Solitudine
Da quando aveva compiuto cinque anni, la routine delle giornate di Shoto era pressochè identica.
La mattina si alzava, faceva colazione raramente in compagnia, andava a scuola e non appena tornava doveva studiare e allenarsi per mantenersi in forma.
Per lui non esisteva la compagnia, l'uscita con un amico che tanto non aveva, una festa di compleanno... niente.
La prestigiosa famiglia Todoroki doveva le sue origini all'antica città di Kyōto, conosciuta per il
proprio concentrato di arte e cultura.
Il trisavolo di Shoto, originario della prefettura di Shiga, aveva preso le redini di un clan shinobi molto potente della zona e si era impegnato nello stringere legami con determinate famiglie altolocate.
Per lui il potere era tutto: era una persona molto autoritaria, un vero e proprio autocrata e non accettava che ci fossero dissidenti tra i suoi ranghi, pena la morte.
Aveva sì rafforzato il clan, ma lo aveva fatto prosperare nel terrore e nel dolore.
Il nonno di Enji Todoroki, padre di Shoto, si ribellò ai soprusi del nonno e decise, una volta divenuto capo clan, di trasferirsi ad Osaka, troncando ogni legame con chiunque fosse da lui ritenuto spregevole e dannoso per la sopravvivenza della propria famiglia.
Nonostante gli sforzi di riportare il clan ai tempi in cui viveva in pace e armonia con gli altri, il clan visse una vita tranquilla fino a che il nonno di Shoto non andò al potere, rifacendo cadere il clan sotto la paura, facendolo isolare da tutti quanti.
Ad Osaka la maggior parte della popolazione conosceva la famiglia Todoroki e la sua storia, per questo motivo tendevano ad evitare il povero ragazzo che non aveva altro se non la sorella.
Shoto considerava casa sua come una vera e propria prigione: non solo non poteva uscire se non per questioni prettamente scolastiche o mediche, ma nessun domestico era autorizzato a conversare o intrattenersi con lui.
Se ciò accadeva e veniva scoperto dal padrone di classe, entrambe le parti avrebbero ricevuto una punizione per aver infranto una delle tante regole da Shoto ritenute assurde nell'inferno nel quale viveva."Saresti dovuto scendere tre minuti fa, cosa aspettavi ad alzarti? La balia?" Il bicolore si inchinò in segno di scuse davanti al padre e si sedette al tavolo di cucina aspettando la sua colazione.
Avrebbe voluto aiutare la sorella ma sapeva benissimo che non avrebbe potuto o lei ne avrebbe pagato le conseguenze.
La ragazza portò le pietanze a tavola e sorridendo augurò buon appetito ad entrambi."Ti consento di mangiare perchè oggi hai l'allenamento a scuola, altrimenti saresti andato digiuno per questa mancanza di rispetto nei miei confronti."
"Oh papà non essere così duro, ieri ho costretto Shoto ad aiutarmi con un compito-"
"Non mi pare di averti interpellata o mi sbaglio? Zitta e và a lavorare dato che ci tieni così tanto a farmi sfigurare" Fuyumi strinse le bacchette ma non fiatò, continuando a mangiare in silenzio lanciando un'occhiata a Shoto.
Sua sorella aveva mentito per proteggerlo, subendo l'ennesima angheria da parte del padre.Entrambi i fratelli uscirono di casa dopo poco e si diressero ognuno verso la propria meta.
Shoto entrò a scuola puntuale e come sempre si sedette all'ultimo banco della propria classe, seguendo le lezioni come era abituato a fare.
Come da copione, nessuno gli rivolse la parola, se non i professori a cui non interessava minimamente chi fosse o da dove provenisse.
All'ora di ginnastica andò a cambiarsi negli spogliatoi della palestra, indossando il suo kimono e raggiungendo il suo maestro di tiro con l'arco."A breve ci sarà una gara di singoli, per chi volesse partecipare l'iscrizione è affissa al tabellone in palestra. Vi darò altre informazioni appena me le comunicheranno. Forza, iniziamo"
Per un'ora il ragazzo non fece altro che esercitarsi con arco e freccia, centrando quasi ogni volta il centro del bersaglio.
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Shoganai
ФанфикShoto Todoroki soffre di alessitimia, un disturbo nato a causa della situazione familiare nella quale vive, una famiglia distrutta e priva di gesti di affetto. Un incontro inaspettato con un giocatore di basket potrebbe riaccendere in lui quella par...