17. Autumn leaves

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La mattina mi svegliai con un forte mal di testa, anora una volta, la litigata con Jiho mi aveva ronzato in testa tutta la notte impedendomi di dormire. Sicuramente essersi ritrovato Taehyung davanti lo aveva infastidito, non riusciva a farseli andare giù e non capivo come mai.
Mi alzai lentamente dal letto e mi infilai in doccia per svegliare i muscoli intorpiditi dal calore del piumino leggero.
Probabilmente non si aspettava che in quel momento gli parlassi di ciò che mi infastidiva e feriva, sicuramente gli aveva dato fastidio prendendolo un po alla sprovvista. Ma avevamo deciso di parlarne ogni volta e doveva aspettarsi che sarebbe potuto succedere prima o poi.
Probabilmente non voleva che accadesse proprio in quel momento e si aspettava di trovarmi pronto a subire e fingere che fosse tutto normale, ancora una volta.

Mi vestii con i primi abiti che trovai e uscii di casa per raggiungere l'università.

Sicuramente trovare Yoongi e sentire lo stupido nomignolo con la quale mi chiamava lo aveva fatto infuriare, completando l'opera iniziata minuti prima. Anche se, se devo essere sincero, non volevo che smettesse di chiamarmi fiorellino, non mi dava fastidio e in qualche modo rendeva unico il nostro rapporto, un po come il nostro incontro casuale che si stava trasformando in una vera e propria amicizia. Forse.
Mi faceva male rivivere quell'espressione di rabbia, la forza con cui mi strattonava.
Lo volevo ancora nella mia vita? La risposta era ovvia, dovevo solo trovare la forza di dirlo chiaramente.
"Hei Hobi!" Mi chiamò Taehyung, appoggiato all'angolo del cafe davanti al polo universitario, mentre stringeva in mano due enormi tazze di caffè. Il mio amato americano.

Si sbagliava di grosso quando diceva che senza di lui non sarei stato solo, avrei avuto i miei amici, che vedevo molto più spesso di quanto vedessi lui.
Avrei avuto Seokjin, un fratello, un compagno, la persona che mi conosceva meglio di tutti.
E adesso, avrei avuto anche Yoongi, lo capii quel pomeriggio, quando era rimasto con me fino a che non era tornato Jin Hyung, solamente per farmi compagnia e distrarmi.
Quel ragazzo stava incrementando il debito che avevo con lui, eravamo passati dal caffè al sostegno morale, e qualcosa mi diceva che sarebbe aumentato ancora.

Taehyung. Un enorme sorriso mi apparse sul volto, ero quasi commosso nel vederlo. Era li che mi aspettava come sempre e non se ne sarebbe mai andato. "Mi dispiace per ieri.." Gli dissi abbracciandolo.
Era un gesto insolito, ma mi era venuto dal cuore, complice anche il voler nascondere la mia commozione.
"E di cosa? Dispiace a me se ti ho fatto discutere con Jiho." Mi rispose ricambiando un po sorpreso il mio gesto di affetto improvviso.

Jiho.. Solo sentir parlare di lui mi fece venire un brivido gelato lungo tutta la schiena.
"Andiamo, gli altri ci stanno aspettando." Cambiai argomento repentinamente per evitare che mi facesse altre domande, afferrai il mio caffè e ci dirigemmo in facoltà, ma non lasciò perdere.
"Ti ha trattato tanto male?" Mi chiese sporgendosi con la testa invadendo la mia visuale mentre camminavamo.
"In realtà se n'è andato senza di me." Gli risposi ghignando ironicamente. "Davvero?" Chiese incredulo.
"Già, ma non ti preoccupare, non è colpa tua." Lui non aveva fatto niente di male, era Jiho che non era in grado di riuscire a resistere neanche il tempo di un caffè.
"Non saresti dovuto rimanere a parlare con me." Disse lui soffermandosi sui propri pensieri.
"Ti ho fatto solo una domanda Tae, se lui non riesce a capirlo non è un problema mio." Gli dissi portandomi il bicchiere alle labbra.
"Sono stanco Tae, sono stanco del suo carattere del cazzo. Non riesco mai a stare tranquillo un attimo. Sembra che sbaglio sempre tutto." Ammisi.

"Hei ragazzi! Ce ne avete messo di tempo!" Ci rimproverò Jimin vedendoci arrivare.
"Colpa mia, ero in ritardo!" Spiegai stringendomi nelle spalle.

Avevo fatto davvero fatica quella mattina ad alzarmi ed il mal di testa stava continuando a martellarmi le tempie, anche se l'aria fresca aiutava a migliorare la situazione.
"Tu in ritardo?" Commentò Jungkook "Hai fatto le ore piccole ieri sera?" Continuò facendo sghignazzare il fidanzato.
"No, niente del genere." Almeno non come insinuavano loro...
"Mettiamoci nell'aula studio." Li interruppe Taehyung salvandomi dal dare spiegazioni che non avevo voglia di dare.

Abbandonammo l'enorme cortile in pietra costeggiando il viale alberato che portava all'entrata dello stabile. Le mura grigie si sfumavano dietro alle foglie verdi degli alberi che sventolavano leggere mosse dalla brezza leggera e le finestre brillavano illuminate dal sole che splendeva alto in cielo. Era una bella giornata, senza nebbia e l'aria era fresca rendeva piacevole il tepore del sole. Mi piaceva quel posto, mi dava pace. Entrammo nell'aula studio e prendemmo posto al nostro solito tavolo, circondati da altri gruppi di ragazzi chini ognuno sul proprio libro o sul proprio monitor.
"Dopo abbiamo progettazione, spero che non ci assegni un altro di quel lunghissimi e difficilissimi progetti. Non riesco più a tagliare pezzettini di compensato!" Sbuffò Taehyung infastidito ed esausto.
"Devo ancora finire il progetto sul futurismo!" Continuò portandosi una mano alla testa.
"Non è che stai lavorando troppo?" Chiese preoccupato Jimin.
"Chim devo... Sennò non riuscirò a pagare gli studi."
"Per il futurismo ti aiuto io, non ti preoccupare." Gli sorrisi rassicurandolo.

Io avevo già terminato lo studio e la ricerca, avrei potuto tranquillamente prendermi un paio di giorni per aiutarlo. "Lo faresti davvero?" Mi chiese con occhi speranzosi.
"Ma certo scemo!" Ridacchiai.
"Ti stai affaticando troppo." Ribatté Jungkook guardandolo male.
"Devo solo abituarmi ai ritmi, non è facile lavorare e studiare, ma ce la farò." Lo rassicurò cercando di sembrare più convinto possibile.
"Cambiando argomento, ho una domanda per te Hobi." Tae catturò la mia attenzione in un istante.
"Che ha combinato questa volta?" Lo stuzzicò Jimin guadagnandosi una mia occhiataccia.
"Come fai a conoscere Yoongi?"
"Chi è questo?" Chiese Jungkook tuffandosi sul tavolo con gli occhi pieni di curiosità, seguito da Jimin.

Sentii le guance scaldarsi e l'ansia salire. "Oh, è solo..." Inciampai sulle mie stesse parole.
"Andiamo Hobi, sembravate conoscervi bene..." Ammiccò Taehyung aumentando la pressone che gli altri due esercitavano su di me in quel momento.
"Sei un ficcanaso! Yoongi è il fratello del fidanzato di Jin Hyung, va bene?" Dichiarai infastidito da tutta quella curiosità.
"Ah si?" Continuò volendo sapere di più. "Come mai ci hai tenuti all'oscuro della sua esistenza?" Chiese Jimin fingendosi offeso. Io sapevo che quel suo tono di voce non prometteva niente di buono, tutti lo sapevamo.
Non era realmente offeso, voleva i dettagli.
"Che cosa avrei dovuto dirvi... Nmajoon ha un fratello che si chiama Yoongi?!" "Raccontaci com'è." Mi ordinò senza mollare la presa sul mio povero cuore che iniziava a battere veloce.
Voleva i dettagli e non avrebbe indietreggiato per niente al mondo. Non avevo mai pronunciato quel nome così tante volte nell'arco di un'intera giornata.

Maledetto Taehyung. Lui e la sua linguaccia lunga.
"Che ti devo dire... Un ragazzo normale." Risposi mentendo più a me stesso che a loro.
"Normale?? Ma l'hai visto per bene?" Mi pugnalò Taehyung.
"Fatemi capire... E' pure un bel ragazzo?" Chiese Jungkook per conferma.
"Perchè sei rosso Hoseok?" Mi punzecchiò Jimin.
In quel momento stavo odiando Taehyung, mentre ridacchiava sotto i baffi, facendo capire a tutti quanti che fosse davvero un bel ragazzo e illudendoli che io avessi una cotta per lui o chissà cosa.
"Io rosso? Ma smettila. Si è un bel ragazzo, ma è il fratello di Namjoon, fine della storia."
Ma quello che non sapevano era quanto in realtà fosse attento e premuroso, anche se dall'esterno sembrava un cactus annoiato.
"Ok, scusa, non ti scaldare!" Ridacchiò Jungkook lanciando un'occhiata d'intesa agli altri due.

La giornata finì velocemente, non grazie al mio mal di testa che stava aumentando sempre di più, non vedevo l'ora di tornare a casa e dormire. Taehyung era andato via prima per entrare a lavoro così sarei tornato a casa da solo. Almeno credevo. Jimin e Jungkook mi stavano aspettando all'uscita dello stabile, mano nella mano, mentre si scambiavano teneri bacetti sulla guancia.
Ero quasi tentato di ignorarli e tirare a diritto. Vederli così mi faceva venire il voltastomaco, non per loro, per me.

Non facevo che pensare a Jiho e a quanto fosse rude il suo modo di trattarmi, quanto fosse grezzo. Stavo iniziando ad odiarmi per essere stato con lui così tanto tempo senza neanche rendermi conto di quello che stava succedendo. Ripercorsi i ricordi a retroso, cercando anche solo un momento in cui fosse stato così tenero con me, una sola volta in cui mi avesse baciato in pubblico, in cui fosse stato carino quando eravamo da soli a casa, che mi avesse tenuto la mano. Sbuffai infastidito e frustrato arrendendomi al fatto che probabilmente non era mai accaduto e non sarebbe mai successo.

Before of you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora