4. Kyokun

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Lezione


"Com'è andata a scuola fratellino?" Era appena rientrato a casa e sua sorella lo aveva accolto come sempre col sorriso, cercando di estorcergliene uno, fallendo miseramente.

"Al solito, niente di nuovo. Tu a scuola?"

"Vogliono organizzare una gita di un giorno all'acquario ma non so se darò la disponibilità, i bambini sono tanti e io non me la sento di star-" Shoto la interruppe posando lo zaino in sala, sedendosi accanto a lei sul divano per fare due chiacchere, dato che era l'unica persona che le rivolgeva civilmente la parola.

"Non annullarti per me Fuyumi, non privarti di una giornata fuori solo perchè ci sono io. So badare a me stesso"

"Questo lo so benissimo Shoto, ma non voglio lasciarti con lui... io devo badare a te perchè ti voglio bene e perchè sei mio fratello. Non hai... un amico con cui poter studiare? Potrei passare a prenderti da lui per poi tornare a casa insieme" il bicolore la guardò senza battere ciglio, con sguardo apatico.

"Non...ho amici lo sai. Ci temono tutti e non gradiscono la mia compagnia"

"E così dovrebbero fare tutti, nessuno escluso. Non hai bisogno di palle al piede che potrebbero frenarti o danneggiarti" I due ragazzi si irrigidirono e girarono lo sguardo verso l'entrata della sala, osservando la figura di loro padre troneggiare su di loro.

"Invece credo che gli farebbe bene uscire ogni tanto"

"Per cosa? Che giovamento ne trarrebbe? Sei una stupida Fuyumi, cosa ne vuoi sapere, sei tale e quale a tua madre... debole e sentimentale, non combinerai mai nulla nella vita". La ragazza aprì bocca per ribattere ma la richiuse subito dopo, non volendo scatenare l'ira del padre, il quale si mise a sedere al tavolino della sala richiamando a sè il figlio.

"Esci dalla stanza, devo parlare con tuo fratello" Ordinò gelido senza guardare la figlia, la quale venne incitata da Shoto ad uscire, rimanendo così solo con quello che aveva vergogna a definire padre.
Lo odiava con tutto il suo cuore, provava un tremendo rancore nei suoi confronti ma ne era intimorito, terrorizzato quasi.... lo disprezzava con ogni cellula appartenente al proprio corpo.

"Sorvolerò sul fatto che fossi in sua compagnia solo perchè la scuola è iniziata da nemmeno due mesi, ma che non ricapiti... devi concentrarti sullo studio e sulle arti ninja, non hai tempo per fare salottino con lei." Shoto strinse i pugni sotto il tavolo per infondersi coraggio e parò senza guardare la figura paterna che aveva davanti.

"E' parte della mia famiglia... mi piace stare con lei"

"Ti renderà debole, più di quanto tu non lo sia già. Manderai a rotoli il clan come fece mio padre, siete una vergogna disumana. Comunque... sono venuto qui per parlarti della gara di kyūdō . Devi primeggiare e fare meglio del tuo ultimo risultato. Mi aspetto che tu ti impegni" Affermò serio, con voce ferma, come se stesse parlando alla specie più infima di uomo.

"Io... io non me la sento di partecipare, vorrei concentrarmi su-" L'uomo dalla stazza di un armadio sbattè la mano sul tavolo e si sporse verso il figlio, strattonandolo per il bavaro della divisa scolastica, avvicinandoselo al volto.
Shoto rabbrividì un istante, tenendo gli occhi puntati verso il basso per non guardare il padre nelle iridi azzurrine.

"Non ho udito bene.. puoi ripetere?"

"V-vorrei concentrarmi sulla lett-" Un gemito gli sfuggì dalle labbra quando uno schiaffo si abbattè sul suo viso candido, facendolo capitolare a terra, su un fianco.
Si portò una mano sulla guancia colpita, avvertendo la pelle pulsare sotto di essa.

"I libri che ti fanno leggere sono inutili. Hai già un futuro scritto, ti concedo di andare a scuola perchè devi migliorare alcune materie per essere un leader, niente più di questo. Vedi di non deludermi se non vuoi farmi sfigurare."

"Vorrei smettere con l'ar- ah!" Enji lo aveva afferrato bruscamente per i capelli e gli aveva scosso la testa prima di schiacciarla contro il pavimento duro.

"Forse non ci siamo capiti, tu continuerai ad esercitarti, anche di notte se è necessario! Non mi interessa se non ce la farai fisicamente, imparerai.. sei uno shinobi non un inetto come tua sorella, sono stato abbastanza chiaro?!" Gli urlò in faccia l'ultima parte del discorso per essere sicuro che avesse recepito il messaggio.

"S-smetti di chiamarla così! Ha scelto la sua str- t-ti prego no." Il ragazzino sgranò gli occhi terrorizzato quando vide il padre sfilarsi con la mano libera la cintura.

"Stare con quella donna ti porta sulla cattiva strada. Ma non ti preoccupare, ci penso io a raddrizzarti come si deve." Arrotolò parte della cintura nel pugno e ignorando le suppliche del figlio cominciò a colpirlo bruscamente sulla schiena con colpi cadenzati e duri.

"T-ti prego m-mi allenerò tutto il g-giorno lo prometto! P-papà b-basta." Gemette il povero ragazzo cercando di rannicchiarsi per sentire meno dolore.
Si sarebbe dovuto abituare negli anni a quegli abusi e punizioni ma non era stato così... ogni volta era doloroso come se fosse stata la prima.

"Papà lascialo! Non ha fatto niente! Gli stai facendo male!" L'albina dal ciuffo rosso entrò di corsa nella stanza con gli occhi lucidi e tentò di spostare il padre dal fratello, ottenendo in cambio una gomitata nello stomaco che la fece piegare in due.

"Tuo fratello ha osato contraddirmi e merita una lezione. Stanne fuori se non vuoi assaggiare la cintura anche te."

"Lo iscriverò a delle lezioni extra! So che la palestra è possibile utilizzarla anche fuori dall'orario scolastico per gli alunni facenti parte dei club sportivi. P-per favore lascialo stare, altrimenti non potrà allenarsi."
Capelli rossi ci pensò un attimo, assestando un ultimo colpo sulle cosce del figlio prima di liberarlo dalla sua presa, alzandosi e rimettendosi la cintura in silenzio, come se niente fosse accaduto.

"Fammi avere i permessi scritti dal suo professore. Almeno tre giorni alla settimane extra... certe volte mi fai pena Shoto, sei uno shinobi ma continui a lamentarti come una donna. Impara a fare l'uomo invece di stare sotto le gonne di tua sorella".
Quando l'uomo fu uscito Fuyumi si inginocchiò accanto al corpo dolorante del fratello e lo tirò su lentamente, dirigendosi nel bagno più vicino.
Nel corridoio incontrò alcuni domestici che fecero finta di non vederli: che lei si ricordasse, nessuno di loro era mai intervenuto per salvare la madre e i fratelli dalla collera del padrone di casa... troppo impauriti e vigliacchi... preferivano sentire le grida di dolore e assistere ai massacri senza alzare un dito nemmeno a punizioni terminate.

"Va tutto bene Sho, ti tolgo la camicia e pantaloni ok?" Il ragazzo dalle iridi eterocromatiche non rispose verbalmente ma annuì col capo, aggrappandosi al lavandino, lasciando che i capelli gli coprissero la fronte.
La sorella passò gentilmente una pomata nei punti in cui la pelle era più arrossata, constatando che fosse intervenuta in tempo, evitando un dolore maggiore al fratellino.

"P-perdonami S-sho... s-sarei dovuta entrare subito e... m-mi dispiace... a-anche per le ore extra" Pianse la ragazza fissando le garze sulla pomata per farla agire meglio, tremando appena scossa dai singhiozzi.

"Ti ha colpita, non saresti dovuta intervenire, avrebbe potuto farti male" Il tono di voce piatto che utilizzò il fratello le fece più male di mille schiaffi dati dal padre.
Lo prese delicatamente per le spalle e poggiò la testa contro il suo petto, stringendolo in silenzio, senza bisogno di parole.

"Sei mio fratello, ti proteggerò sempre"
Sapeva che non ce l'avrebbe fatta da sola... 

Se solo avesse Touya e Natsuo al suo fianco sarebbe tutto più semplice



*kyūdō--> arte marziale che consiste nel sapere utilizzare il l'arco e frecce.



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A sorpresa il quarto capitolo!!
Dato che nel precedente non è successo niente di particolare volevo rimediare con qualcosa di più... come dire... d'azione!
Che ne pensate? 
Mi nascondo in un bunker per evitare eventuali attentati alla mia persona!
Hanami

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