31. Doki Doki

604 42 15
                                    

Tum Tum


"E' crollato, era stanco morto. Stare in piedi tutto quel tempo l'ha messo k.o"
La famiglia Todoroki aveva visto la partita quasi fino alla fine, ma era dovuta uscire prima dal palazzetto per evitare di rimanere bloccati dalla calca di studenti.
E in quel momento erano di nuovo tutti in sala di casa Bakugo ad osservare il minore addormentato sul divano.
Izuku scese dal piano superiore con una coperta pesante, adagiandola sul corpo dell'amico per tenerlo al caldo.

"Vuoi davvero lasciarlo dormire sul divano nelle condizioni in cui riversa? Se dovesse cadere?" Il verdino si voltò verso la montagna che aveva parlato e gli rispose col suo classico sorriso gentile.

"Se si svegliasse in camera, andrebbe in giro per vedere se Kacchan sia rientrato o meno. Se lo lasciamo qui Kacchan starà con lui appena tornerà"

"Come fai ad esserne sicuro? Ti vorrei ricordare che hanno litigato e che gli ha detto di andarsene. E poi dove sarebbe adesso di grazia?" Una testa viola si palesò accanto ad Izuku abbracciandolo da dietro.

"Comodo essere premurosi adesso. Katsuki c'è stato più di voi e per quanto sia insopportabile in certi casi mi sento in dovere di difenderlo. Cosa è successo tra loro non è affar vostro ne tantomeno nostro. Non lo butterà in mezzo di strada. Adesso, se volete dormire qui, l'unica stanza disponibile è quella di Katsuki nella quale dorme già Fuyumi con Shoto. Dovrete stringervi però, abbiamo solo due futon extra." Natsuo fece per ribattere ma Rei alzò una mano zittendolo, rivolgendo l'attenzione alla coppia.

"Andremo a casa, Shoto è in buone mani e voi dovete riposare. E' stata una bella partita, siete bravissimi. Buonanotte ragazzi"


Entrò in casa con la borsa del basket in spalla ravvivandosi i capelli biondi sparati dapprima racchiusi nel casco nero che indossava.
Andò in sala per buttarsi sul divano ma si bloccò intravedendo il ragazzo dai capelli di due colori addormentato sotto una coperta blu.

"Voleva aspettarti sveglio ma non ce l'ha fatta."

"E io lo volevo fuori di casa, siamo pari" Rispose al verdino posando la borsa a terra dirigendosi in bagno per indossare i pantaloni della tuta per dormire.

"Però hai comunque tirato quel pallone come avvertimento durante la partita, il che significa che lo stavi guardando. Vuoi darla a bere a me che ti conosco da una vita Kacchan?"

"Sta tornando nel suo merdoso guscio invece di reagire, lo sai che mi manda in bestia questa cosa, lo hai sperimentato" 
Izuku ne era perfettamente consapevole: quando morì sua madre cadde nell'oblio più profondo, una sorta di depressione che lo stava divorando dall'interno e fu proprio Katsuki con la sua estrema delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli a ricondurlo sulla retta via.
Gliene aveva dette di cotte e di crude apparendo senza umanità, ma erano state proprio le sue parole e le sue azioni a riportarlo a galla.

"La sua situazione è diversa dalla mia Kacchan. Lui non ha mai vissuto una vita normale, io l'ho fatto, con o senza la mamma. L'uomo che dovrebbe proteggerlo da tutti i pericoli gli ha quasi tolto la vita per delle stupide convinzioni. Riesci ad immaginare zio Masaru fare lo stesso?"

No, perchè mio padre ha dei neuroni funzionanti... avrebbe voluto rispondere.

"Merdeku dovresti fare lo psicoanalista. Va a letto ora, è mezzanotte" Izuku sbadigliò e sorridendo salterellò verso la sua camera lasciando l'amico libero di andare al piano di sotto.
Osservò con attenzione il ragazzo dormiente e imprecò sottovoce quando vide le stampelle a terra, la rabbia ardeva nel suo petto come il fuoco alimentato dalla benzina.
Si tolse giacchetto e felpa buttandoli a lato della mobilia rimanendo in pantaloni e maniche corte prima di sedersi accanto a Shoto, reclinando la testa all'indietro per riposare.
La mattina dopo, scusandosi, l'albina con sguardo mortificato lo svegliò per farlo andare a riposare nel letto.

ShoganaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora