11. Hatsugen

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Rivelazione

I due fratelli fecero in tempo a voltarsi all'unisono quando una furia albina non afferrò Shoto per la maglia, schiantandolo contro il muro un paio di volte.

"Fuyumi è stata picchiata nuovamente per colpa tua! Quando ti deciderai a lasciarla andare? Lei non è la tua babysitter! Merita una vita felice!" Urlò non badando alla sorella che tentava di separarli.

"Natsuo smettila! Non ti ho chiamato per aggredirlo!"

"Eri disperata Fuyu! Quello stronzo ti ha messo le mani addosso e tutto perchè questo qui non ti ha saputo difendere! Guardalo! Guarda che occhi ha! E' morto dentro e-" Il suono di uno schiaffo risuonò nel corridoio, portando il silenzio nella casa.

"Fuyu" sussurrò Natsuo sentendo la guancia pizzare per colpa della mano di sua sorella, che lo stava guardando con occhi gondi di pianto e carichi di sdegno.
Anche se ciò che fece più male al ragazzo fu il tono arrendevole col quale la maggiore parlò successivamente.

"E tu Natsuo? Tu l'hai guardato bene? Perchè io vedo solo un ragazzo di diciassette anni che si è fatto carico di troppe cose nella sua vita, sacrificandosi per tutti noi. Dovrebbe ricevere amore da parte nostra... saresti stato felice se l'avesse ucciso?"

"Oh avanti non l'avrebbe mai fatto! E' il suo trofeo"

"Allora guardalo Nat, perchè tu in tutti questi anni non l'hai mai visto bene" Il ragazzo ben piazzato osservò l'altro tenuto premuto contro il muro con attenzione.
Shoto aveva il capo chinato in avanti, i lunghi ciuffi di capelli a coprire il suo viso pallido.
Non avvertì resistenza da parte sua, così decise di lasciarlo andare, sgranando appena gli occhi quando la schiena strusciò contro la parete scura, lasciando delle leggere macchie di sangue su di essa.

"Shoto, andiamo, s-stai sanguinando anche dalla schiena" Gli occhi grigi del fratello maggiore vagarono sul corpo del bicolore notando solo allora che la mano destra fosse gonfia e stesse sanguinando, mentre veniva trascinato dolcemente verso il bagno.
Odiava Shoto per essere il figlio perfetto... ma quell'odio non avrebbe mai voluto vederlo in quelle condizioni.
Si erano frequentati fino a che la loro madre non se n'era andata, poi si era allontanato da lui pur vivendo nella stessa casa e dopo essere andato via di casa lo aveva visto solo da lontano.
Non si erano più parlati ed erano passati ben tre anni da quando era andato a convivere con Touya.
Dopo una mezz'ora Shoto tornò nel suo campo visivo con uno zaino in spalla e la sorella dietro che lo implorava di rimanere a casa.

"Non posso saltare scuola, lo sai."

"Ma non mangi da ieri pomeriggio Shoto! Ti sentirai male per favore."

"Non hai cenato?" Chiese innocentemente Natsuo mordendosi la lingua subito dopo, notando parte del volto del fratello ancora arrossato dalla sera precedente.

"Ero impegnato a non farmi ammazzare, anche se non credo ti interessi."
L'albino lo fissò intensamente per attimi interminabili prima di prendere parola.

"Non sono un mostro. Sei pur sempre mio-"

"Non lo dire... non mi hai mai considerato tuo fratello ma solo un estraneo, un impedimento che non sarebbe mai dovuto nascere quindi risparmia fiato. Fai finta che non esista come hai sempre fatto." Fuyumi si portò una mano al petto avvicinandosi al fratello intento ad uscire.

"Non dire così Shoto. Natsuo è venuto anche per te"

"Sappiamo entrambi che non è vero. Che io sia vivo o morto a lui non cambia niente, come per Touya immagino. Dovresti ascoltarlo e andare a vivere da loro, qui con me prima o poi ti farai male sul serio."
La ragazza cadde a terra in ginocchio quando il fratellino uscì di casa, devastata ancora una volta dal dolore che riusciva a leggere dentro quegli occhi ancora troppo vuoti e inespressivi, con la consapevolezza di fallito nuovamente.

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