26. Love

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Lo raggiunsi e presi posto accanto a lui. Mi piaceva che non mi forzasse a raccontargli le cose, stava semplicemente vicino a me, senza pretendere niente, però pensai che sarebbe stato giusto dirgli ciò che era successo.
Dopotutto mi aveva portato a casa ed era rimasto con me, consapevole che fosse successo qualcosa, avrebbe voluto sapere, sarebbe stato giusto.
O forse lo volevo io.
"Ho lasciato Jiho." Yoongi si strozzò con il ramen che aveva appena messo in bocca iniziando a tossire.
"Come scusa?" Mi chiese pulendosi la bocca.
"Già. "

Non chiese altro, stava aspettando che fossi pronto a parlarne. Si limitò solo a guardarmi per qualche secondo con quei suoi occhi che da taglienti si erano fatti un po più grandi e rotondi, sembrava stesse cercando di entrarmi dentro la testa per leggerne tutti i pensieri.
Così decisi di assecondarlo.
"Mi ha dato della puttana perchè sono rimasto a dormire da voi." Buttai fuori un sospiro amaro ed ironico.
Quelle parole mi facevano ancora sentire sporco, sbagliato, ma avere lui accanto a me le rendeva un po più leggere, se leggere era il termine corretto.
Una strana espressione si formò sul suo volto, ma non riuscii a coglierla perchè rapidamente abbassò lo sguardo.
"Forse era solo arrabbiato." Commentò continuando a tenere gli occhi fissi sulla ciotola sotto di lui.
"Forse si, ma io sono stanco di sentirmi così." Ammisi.
"Così come?"
Lo guardai dritto negli occhi dopo che li aveva posati su di me.
"Rotto." Risposi sincero alzando le spalle.

Vidi le sue pupille restringersi e le labbra chiudersi con forza. Era palese che provasse della collera, che fosse arrabbiato. Decisi di rimettermi a mangiare, fingendo di stare perfettamente bene, non volevo pesargli ulteriormente.
"Ma non preoccuparti, non mi farò più trattare così!" Gli sorrisi forzatamente e mi concentrai sulla cena.
Dopo il secondo boccone le sue dita si intrecciarono al ciuffo di capelli che mi cadeva sugli occhi. Sussultai a quel gesto e cercai di rimanere immobile.
"Vieni qua." Sussurrò.
Rimasi ancora immobile sperando che non sentisse il mio stomaco vibrare mentre trattenevo il fiato.
"Vieni qua, non ti mangio!" Ridacchiò afferrandomi i fianchi per tirarmi più vicino a lui.

Eravamo seduti sul pavimento, uno in braccio all'altro.
Mi piaceva, mi piaceva da morire.
Il suo profumo era inebriante e leggero. Appoggiò la sua guancia alla mia mentre mi cingeva la vita con le braccia e mi cullava piano, mi diede un piccolo bacio delicato e si poggiò di nuovo su di me.
"Sai una cosa fiorellino? Ti hanno mai detto che esiste un momento nella vita in cui tutto ciò che sei, tutto ciò che senti inizia a starti stretto, e quello è il momento migliore per cambiare direzione. Per cambiare strada." Un altro piccolo bacio sulla tempia.
Mi sentivo andare a fuoco.
"Perchè ci possono essere momenti di difficoltà, momenti dolorosi, ma è come se quell'istante fosse una luce che appare all'improvviso nell'oscurità, e l'unica cosa che puoi fare è seguirla."
In quella posizione riuscivo a sentire il suo battito che mi solleticava la schiena coperta solo dalla t-shirt che indossavo.
"Yoon..." Lo guardai piegando la testa di lato. Quegli occhi scintillanti mi rapirono appena si incastrarono nei miei.

Eravamo vicini, tremendamente vicini, così vicini che potevo contargli le ciglia. Gli sorrisi mentre lui sorrideva a me di rimando.
"Voglio solo che tu sia felice." Mi disse prima di lasciarmi un altro dolce bacio sulla guancia.
Tornai a guardarlo, non riuscivo più a resistere, il mio corpo tremava da cima a fondo e solo in quel momento mi resi conto di quanto avessi desiderato segretamente quel momento tutto nostro. Lo avevo immaginato mille volte senza neanche che me ne rendessi conto.
Mi sporsi in avanti azzerando la poca distanza che c'era fra le nostre labbra e poggiai le mie sulle sue, staccandomi subito dopo consapevole della follia che avevo appena fatto.
Lui mi sorrise ancora una volta.
"Non dovrai più romperti fiorellino."
Portò due dita sul mio mento e mi avvicinò ancora una volta baciandomi con dolcezza.
Le sue labbra screpolate si sfiorarono con le mie per un istante prima di attaccarcisi come una calamita. Mi riempiva il cuore di gioia batteva forte e finalmente leggero, lo faceva davvero.
Era una follia la nostra? Si. Mi importava? Apparentemente no.

Before of you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora