10. Ikari

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Rabbia


"Sono così felice Sho! La psicologa ha detto che ha notato dei miglioramenti! Sono così orgogliosa di te! Andiamo a festeggiare! Ti porto a fare merenda" 
La seconda seduta del mese a quanto pare era andata bene.
La donna non appena aveva varcato la soglia di casa aveva notato subito lo sguardo del ragazzo diverso dal solito... meno vuoto e più... vivo.
Non aveva fatto chissà quali passi da gigante, ma si era aperto con lei raccontandole di aver avuto un'uscita con dei compagni di scuola e di aver parlato con loro più di una volta durante i loro allenamenti, mantenendo comunque la sua attutale apatia.
Dopotutto, non poteva di certo guarire dalla sua malattia mentale in qualche settimana.
Si fermarono ad una bancarella e presero un paio di spuntini ciascuno, camminando in silenzio lungo il marciapiede.

"Mi piacerebbe vedere una tua competizione. Non sono mai potuta venire e un po' me ne vergogno" Il fratello mangiò l'ultimo boccone del suo Negiyaki e guardò l'ora sul suo telefono.

"Alla Nishiiteri c'è la prima partita di campionato della squadra di basket" Fuyumi lo guardò con le guance piene e ingoiò in fretta e furia il cibo.

"E me lo dici così? Giocano i tuoi amici?"

"Non sono miei amici" La maggiore lo prese per mano e con un autobus arrivarono in pochi minuti al palazzetto adibito dalla pallacanestro.

"E' appena iniziato l'ultimo tempo e la nostra scuola è in vantaggio"

"Ma è grande questo posto! Ed è pieno di studenti! Hai anche mangiato la cipolla!" Shoto mise su un'espressione corrucciata non capendo, chiedendo spiegazioni alla sorella.

"Se tu dovessi baciare qualcuno lo atterreresti seduta stante" scherzò lei dandogli una spallata fraterna.

"E chi dovrei baciare? Non sono interessato a relazioni e poi i legami sono inutili, una palla al piede che ti conduce nell'oblio" L'albina alzò gli occhi al cielo scorgendo in quelle parole l'ombra del padre, ma decise di non continuare oltre il discordo.

"Sono i ragazzi con la divisa arancione e nera?"

"Si." si limitò a rispondere osservando i ragazzi giocare. 
Non aveva mai assistito ad una partita di basket, suo padre non gli aveva mai concesso niente.
Non capiva il motivo per il quale i suoi fratelli affermavano che fosse il prediletto se non gli era mai stato fatto un dono o una carezza.
L'anaffettività era la colonna portante di casa Todoroki e nessuno avrebbe potuto dire il contrario.

"Quello dai capelli rossi ha schiacciato! Che forza!" 
Gli occhi eterocromatici studiarono attentamente il gioco, non perdendo di vista i ragazzi che conosceva.
Il basket appariva in maniera differente dagli allenamenti: era un gioco dinamico, attivo, nel quale i giocatori si sfidavano rubandosi la palla a vicenda per correre a canestro e segnare.
Ripetè nella sua mente i vari ruoli che gli erano stati spiegati in uno dei loro incontri pomeridiani.
Izuku era l'ala piccola, specializzato nei passaggi e con grande capacità di penetrazione delle difese avversarie.
Shinso, l'ala grande, stava principalmente intorno al canestro per aiutare nei canestri.
Denki, invece, avendo un'ottima mira aveva il ruolo della guardia tiratrice, ovvero colui che segnava spesso tirando da fuori area.
Eijiro, essendo muscoloso e più alto degli altri ricopriva il ruolo di centro, stando sotto il canestro per difesa e per prendere i rimbalzi.
Infine c'era Katsuki, il playmaker: miglior tiratore e colui che guidava l'attacco della squadra, anche se in definitiva era Shinso, che nonostante il ruolo, dirigeva il gioco.


"Hanno vinto senza problemi direi" I due erano appena rientrati in casa, accendendo la luce d'ingresso per togliersi le scarpe e riporle nell'apposita scarpiera.

"Sono bravi, solo un cieco direbbe il contrario" 

"Vedo che te la sei spassata oggi" I due fratelli si gelarono sul posto, voltando lo sguardo verso l'imponente figura del padre.

"Eravamo a vedere una partita della scuola"

"Shoto si deve solo allenare! Lo rendi una femminuccia stupida donna!" Il ragazzo si mise avanti alla sorella quando vide gli occhi del padre infiammarsi, inasprendo ancora di più quel volto carico di rabbia.

"Sono stato io a voler andare. Lei tienila fuori"

"Tu e la tua lingua mi avete stancato! Portami rispetto moccioso!" Un violento schiaffo si abbattè sulla guancia del bicolore, facendogli voltare di scatto il capo per la forza del colpo prima che le dita tozze dell'uomo non gli afferrassero i capelli, tirandoli in avanti.

"Va subito in palestra ad allenarti! Stasera non mangerai e se solo proverai a non ubbidirmi quello schiaffo lo regalo anche a tua sorella" Il figlio annuì in silenzio sparendo nel lungo corridoio scuro, venendo raggiunto una decina di minuti dopo dal padre con un bastone in mano.

"Dov'è Fuyumi" Il primo colpo lo raggiunse ad una mano, facendolo gemere dal dolore.

"Ancora questo tono? Ho dato una lezione anche a quell'errore umano. Ora conc-"

"Cosa le hai fatto!" Gli urlò contro Shoto venendo raggiunto da una raffica di bastonate indirizzate a tutte le parti del corpo a parte il volto e il collo.
Il ragazzo cominciò ad urlare dal dolore, imponendosi di non chiedere scusa a quel mostro che aveva sicuramente fatto del male all'unica persona che si prendeva cura di lui.
Quel supplizio andò avanti per molti minuti, prima che Enji colpisse con un'altra sberla il volto arrossato del figlio.

"Voglio vedere le mani sanguinare da quanto usi questo cazzo di arco! Inizio a pensare che tu sia un fallimento come quelle delusioni dei tuoi fratelli. Non ti ammazzo solo perchè ho intenzione di raddrizzarti e quell'altra mi serve per mangiare."


"Dov'è?"

"Signorino suo padre-"

"Mia sorella... voglio... mia sorella" La governante, dopo aver aperto la palestra alle sette della mattina successiva, gli disse dove si trovasse la persona che cercava evitando volontariamente lo stato in qui era ridotto.

"Mio dio Shoto! Cosa ti ha fatto" Il fratello non l'ascoltò e la guardò stancamente, scrutando le parti del corpo che riusciva a vedere, notando il polso, gli occhi e le guance di lei arrossate.

"T-Ti devo medicare. L-la tua mano destra sta sanguinando e hai la guancia bordeaux"

"Quindi.. stai bene?" L'albina annuì e tremò appena scoppiando a piangere, abbracciando il fratello di slancio, facendolo però gemere dal dolore.
Si staccò immediatamente cercando di sollevare la maglia del minore ma questo si scansò di scatto, affermando che avrebbe fatto da solo e che doveva andare a scuola.

"Non puoi andare a scuola in queste condizioni! Sei impazzito? Non hai dormito e non hai nemmeno mang-"

"E' tutta colpa tua bastardo!" 



*Negiyaki: pancake gustoso simile all'okonomiyaki, ma è ripieno di cipolla verde invece che di cavolo.
Buonasera,
capitolo che vi avrà fatto arrabbiare e chiedo scusa ma questo disastro mi serviva per ciò che accadrà dopo!
Ps. chi pensate sia la persona arrivata alla fine del capitolo?
Buon Sanremo!
Hanami

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