13.

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15 novembre.
Perseo salvò Andromeda da un mostro marino.
Arrivò sulle coste dell'Etiopia in groppa al cavallo alato Pegaso, liberò la città dalle devastazioni del mostro Ceto, liberò la regina Cassiopea dalla sua maledizione, e liberò Andromeda dalla morte.
La liberò compiendo un'impresa che lo portò al matrimonio.
La liberò perché era la cosa giusta da fare.
La liberò perché era figlio di Zeus.
Tuttavia Perseo non venne ricordato per questo, bensì per aver ucciso Medusa.
Perché, dunque, un eroe che ha risparmiato l'Ade ad un'anima innocente viene ricordato solo per aver tagliato la testa ad una gorgone macchiatasi di numerose morti?
Ma parliamo di Andromeda. Non di Medusa.

"Ed esattamente cosa vuoi che ne sappia io?"
"Theo, so che pensi qualcosa, devo solo capire cosa"
"Non penso proprio niente. Mi hai appena chiesto se trovo giusto che Perseo sia diventato famoso per aver ucciso Medusa piuttosto che per aver salvato Andromeda, e io ti dico che non lo so. Magari l'ha salvata solo per ingraziarsi l'Etiopia, anche se non so cosa pensava mentre agiva"
"È proprio questo il punto! Lui non pensava, non con Andromeda. Semplicemente l'ha vista in pericolo e ha deciso di aiutarla"
"Caro il mio Leo, hai una visione troppo ingenua del mondo"
"Questo non è vero" mi impuntai.
"Si, invece. Ma comunque io non sono Perseo"
"No, infatti, tu sei Andromeda".

Gli scoccai un casto bacio sulle labbra prima di lasciarlo sul tetto per rientrare in classe. Mentre percorrevo i corridoi bicolori della scuola mi arrivò un messaggio, e sapevo che era lui.

Non si fa così.

Così come, Theo?

Non puoi darmi un così misero bacio e poi scomparire, senza che io abbia la possibilità di incitarti a continuare.

Ce l'avevi, la possibilità.

Entrai in classe con un sorriso ebete sul volto.
Quello non me l'avrebbe spento nessuno.
Ascoltavo distrattamente la lezione di scienze quando mi arrivò una chiamata. Era Matt. Sbuffai e riattaccai scrivendogli subito.

Sono in classe, genio.

Apollo, sono Andrew, devi venire nella tua stanza.

Rilessi quelle parole più volte corrugando la fronte sempre di più.
"Se continui a farlo ti verrà un'emicrania" mi sussurrò Sharon da dietro, mi voltai a guardarla.
"E tu come fai a saperlo?"
"Diciamo che mi è successo una volta"
"Non ci tengo ad approfondire il discorso. Coprimi" uscii di corsa dalle classe e sentii Sharon avvertire il professore che mi sentivo poco bene.
Fui quasi sicuro che alla domanda "che cos'ha?", lei avesse risposto con "un'emicrania".
Sapeva essere ricettiva quando voleva.

Quando entrai nella camera ventisei, trovai Andrew che camminava in tondo.
"Che succede?" chiesi iniziando ad allarmarmi sul serio.
"È Matt"
"Matt, cosa?"
"È chiuso in bagno, non vuole uscire" mi indicò la porta chiusa, nei suoi occhi lessi preoccupazione allo stato puro.
Bussai.
"Matt? Matt, apri. Sono Apollo" silenzio.
"Matt" cominciai a prendere a pugni la porta.
"Matt, o apri o giuro che sfondo la porta"
"Fallo andare via" la sua voce mi arrivò ovattata.
"Vuoi che mandi via Andrew?"
"Si".
Ci capivo sempre meno, l'unica cosa che sapevo era che non volevo entrare nei loro drammi. Guardai Andrew e scorsi una lacrima solcargli la guancia.
"Andrew, mi dispiace" dissi.
"Non preoccuparti, non è colpa tua". Allora perché avevo la strana sensazione che lo fosse?
"Gli parlo e lo faccio ragionare" tentai di rassicurarlo, lui mi sorrise debolmente e se ne andò.

"È andato via, ora apri". Mi aspettavo di tutto, ma non di certo Matt mezzo nudo seduto sul pavimento con le mani insanguinate e lo specchio in mille pezzi. Rimasi immobile a sentirlo piangere. Poi lo raggiunsi sedendomi di fronte a lui.
"Matt, che cosa è successo?" adesso ero davvero preoccupato, tanto che cominciarono a tremarmi le mani.
"Io ci ho provato, okay? Ci ho provato! Ma non ci riesco!" aveva l'alito che puzzava di alcool.
"Quanto hai bevuto?"
"Ascoltami!" urlò.
"Ti sto ascoltando"
"Non è vero! Non mi ascolti. Mai. Ti odio!" iniziò a singhiozzare e nascose la testa tra le ginocchia.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora