo centimetro sul resto del corpo, fin quando non stringono così forte da farci sanguinare. Non permetterlo mai." Continuò serio alzandosi dalla panchina sulla quale eravamo seduti da un tempo indefinito.La notte arrivò veloce e scura. Solo, nella mia stanza, seduto ai piedi del letto, stavo decidendo se chiamare Jiho o meno. Sapevo che dovevamo parlare, che dovevamo chiarire, ma avevo paura di farlo.
Sentir parlare Seokjin di catene mi aveva smosso qualcosa di profondo all'interno dello stomaco. Non mi riferivo a Jiho, non credevo che lui mi stesse trattenendo.
Ce l'avevo con me stesso. Ero io quello che si stava legando le catene intorno ai polsi, catene che si congiungevano a lui. Ero io che lo assecondavo ogni volta che ribaltava le discussioni, sentendomi succube delle sue parole.
Avevo voglia di scappare? Moltissima. Riuscivo a farlo? Non ne ero certo. Dovevo parlarci, non importava quanto sarebbe stato doloroso.
Lo dovevo a me stesso. Non mi ero mai arreso, avevo sempre affrontato tutto quello che mi era capitato cercando di non perdere il sorriso. Mio padre, la mia vecchia vita, la vergogna... Non potevo perdermi adesso.
Lo schiaffo della sera precedente mi aveva in qualche modo svegliato dallo stato comatoso nella quale mi stavo immergendo. Senza indugiare oltre composi il suo numero e attesi che rispondesse al telefono.Jiho: "Pronto."
Hoseok: "Hei.."
Jiho: "Hei.."
Hoseok: "Come stai?"
Jiho: "Io bene, te come stai?"
Hoseok: "Insomma"
Jiho: "Non ti sei fatto sentire tutto il giorno." Sbuffò nervosamente.
Jiho: "Senti Hoseok... Mi dispiace per ieri"Hoseok: "Volevo parlarti proprio di questo.
"Jiho: "Dimmi.
"Hoseok: "Preferirei se ci vedessimo"
Jiho: "Mh"
Hoseok: "Devo parlarti di un po di cose in realtà..."
Jiho: "Ti va domani di venire da me?"
Hoseok: Va bene"Jiho: "Ok."
Hoseok: "Adesso vado, buonanotte Ji.
"Jiho: "Buonanotte Hoseok."
STAI LEGGENDO
Before of you.
FanficQuando tutto ció che ti succede intorno ti schiaccia e ti opprime, fino ad annullarti, hai solo due opzioni. Lasciarti travolgere e schiacciare da chi ci vuol fare sentire un inetto oppure riscattarti e vivere la tua vita allontanando il dolore. E H...