36. Taiketsu

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Resa dei conti

"Comunque sono davanti a casa nostra. Metterò un po' di musica rilassante, quella che Kacchan odia! Ti aspetto, così facciamo il dolce insieme!"
Izuku chiuse la chiamata ed entrò in casa posando l'occorrente per fare la crostata vicino ai fornelli, accendendo successivamente la smart tv per mettere un po' di musica, quando il campanello di casa suonò.
Si diresse all'ingresso aprendo la porta aspettandosi Shoto, invece rimase sorpreso quando al di là del cancello vide la figura del supplente.

"Uhm professore? Che ci fa qui?" Il ragazzo tirò fuori dalla tasca il panetto di burro intatto, mostrandolo al giovane.

"Quando prima ci siamo scontrati ti è caduto questo! Ho dovuto chiamare la scuola per sapere dove abitassi. Immagino ti servisse visto gli ingredienti che ti ho fatto cadere." Izuku si grattò la testa e aprì il cancello, invitando il professore a prendere un tè per ringraziarlo del disturbo.

"In squadra sempre e per sempre eh?"

"Scusi?" Il professore sorrise.

"Intendevo dire, vivete tutti insieme, ho visto i nomi al campanello"

"Oh si, siamo grandi amici. Ci vuole lo zuc-"
Izuku fece cadere il bicchiere semi pieno a terra quando un panno si posò contro il suo viso, tappando sia naso e che bocca.
Smise subito di respirare avvertendo il tessuto bagnato e immaginò fosse imbevuto di cloroformio mentre cercava di liberarsi dalla presa ferrea di quello che fosse il suo professore, lottando per riuscire almeno a staccarsi a lui.
Riuscì a toglierselo di dosso ma cadde a terra frastornato a causa della pesantezza che stava avvertendo alle gambe, intuendo che quello che aveva inevitabilmente inspirato non fosse ciò che pensava.
Iniziò a sentire le forze venir meno mentre una seconda figura gli si palesò davanti, facendogli assottigliare gli occhi in un'espressione carica d'odio.

"K-Kacchan... t-ti troverà"

"E troverà la sua tomba." Sentenziò quella voce prima di farlo cadere nell'oblio a causa di un pugno che gli fece perdere i sensi.


"Sveglia dell'addormentato... non è educato dormire mentre si è ospiti in casa altrui"
Izuku avvertì quelle parole lontane: la testa gli doleva e non riusciva a trovare le forze per aprire gli occhi.

"Forse gli serve un aiutino" Un forte dolore allo sterno lo fece urlare così tanto che gli occhi gli si aprirono in automatico, lacrimando appena.
Enji Todoroki gli aveva appena assestato un calcio alle costole, mozzandogli il fiato per qualche secondo.
Tossì un po' e riuscì a mettere a fuoco la stanza nella quale si trovava: sembrava una palestra e sicuramente era quella nella quale Katsuki aveva trovato il corpo esanime di Shoto.
Davanti a lui ergevano il capo Koga e quello che era, o sarebbe dovuto essere, il suo supplente.

"S-sei stato tu... a-a far finire... le lezioni prima" Parlò il verdino a fatica riuscendo a malapena a tirarsi su col busto.
Si accorse di non essere nemmeno legato, questo a causa della paralisi che stava iniziando a lavorare sul suo sistema muscolare.
Il ragazzo ghignò sadico, estraendo un kunai da dietro la schiena, rigirandoselo tra le dita.

"Esattamente. Mi serviva che tu fossi solo in casa o non avrei mai potuto competere con voi. Per essere un Iga sei davvero uno sprovveduto."

"C-cosa... c-cosa mi ha dato" Enji prese parola, osservando con disgusto il ragazzino ai suoi piedi che cercava di allontanarsi strisciando via.

"Ho fatto delle ricerche su di te. Sei esperto di erbe. Mi saresti stato d'aiuto dalla mia parte ma disgraziatamente mi sarai utile solo come esca per il tuo amichetto. Spero che qualcuno arrivi in tempo per salvarti, il curaro non aspetta nessuno."
L'Iga si pietrificò sul posto, rilasciando un urlo pregno di dolore quando il kunai venne conficcato nella sua gamba sinistra evitando accuratamente l'arteria femorale.

"Vedo che lo conosci. Vi ho sempre odiati e sto per avere la mia rivincita sia su quel finocchio di mio figlio sia sul bastardello che se lo porta a let- o è arrivato qualcuno a farci compagnia! Vuoi unirti a noi? La festa è appena iniziata"
Shoto entrò nella stanza e si bloccò nel vedere l'amico sofferente sul pavimento con un pugnale affondato in una gamba, affiancato da due persone.
Stette sulla soglia qualche attimo in completo silenzio, rivivendo dentro di sè ciò che il padre gli aveva fatto in quella palestra teatro di molti orrori.

"Lascialo andare, ora" Se ne uscì risoluto cercando di non tremare dalla paura.
Si, perchè il bicolore aveva una paura tale da non permettergli alcun passo in avanti.
I fratelli erano rimasti a trattenere per quanto possibile le guardie della casa mentre Fuyumi si era affrettata a telefonare a Katsuki e agli altri.

"E' così che si parla ad un padre? Non ci vediamo da un po'"

"E' me che vuoi... lascialo andare!" Alzò la voce iniziando a vedere il sangue fuoriuscire lentamente dalla ferita dell'amico.

"Lui non mi serve. Voglio che tu ti sposi con Ichiro qui presente. Sarà lui il successore del clan. Firma le carte e poi potrai sparire assieme al tuo amichetto qui" Disse Enji picchiettando scherzosamente il capo pieno di ricci del ferito.
Il figlio osservò il padre e successivamente il giovane ragazzo che adesso aveva in mano alcuni fogli di carta.

"Sono già compilati ma serve la tua firma. E' l'atto di matrimonio. Firmalo"

"N-non farlo S-shoto" Enji spinse leggermente il kunai nella gamba e Izuku urlò dal dolore tentando si spintonarlo, anche se poteva benissimo avvertire che il suo corpo non stava già più rispondendo al suo volere.

"Le firmerò! Lascerò a lui il clan! Ma voi allontanatevi da lui!" Ichiro lasciò i documenti a terra e si allontanò di qualche passo alzando le mani assieme ad Enji, i quali ghignarono soddisfatti.
Il bicolore corse dal coinquilino e lo prese tra le braccia rassicurandolo che Katsuki sarebbe arrivato presto.

"E' una... t-trappola"

"Cosa avrei dovuto fare, lasciarti morire? Devo restituirti così tanti favori" Izuku sorrise debolmente e lo abbracciò non riuscendo a stringerlo come avrebbe voluto.

"Va bene c-così, non mi devi.. niente... s-stai accanto a Kacchan, solo questo." A Shoto quelle parole fecero aggrottare le sopracciglia e lo staccò da sè guardandolo dritto negli occhi: l'amico stava sorridendo nonostante sotto di sè la pozza di sangue si stesse allargando con una lentezza disarmante.

"Ti porteremo in ospedale, è solo una feri-" Il verdino scosse la testa.

"E' curaro" Shoto si paralizzò e lo osservò attentamente: lo stava per caso prendendo in giro? Quella sostanza era stata dichiarata illegale anni e anni prima a causa dell'elevata mortalità.
Come aveva fatto il padre a reperire quel veleno? Era impossibile...

"Il kunai..." Sussurrò inorridito prima di mettere su un'espressione rabbiosa.

"Lui non c'entrava niente! Maledetto!" Urlò Shoto alzandosi di scatto non accorgendosi però che il complice di suo padre era già andato dietro la sua schiena e con un colpo secco lo aveva steso a terra, bloccandogli le braccia dietro la schiena.

"Portalo di là e uccidilo. Io mi occupo degli altri reietti che ho messo al mondo". Il ragazzo si mise a tirare verso la porta della palestra uno Shoto che scalciava del disperato tentativo di liberarsi, gli occhi lucidi fissi sul corpo ferito dell'amico, ancora nella stessa posizione nel quale l'aveva trovato.

"Sei un vigliacco! Lui è innocente! Che tu sia maledetto Enji!"

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Buonasera!
Le cose si fanno seriamente preoccupanti per i nostri amici...
Riusciranno i rinforzi ad arrivare in tempo come l'ultima volta?
Lo scopriremo presto!
Un bacio e buonanotte!
Hanami





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