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29 gennaio.
64 mesi che conoscevo Theo. Cinque anni e quattro mesi che vivevo di lui. 21 giorni che lui non c'era più. 504 ore dacché il mio cuore si era atrofizzato.

Mio Leo,
ti ho mentito.
Ti ho mentito perché quando ti ho detto che stavo bene e che era tutto passato, in realtà non era così.
Ora puoi odiarmi, ripudiarmi, disconoscermi.
Purché provi qualcosa, mi sta bene.
Ho rovinato tutto, lo so.
E vorrei essere capace di scriverti che non doveva andare così o che ho avuto mille ripensamenti, ma la verità è che non ci riesco.
Sono ormai un guscio vuoto, gli ultimi battiti del mio cuore battono fievoli per te, e le mie ultime energie le sto utilizzando per scriverti.
Mi dispiace, ma non mi basti nemmeno più tu, ed io non so che altro fare. Ci ho provato, davvero.
Mi sono lasciato andare con te, ma non l'ho più provata. Quella scarica di adrenalina che provavo anni fa non c'è più, e non perché io non ti ami, anzi non ho mai smesso di farlo.
Sono io, il problema. Io che nonostante ti ami non riesco a vivere. È un loop, e tutti quelli che dicono che è possibile uscirne, mentono. O forse mi ci sono talmente abituato che non voglio cambiare.
La mia vita è stata sola per troppo tempo, l'unica compagnia erano i ricordi, che mi risucchiavano in loro così tanto da non permettermi nemmeno di mangiare. Perché non volevo smettere di ricordare, mai.
Tutte le poche cose belle che mi erano capitate e che non avevo più, vivevano nei miei sogni.
Dormivo e dormivo solo per sognarti e ricordare.
Vivevo nella mera fantasia ed ero felice perché tu sei sempre stato perso con la testa tra le nuvole.
Ho provato anch'io a starci e mi sono chiesto perché cazzo non l'avessi fatto prima. Aspettavo solo la sera per rituffarmi nei sogni, porto sicuro.
Così ho pensato quanto potesse essere bello viverci costantemente. Sognare per l'eternità. A quel pensiero ho sorriso. Poi però il mio cuore ha iniziato a colpire più forte contro il mio torace per ricordarmi che qui, nella realtà, c'eri tu. Per questo ho accantonato l'idea.
E poi ti ho ritrovato, osservato, baciato, vedendoti realizzato e con un futuro brillante di fronte. Stavi bene, eri felice, mi sorridevi.
Dei, quando mi sorridevi. Me lo sarei stampato sull'anima quel sorriso fatto di denti e occhi.
Ed è stato lì che il mio lato egoista è prevalso. Tu starai bene, io lo so, supererai la cosa, continuerai a vivere e incontrerai una persona capace di completarti. Io, invece, il futuro non lo avrei sopportato, perché è già troppo difficile vivere nel presente.
Ho paura. Sto morendo di paura.
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.
Tu non lo sai cos'ho dentro, ed è colpa mia perché non ho voluto mai far entrare nessuno, soprattutto te che saresti stato capace di fermare la tua bella vita per me. Non potevo permetterlo.
Le ho provate tutte, ho cercato di stringere i denti per te, ma non avevo il diritto di rovinarti.
Non farmene una colpa, per favore.
E più di tutto, non sentirti in colpa tu.
Non c'è niente che avresti potuto fare.
Ma ora si, ascoltami: non dimenticarmi. Non esistono molte persone alle quali mancherò, per cui ricordami.
Nei tuoi sogni ci saluteremo.
Sull'Olimpo ci rincontreremo, perché ti aspetterò per tutto il tempo che servirà. Non vado da nessuna parte.
Vivi, fallo anche per me, fai quello che io sono stato troppo codardo per fare.
Ti ho amato, ti amo, ti amerò sempre.
Eternamente tuo,
Theo.

Era dal dieci gennaio che leggevo e rileggevo quelle parole, quella lettera che ogni volta mi strappava via un altro pezzettino di cuore. La carta bagnata dalle mie lacrime e consumata a causa di tutto quel tempo in cui l'avevo tenuta in mano.
Ed era assurdo. Stravolgente. Insensato.
Come Theo avesse deciso di togliersi la vita nel suo appartamento a Roma l'otto gennaio; come Carlo, il suo amico, l'avesse trovato privo di sensi il nove gennaio, mentre io sorvolavo l'Atlantico diretto a Yale; come il decesso di Theo fosse stato decretato un intossicazione da farmaci, quali di preciso non mi interessava, ma li aveva ingeriti consapevole di quello che sarebbe successo e che sperava accadesse.
Theo, il mio Theo, ucciso dalla vita.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora