"Cosa c'è dentro quella borsa che ti porti dietro? Me lo dici?" Mi chiese tirando un'altra boccata di fumo. Improvvisamente l'eccitazione si trasformò in timidezza.
"N-non é niente..." Gli risposi abbassando lo sguardo.
"Fammi vedere."
Mi porse la mano cercando di convincermi a porgergli la borsa di carta. Passai un altro paio di secondi riluttante, cercando di decidere cosa fare, ma non avevo altra scelta, non riuscii a trovare un'altra scusa plausibile.
Così dovetti cedere alle sue richieste.
"È solo una sciocchezza." Ammisi lasciando che la prendesse.
Fissò l'involucro curioso, come un bambino che cerca di indovinare i propri regali di natale. Strappò la carta e sbirciò all'interno, mettendo fine alla mia tortura.
Le opzioni erano due, o lo avrebbe amato, o lo avrebbe odiato.
Vidi nascere sul suo volto un sorriso incredibilmente divertito quando le orecchie del gattino sbucarono fuori dal sacchetto, seguite dal muso.
"È per me?" Mi chiese ridacchiando come un bambino.
"Si... È solo... È solo una sciocchezza." Gli risposi sempre più timido.
"Non avrei dovuto prenderlo, mi rendo conto che sia una sci-" non riuscii a finire la frase che le sue labbra si piazzarono sulle mie assaporandole nel freddo della notte.
"É bellissimo!" Disse staccandosi un istante prima di tornare a baciarmi.
"Grazie. Mi piace moltissimo." Mi baciò ancora una volta alleviando un po' la preoccupazione che mi aveva torturato fino a quel momento.
"Dimmi la verità, l'hai scelto per il suo aspetto? Trovi che mi somigli?" Se lo portò vicino al volto imitandone l'espressione. Accigliò ancora di più gli occhi e strinse le labbra facendomi scoppiare a ridere.
"Ti piace davvero?" Gli chiesi ridendo ancora con una mano davanti alla bocca. Annuì velocemente.
"Non avresti potuto fare di meglio!"Entrammo dentro casa baciandoci con passione, lanciai le chiavi sul mobile e ci sfilammo le scarpe senza staccarci neanche un istante. Mi spinse verso il salotto mentre le sue mani vagavano fra i miei capelli e sotto alla felpa stringendomi la pelle ancora avvolta dalla maglia aderente e semitrasparente.
Il divano bloccò i nostri passi facendo scontrare i nostri bacini.
"Credo sia arrivato il momento di toglierti questa meraviglia." Mi ringhiò sull'orecchio afferrando l'orlo della felpa. Lo aiutai a sfilarmela, facendomi rimanere con il petto quasi scoperto. I miei capezzoli sporgevano dal tessuto, premevano su di esso chiedendo di essere liberati, punti dal freddo improvviso che invadeva l'esterno del mio corpo. Portò le labbra sul mio collo continuando a scendere.
La sua lingua bagnava la mia pelle, sfondava la maglia raggiungendola, quasi come se non esistesse mentre le sue mani si stringevano sulla mia vita. Rabbrividii ancora di più tentando di trattenere un gemito quando arrivò su uno dei due capezzoli, afferrandolo fra le labbra e tirandolo con forza. Tornò a baciarmi le labbra e sfilò anche quell'indumento ormai inumidito dai suoi baci e subito dopo fece lo stesso con il suo maglione.
Mi morsi un labbro osservando quel corpo che tanto mi mandava in estasi.
Mi abbassai leggermente per leccargli una clavicola e succhiarne una parte.
Era bello sentirlo gemere.
Era bello sentirlo gemere per me.Mi staccai da lui con il fiato corto, i suoi occhi affilati mi seguirono mentre gli afferrai la mano per condurlo dall'altra parte del divano facendolo sedere su di esso. Mi inginocchiai di fronte a lui e portai le mani al cinturino dei suoi pantaloni sganciandoli lentamente continuando a guardarlo dritto in faccia. Le sue mani vagarono sulle mie guance accarezzandomi mentre mi guardava dall'alto.
Era caldo, caldissimo, ogni parte del suo corpo sembrava scottare sotto i miei polpastrelli.
Gli lasciai un paio di baci umidi sulla pancia e con i denti afferrai la zip dei suoi pantaloni tirandola giù.
Mi sentivo in imbarazzo? Si, ma non mi importava, riusciva a rassicurarmi anche con quell'espressione compiaciuta in volto, mentre stringeva un labbro fra i denti consapevole di cosa sarebbe venuto dopo.
Alzò il bacino aiutandomi a sfilargli pantaloni e mutande, librando la sua erezione desiderosa di attenzioni. Lo guardai ancora un attimo prima di poggiare le labbra su di essa mentre si contorceva sotto di me. Lo feci ancora, baciandone alcuni punti lungo la sua lunghezza. Tirai fuori la lingua e tracciai una linea dalla base alla punta.
"Hai intenzione di torturarmi ancora per molto?" Ringhiò trattenendo un altro gemito.
"Abbi un po' di pazienza per favore." Lo presi in giro acconsentendo subito dopo alle sue richieste inglobando gran parte della sua intimità giocando con la lingua intorno alla sua punta come meglio riuscivo, sentendolo emettere un suono soffocato.
Il suo petto si alzava e bassa tanto veloce quanto la mia testa mentre le mie mani vagavano lungo il suo petto tonico. Portò le dita sul mio collo poggiandole sul pomo d'Adamo quando andai più in profondità arrivando fino in fondo, rischiando di soffocarmi.
"Mmh, piccolo..." Mugolò guardandomi.
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Before of you.
FanfictionQuando tutto ció che ti succede intorno ti schiaccia e ti opprime, fino ad annullarti, hai solo due opzioni. Lasciarti travolgere e schiacciare da chi ci vuol fare sentire un inetto oppure riscattarti e vivere la tua vita allontanando il dolore. E H...