22. Yowai

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Debole

Fratellino mi verresti ad aiutare con la spesa?

Recitava il messaggio di Fuyumi delle 17:42.
Shoto rispose che sarebbe arrivato subito accompagnato dall'amico.

"Devo andare, mia sorella deve fare la spesa e mi ha chiesto una mano" Affermò mettendosi il giacchetto e successivamente le scarpe.
Lui, Katsuki e Izuku erano in casa al calduccio mentre gli altri tre erano andati a trovare le rispettive famiglie.
Izuku mise in pausa il gioco a cui stavano giocando per permettere anche a Katsuki di vestirsi.

"La invidio! Kacchan non viene mai con me a fare la spesa!"

"Tch, sei troppo lento a comprare la roba. Oi non barare andando avanti nella missione o mi incazzo. Torno subito."
I due ragazzi uscirono e andarono a prendere la moto riposta sotto una tettoia per non farla bagnare, indossando ognuno un casco.

"Prima o poi Kirishima mi mozzerà la testa se continuo ad usare il suo casco."

"Capelli di merda si arrangia. Nel portare il suo fidanzato idiota una volta me l'ha quasi rovinato, quindi che non si azzardi a dire nulla o lo raso a zero."
Katsuki lo portò fino al solito punto, impiegando poi altri dieci minuti a piedi abbondanti per arrivare finalmente a casa.
Chiamò la sorella ma questa non rispose.
Appena entrato si tolse le scarpe e si tolse anche il giacchetto appendendolo nell'armadio posto all'ingresso, chiamandola nuovamente.

"Fuyumi sei in bagno?"
Bussò alla porta ma non vi fu risposta proveniente dall'interno, così decise di chiamarla e il telefono prese a squillare nell'unico posto in cui la ragazza non metteva mai piede.

La palestra

Con il cuore in gola camminò a passo svelto verso quel luogo che racchiudeva solo sofferenza.
Perchè sua sorella era li dentro?
Qualcosa non tornava.

Improvvisamente la governante più giovane gli si parò davanti, ostacolando il suo percorso ed esortandolo ad andarsene.

"Voglio vedere Fuyumi E' con lui vero? C'è lui in casa?"
La governante annuì con gli occhi lucidi e Shoto potè notare l'impronta di cinque dita sulla sua pelle chiara.
La superò con agilità e percorse gli ultimi metri correndo.
Spalancò la porta della palestra ed entrò senza pensarci un secondo.
Sgranò gli occhi raggiungendo la sorella senza occhiali, con un labbro rotto e gli occhi gonfi di lacrime.

"Fuyumi!"
La ragazza scattò spaventata e poggiò entrambe le mani sul volto del fratello.

"Cosa diamine ci fai qui! Vattene Shoto! Sei in pericolo"

"Che stai dicendo! Io non ti lascio. Non sei stata tu a mandarmi il messaggio, vero?"
Occhi grigi annuì abbracciando di slancio l'altro.

"Ma che quadretto commuovente, mi fate quasi intenerire"
Entrambi i ragazzi si pietrificarono sul posto, ma Shoto si voltò col corpo per guardare l'uomo negli occhi e proteggere la sorella.

"Perchè l'hai picchiata!"

"Mi nascondeva cose che avrei dovuto sapere"
Il bicolore la fece alzare e notò che tremava terribilmente.
Doveva portarla via da lì.

"Riguardo? Fuyumi non è una bugiarda"
Enji si sfilò nuovamente la cintura facendo sgranare gli occhi a Shoto dalla paura.
Quante volte era stato picchiato con quell'accessorio che sarebbe utile solo a tenere i pantaloni ancorati sui fianchi?
Quante volte i suoi fratelli avevano assistito ai suoi pestaggi senza muovere un muscolo?

"Ti ricordi quello che ti dissi tempo fa? Se tu mi avessi mentito riguardo al misterioso ragazzo lei ne avrebbe pagato le conseguenze e così è stato. Un paio di cinghiate non hanno mai fatto male a nessuno. Mi pare anche che tu ultimamente abbia preso un po' troppe libertà".

"Libertà? Non ne ho mai avuta in tutta la mia vita. Mi sono sempre dedicato agli allenamenti e allo studio escludendo il resto, persino i legami famigliari e mi vieni a dire che mi sono prese qual- argh"
Shoto fece in tempo a pararsi il volto con un braccio evitando che la prima cinghiata lo colpisse in volto.

"Sei uscito molto ultimamente. Ti piace proprio scopare. Come si chiama il ragazzo?"

"Non sono affari che ti riguar-"
Il bicolore interruppe la frase per scansare il colpo, tirando la sorella per tenerla al sicuro.
Doveva portarla fuori di lì o sarebbe rimasta coinvolta nella loro lite.
La ragazza lo afferrò per la maglietta, singhiozzando e pregandolo di andarsene.

"Mi riguarda perchè sei di mia proprietà! Tu porti il mio nome e dovrai guidare il-"

"Il cosa? I clan sono morti, disfatti! La città è andata avanti! Perchè ti ostini a negarlo? Noi viviamo nel presente!" Enji allargò le narici come un toro inferocito davanti ad un torero, gli occhi fiammeggianti d'ira.
Aveva toccato un tasto dolente e sapeva benissimo che cosa volesse dire, ma non aveva potuto fare altrimenti.
La spia l'aveva sicuramente informato e ormai erano entrambi in pericolo, non potevano rimanere lì.

"Come hai detto?"
Shoto prese un respiro profondo e assottigliò gli occhi a mo di sfida.

Ormai non poteva tornare indietro, non si sarebbe fatto ammazzare senza reagire.

"Non ho intenzione di prendere il tuo posto, non ho intenzione di continuare ad essere la feccia della città per colpa tua. Ti troverò un successore degno della grande famiglia Todoroki, ma io non ci sto più."
Enji gettò la cintura e lo aggredì tirandogli un pugno in volto che lo fece cadere a terra con violenza, tanto che del sangue uscì dal suo labbro.

"Shoto!"

"Sta zitta tu!"
Il padre la colpì di nuovo e Shoto non ci stette. Si alzò e gli tirò un calcio dietro alle ginocchia per farlo cadere  a terra.
Il ragazzo prese per un braccio la sorella trascinandola verso l'esterno della palestra con l'intento di metterla in salvo ma non aveva fatto i conti con lo zoppicare della maggiore.
Si mise la mano in tasca tirandola fuori subito dopo, poggiando la mano sui pantaloni dell'albina.

"Dove credete di andare mocciosi!" Fuyumi venne presa per i capelli e scaraventata a terra, mentre Shoto ricevette un montante che gli mozzò il fiato per qualche secondo.

"Meritate una bella raddrizzata. Inizierò dalla copia esatta della tua cara mammina"
Fuyumi iniziò a supplicarlo di non farle del male ma a nulla valsero le sue suppliche.
Raccolse la cintura e fece per darle il primo colpo quando una voce tremante rimbombò nella palestra.

"E' un Iga. Il mio ragazzo è un membro degli Iga"
La montagna umana parve infervorarsi ancora di più, non credendo alle proprie orecchie.
Scoppiò a ridere con gli occhi fuori dalle palpebre in un gesto completamente da fuori di testa.

"Un Iga? Te la fai con uno di loro! Spero che almeno tu lo sappia scopare come si deve! Potrebbe tornarmi utile alla fine... infiltrati"

"Si è già infiltrato lui di parecchio... tu preferisci vedermi morto che con uno di loro giusto? Io preferisco morire che vederti distruggere la vita di mia sorella. Lasciala andare e ti dirò il nome"
L'albina scosse la testa rimettendosi debolmente in piedi.

"Falla uscire e mi prenderò la punizione che mi spetta senza obiettare."
Enji Todoroki osservò a fondo il figlio e per la prima volta lo vide veramente combattivo, con quel tono arrogante che contraddistingueva anche gli altri due figli.

"Tu lo prendi nel culo... sei tu la puttana dell'Iga! Io ti ammazzo nullità!"
Il padre lo attaccò ma Shoto riuscì a schivarlo spingendolo a terra, correndo verso Fuyumi riuscendo a scaraventarla nel corridoio sotto alle sue grida disperate.

"Shoto no!" Il ragazzo aveva chiuso la porta della palestra e subito i governanti l'avevano bloccata nel suo tentativo di riaprirla.

"Voi non capite!! Lasciatemi entrare o lo ucciderà!"
Iniziò a sentire gemiti di dolore e oggetti andare in mille pezzi dall'altra parte della porta.
Consapevole che non potesse fare niente scoppiò a piangere dalla disperazione coprendosi gli occhi gonfi con le mani.

Perchè non possiamo essere tutti... per favore...aiutami... Touya



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Sono una persona dal cuore malvagio...
Chiedo scusa!
Vi voglio comunque bene, 
Hanami

ShoganaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora