8. Datsuzoku

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Fuga Dalla Routine Quotidiana


"Sei venuto alla fine!"

Una ventina di minuti prima si erano ritrovati tutti nello stesso spogliatoio dato che per una persona la scuola non aveva concesso a Todoroki l'utilizzo dell'altro.
Aveva fatto la doccia un paio di minuti prima che la squadra di basket finisse di allenarsi, infilandosi velocemente l'accappatoio per non essere visto completamente nudo.
Ormai i segni sulla sua pelle erano quasi totalmente spariti, ma non voleva comunque che quegli occhi verdi indagatori si addentrassero nel suo guscio oscuro, dimora dei suoi più grandi demoni.

"Ho voglia di takoyaki, andiamo a mangiarli?"

"Denki ma sei fissato! Anche se è pesce diventerai una balena!"

"Tanto ci sei tu che mi fai fare esercizio fisico, che vuoi da me!" Shoto evitava accuratamente di ascoltare i loro discorsi.
Benchè ci provasse, non riusciva comunque ad estraniarsi completamente, ancora incerto riguardo a ciò che era accaduto in palestra.

"Hanno sempre da ridire! Den ci vengo io con te. Tu hai voglia di venire?"
Nello spogliatoio calò il silenzio mentre il bicolore si allacciava attentamente le scarpe, attento a non bagnarle.
Erano un regalo di sua sorella, dato che loro padre non gli dava uno yen se non per comprare quello che voleva lui.
Una mano gli picchiettò la spalla senza esercitare troppa pressione, attirando la sua attenzione.

"Ti prego rispondigli o non la smetterà di tartassarci per l'intera giornata" Era stato il ragazzo dai capelli viola a richiamarlo, cosa alquanto inusuale dato che in precedenza l'aveva minacciato di rompergli il polso.

"Parlavi con me?" 

"Certo. Eijiro e Katsuki non verranno con noi, quindi mi chiedevo se volessi venire con me, Hitoshi e Denki"
Il minore non seppe cosa rispondere, puntando le sue iridi inespressive contro le sue verdi smeraldo.

"Perchè lo stai chiedendo a me? Non ho un mezzo di trasporto"

"Non te lo stavo chiedendo per il passaggio, ma per compagnia. Se hai da fare non preoccuparti"
Davvero non capiva perchè fosse così gentile nei suoi confronti.
Shoto era un tipo molto razionale che difficilmente si faceva trascinare dalle emozioni, ma quel ragazzo non riusciva ad inquadrarlo per niente... molto probabilmente con lui la ratio non funzionava perchè era del tutto fuori da ogni schema.
Avrebbe dovuto odiarlo o quantomeno ignorarlo come facevano tutti, come avevano sempre fatto tutti.
Il bicolore non rispose osservando l'altro entrare nelle docce assieme agli altri quattro, ascoltando come scherzassero.
Interagire con il genere umano non era una sua qualità, aveva smesso di conversare tempo fa, cercando solo la figura di sua sorella quando ne aveva bisogno.
Vivevano insieme si, ma non passavano così tanto tempo assieme a causa delle sue giornate scandite da scuola, studio e allenamenti.
Due dita vennero schioccate davanti al suo volto, facendogli sollevare la testa.
La figura del ragazzo dai capelli rossi entrò nel suo campo visivo, già vestito e col borsone in spalla.

"Puoi portare le chiavi in segreteria? Solitamente tocca a me ma devo andare ad un appuntamento"
Shoto prese le chiavi della palestra in silenzio e aspettò che tutti i ragazzi uscissero prima di chiudere tutto e consegnare le chiavi.
Mandò un messaggio alla sorella che avrebbe rincasato a breve, ricevendo come risposta un "arriverò per cena, scusami Sho"
Ripose il telefono nella tasta del giacchetto e uscì dalla scuola, attraversando il cortile in silenzio: sarebbe potuto arrivare a casa con calma senza fretta.

"Oi, sali" Il bicolore si fermò e voltò il capo guardando il ragazzo a cavallo di una moto con un casco in mano e l'altro posto sulla propria testa.

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