17. Tomoru

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Resta

"Mi fa sempre più schifo"

"E' tutto quello che sai dire? Nostro fratello è fuori al freddo, sotto la pioggia, senza un telefono e tu esordisci così?"
Shoto era scappato senza portare con sè nè il borsone, nè il telefono e non sapeva come contattarlo per assicurarsi che avesse raggiunto la destinazione sano e salvo.
Il maggiore dei fratelli digrignò i denti battendo un pugno sul tavolo.

"Non ho la palla di vetro, non posso sapere dove sia! L'unica cosa che possiamo fare è aspettare che sia lui a chiamarti"

"Su una cosa do ragione a Shoto... se tu non te ne fossi andato abbandonandoci lui non sarebbe cresciuto come un fantoccio esamine nelle mani di quel mostro! Lo sai da quanto non lo vedo sorridere? Da quanto non lo sento ridere? Finalmente stava facendo dei passi avanti e ora è andato tutto in fumo!"

"Non credo" esclamò Natsuo passando una tisana a sua sorella, sedendosi di fronte a lei.

"Non credo che stia tornando indietro...in macchina... Shoto stava piangendo e se non ricordo male, quando lui lo picchiava urlava si, ma non piangeva mai. Sta imparando a far riemergere i suoi sentimenti."

"Magra consolazione Nat" Dopo attimi di silenzio, Touya prese di nuovo parola chiedendole che conoscesse il ragazzo di Shoto.

"Non so chi sia, solo che si chiama Katsuki. Onestamente non so nemmeno se siano una coppia, ma sicuramente frequenta qualcuno e ha anche qualche amico adesso" L'albino dagli occhi azzurri sorrise tristemente.

"Mi sarebbe piaciuto far parte della sua vita, invece ha vinto la mia codardia"

"C'è sempre tempo. Io e te abbiamo chiarito no?" 
Improvvisamente un telefono squillò e la ragazza ci mise qualche secondo a capire che fosse quello di Shoto. 
Corse in sala e lo afferrò dopo aver letto il mittente.

Katsuki

"P-pronto?"



Il campanello suonò un paio di volte prima che Shinso andasse ad aprire la porta, trovandosi davanti uno Shoto zuppo da testa a piedi con gli occhi arrossati e le lacrime mischiate alle gocce di pioggia.

"C-c'è...Katsuki?" Hitoshi lo fece accomodare entrare chiudendo la porta alle loro spalle, scompigliandogli i capelli come a un bambino, chiamando la persona desiderata ad alta voce.

"Chi è Tos-Shoto! Che bel-" il verdino si zittì quando notò il bicolore bagnato con lo sguardo perso e afflitto.
Si fece da parte quando avvertì dei passi sul pavimento.

"Cosa cazzo urlate razza di cretini? Sto cuci-" Il biondo chiuse la bocca e come gli altri due si mise a fissare il ragazzo appena entrato.

"Ti ha messo le mani addosso?" Il minore lasciò cadere un'altra lacrima e il padrone di casa si mosse nella sua direzione, poggiando una mano dietro la sua nuca spingendoselo contro una spalla, baciandogli i capelli bagnati.
Shoto fece nascere un'espressione disperata sul volto e si aggrappò alla maglia dell'altro con tutte le sue forze, singhiozzando appena.
Stettero in quella posizione per vari minuti, finchè il più piccolo non si staccò poggiando una mano sul petto ora bagnato di occhi rossi.

"Mi dispiace, ho bagnato sia te che il pavimento"

"Non dire cazzate, il pavimento si asciuga e io mi posso cambiare" Esclamò il biondo non dopo aver alzato gli occhi al cielo.
Fremeva di rabbia ma non avrebbe potuto sfogarsi, non dopo aver trovato nel suo salotto uno Shoto diverso... uno Shoto quasi disperato tanto da lasciar libere le lacrime di fronte a lui.

"Mio padre...ha trovato la tua maglia e mi ha detto che... c-che mi ammazza se scopre che sei un Iga"

"Ancora con questa storia del cazzo! Gli shinobi sono morti e sepolti! I nostri sono gli ultimi capostipiti e basta. Mia madre col cazzo che si prende la briga di guidare un clan, ma figuriamoci" Izuku si schiarì la voce in maniera molto marcata e Katsuki lo guardò con quell'espressione che voleva dire cosa c'è adesso.

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