6. Omoide no Kazoku

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Reminiscenze di Famiglia


"La ringrazio, buona giornata" Fuyumi uscì dal fruttivendolo carica di buste incamminandosi per le strade di Osaka per dirigersi verso casa, quando ricevette un messaggio da suo fratello.

Ti va di vederci? Ho il giorno libero

Non aveva la benchè minima voglia di incontrarlo.
Da quando avevano discusso giorni addietro non si erano più sentiti, ne per chiamata ne per messaggio.
Sospirò e acconsentì comunque all'offerta, cambiando direzione raggiungendo il luogo dell'incontro venti minuti dopo.

"Potevi dirmelo che eri carica di buste, ti sarei passato a prendere"

"Nessun problema e poi ero nella zona di papà, non saresti venuto ugualmente".
Natsuo annuì incerto e si affrettò a chiamare la cameriera per ordinare dei dolcetti e del tè caldo.

"Mi... dispiace per la discussione. Non volevo farti arrabbiare, ma io tengo a te e ne morirei se ti succedesse qualcosa"

"Ma non moriresti se succedesse qualcosa a nostro fratello" L'albino alzò gli occhi al cielo e non appena venne portato loro ciò che aveva richiesto iniziarono a consumare quello spuntino di metà pomeriggio.

"E' mio fratello solo grazie al sangue che abbiamo in comune ma non gli voglio bene, non.. non ci tengo a lui. Touya è mio fratello, tu sei mia sorella non lui. Parliamoci chiaro Fuyu, non lo conosco nemmeno! Quante volte abbiamo pranzato insieme? Quante volte ci siamo fermati in camera a giocare ai videogiochi? A malapena parlavamo... come potrei considerarlo al vostro pari?"

"Sai cosa mi fa più male Nat? Il fatto che tu stia parlando con così tanta disinvoltura. Pensi davvero che sia colpa sua? Che lui abbia voluto la nostra famiglia ridotta in mille pezzi? Non lo da a vedere ma soffre! Soffre terribilmente e io non posso sostituire sia la mamma che voi contemporaneamente. Non ce la posso fare" Spiegò la ragazza bevendo la sua tisana al mirtillo, addentrandosi nei meandri della sua mente.
Le vennero in mente i momenti più divertenti che aveva trascorso con i propri fratelli, quando tutto andava relativamente bene.
Natsuo e Touya erano sempre stati molto legati, sempre pronti a sostenersi ed essere l'uno la spalla dell'altro.
Touya era un bravo cuoco, non come la sorella ma sapeva cavarsela egregiamente tra i fornelli, tanto che quando la madre li abbandonò prese lui le redini della casa, venendo vessato in continuazione dal genitore rimasto.
Si prese anche l'incarico di prendersi cura di Shoto, il quale a cinque anni aveva già iniziato a subire gli allenamenti massacranti del padre.
Ci giocava di nascosto, lo coccolava quando sulla pelle spuntava il segno rosso di uno schiaffo e lo faceva svagare per quanto poteva, finchè Enji non lo cacciò fuori di casa dopo aver ferito al braccio il figlio prediletto.
Quanto avrebbe voluto che i pochi momenti idilliaci che avevano passato insieme tornassero.

"Fuyu? Ti sei incantata?" La ragazza posò la tazzina vuota sul tavolo scuotendo la testa sorridendo appena.

"La mia mente ha rivangato alcuni ricordi... quando eravamo uniti" Natsuo sospirò guardando il soffitto prima di lasciare i soldi sul tavolino, pensando ad una cosa sola.

Non lo siamo mai stati davvero


"Puoi lasciarmi qui, la zona neutra finisce tra poco"

"Ti porto a casa, non esiste che ti faccia camminare con quel peso e comunque... ho notato i tuoi movimenti rigidi, ti ha messo le mani addosso?" 
Sapeva che al fratello non sarebbe sfuggito niente... dopotutto erano abituati a curarsi a vicenda.

"Ieri papà ha picchiato Shoto" Bastò questo per far capire al minore come fossero andate le cose e non potè impedire alle dita di divenire bianche per la stretta sul volante.
Ancora una volta provò rabbia e rancore verso il più piccolo di casa, vedendolo come l'ostacolo che impediva alla sorella di avere una vita felice e tranquilla.

"Perchè ti ostini a rimanere in quella casa? Anche Touya vorrebbe che tu venissi da noi. Non è una reggia ma ha varie stanze casa nostra, avresti la tua privacy" L'albina mise su un'espressione infastidita e sbottò girandosi verso Natsuo.

"Proprio non vuoi capire? Non mi interessa della privacy! Il menefreghismo non fa parte del mio essere. Se me ne vado cosa pensi che accadrebbe? Vuoi vederlo morto? Perchè Shoto non vuole seguire le orme di papà e ieri è stato frustato per aver difeso il mio nome e aver cercato di esprimere un suo pens- accosta!" La macchina si fermò di lato alla strada e la ragazza scese velocemente attraversando sulle strisce raggiungendo una figura che camminava solitaria con un grande borsone in spalla.
Natsuo riconobbe subito chi fosse nonostante non lo vedesse praticamente mai e spense il motore rimanendo però all'interno dell'abitacolo, osservando la scena.

"Shoto! Non dovresti essere a scuola? Mancano ancora venticinque minuti alla fine del corso"

"Ho finito prima" rispose quello senza troppo interesse.

"Fa freschino e manca ancora un po' a casa, vuoi venire con me?" Shoto la guardò aggrottando di poco le sopracciglia non capendo.

"Hai freddo? Posso darti il giacchet-" Due bambini gli finirono addosso interrompendo ciò che stava dicendo, cadendogli ai piedi.
Il bicolore si voltò e si abbassò porgendo loro la mano per aiutarli ad alzarsi ma le madri lo fermarono alzando la voce.

"Non toccarli!" Ritrasse la mano e arretrò di un passo senza aprir bocca, osservando come le due donne presero i bambini allontanandoli da lui.
Sapeva che lo avessero riconosciuto: dopotutto il colore dei suoi capelli era abbastanza inusuale e sbandierava ai quattro venti il fatto che fosse un Todoroki... un Koga.

"Signore non... lui voleva solo aiutarli"

"I Koga che aiutano qualcuno? Fammi il piacere"

"Non siamo i Koga. L'era degli shinobi è terminata, è nostro padre a voler mandare avanti il clan, noi ne facciamo volentieri a meno" Rispose il ragazzo eterocromatico con gli occhi fissi sulle due figure genitoriali davanti a sè. 
Dopo un attimo di silenzio si sistemò di nuovo il borsone con all'interno l'arco e si voltò per continuare a camminare.

"Shoto aspetta! Vien-"

"Lo so che c'è Natsuo, l'ho visto in macchina. Fatti accompagnare, non gradisce la mia presenza" Fuyumi allungò un braccio per fermarlo ma quello si era già incamminato per la via, accellerando il passo.
Occhi grigi sospirò e si inchinò rispettosamente alle due mamme, raggiungendo l'altro fratello in macchina, il quale partì nuovamente in un silenzio quasi imbarazzante.

"Anche un cieco avrebbe visto che non voleva colpirli...le persone hanno ancora certi pregiudizi sciocchi e inutili! Mi vergogno per loro"

"Questo accade per colpa del nostro cognome. Ma dove viviamo io e Touya hanno imparato a conoscerci e non ci giudicano, la zona degli Iga è molto più tranquilla e cordiale, lì veramente il clan non esiste più." Natsuo accostò vicino alla casa nella quale viveva da piccolo e aiutò la sorella a tirare fuori le buste della spesa.
L'albino la abbracciò di scatto, avvolgendola con le sue enormi braccia.

"Mi manchi Fuyu, vieni a cena qualche volta, Touya non aspetta altro che tornare ad essere una famiglia."

"Anche io non vedo l'ora Natsuo, ma solo quando smetterete di vedere Shoto come la pecora nera quando l'unica ad esserlo è un altro."



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Buongiorno!
Capitolo dedicato all'incontro tra due dei fratelli Todoroki. 
Che ne pensate? Natsuo lo giustificate o lo condannate?
Fatemelo sapere!
ps. Stasera inizia Sanremo e io spero nella vittoria di Ultimo ovviamente!! :D
Un bacio enorme,
Hanami

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