14 ottobre.
Un tocco di dita.
Io che ti sfioro e mi lascio sfiorare, e poi sprofondiamo l'uno nella pelle dell'altro, ci trainiamo, guidiamo, ci viviamo con un semplice tocco di dita.
La tua mano mi reclama come se volesse insinuarsi nelle mie fantasie, un tocco urgente e indispensabile.
Il calore che mi percorre il corpo, il fiato che è sempre meno mio e più tuo, la forza che si rigenera solo perché devo raggiungerti.
Proprio come all'inizio, io dietro di te e qualche metro a separarci, ma adesso tu mi accompagni.
Sei la mia Euridice in un mondo in cui Orfeo può toccarla per sempre, la mia Dafne che si lascia catturare, il mio Giacinto che non mi viene strappato via.Come riuscimmo ad arrivare in uno sgabuzzino fu un mistero. Mi aveva trascinato lungo vari corridoi dopo essere riusciti a scampare a quelle persone che, come aveva detto Sharon, erano venute a controllare la struttura. Solo in quel momento mi fu chiaro perché avevo trovato il portone della palestra già aperto.
"Theo, perché siamo in uno sgabuzzino?"
"Vuoi farti beccare per caso?"
"Non pensi che controlleranno anche questo?" parve fermarsi a ragionare. Io invece non connettevo più con la realtà, perché il suo corpo era pericolosamente vicino al mio e perché eravamo al buio.
Avrei potuto toccargli il petto, o sfiorargli un fianco, o respirare sulle sue labbra se solo mi fossi sporto un po'.
Probabilmente mi stava guardando, e sicuramente io stavo guardando lui. Lo sentii deglutire ed irrigidirsi.
Il respiro accelerò insieme ai battiti del mio cuore.
'Vieni' urlava il mio corpo. 'Baciami' desiderava la mia anima. 'Contieniti!' faceva eco la parte razionale.Notai che si era avvicinato solo quando mi posò un polpastrello su un fianco, su un lembo di pelle accidentalmente scoperto. Avrei voluto chiudere gli occhi inebriandomi di lui, attaccarmi quelle mani addosso e cedere al desiderio.
Sentivo che stava per perdere il controllo. Mi chiamava ed io lo sentivo.
"Theo, perché stamattina mi hai chiesto di non fermarmi?"
"Non demordi mai tu"
"Ovvio che no"
"Diciamo che stavo facendo un bel sogno e non volevo che finisse" mosse il dito fino ad affondare completamente la mano sotto la mia maglietta.
"Theo, perché?"
"Perché mi piaceva sentirti, perché mi piaceva osservarti dormire, perché mi eccitava l'idea che tu potessi sentire me, perché ero avido di sapere fin dove ti saresti spinto, perché eri vulnerabile e privo di barriere".Non ero pronto. Non ero pronto per quello, non ero pronto per niente.
Improvvisamente ebbi paura e Theo se ne accorse, smise di accarezzarmi. Avrei voluto urlargli di continuare, di non privarmi mai del suo tocco capace di provocarmi brividi intensi.
"Torna in classe, Leo. Ci vediamo oggi pomeriggio" si volatilizzò lasciandomi nel vuoto più totale, perso in un universo in cui lui non esisteva.
Non sapevo come ne perché, ma sapevo dove raggiungerlo, ancora una volta Apollo che inseguiva il suo Giacinto andando incontro ad un destino incerto.~~~
A pranzo affrontai una delle ennesime discussioni con Sharon.
"Te l'avevo detto che sarebbero venuti a controllare la scuola!"
"Chiudi il becco"
"Apollo!" mi rimbeccò Derek
"È insopportabile!"
"Sai che avevo ragione, ammettilo".
Mi trattenni dal mandarla a farsi fottere. Non ero così maleducato.
"Che ne dite se oggi andassimo in piscina?" propose il mio amico alludendo alla piscina comune che offriva il nostro dormitorio.
"Okay" accettò Sharon anche per Merida.
"Io passo" non diedi spiegazioni, non mi interessava di risultare noioso, mi alzai e me ne andai.
Però poi Sharon mi seguì.
"Apollo"
"Che c'è?"
"Vieni con noi, dai"
"Non sono indispensabile, vai con Derek e Merida"
"Apollo, ma davvero ancora non hai capito perché continuo ad uscire con te ed il tuo amico?"
"Non so di cosa tu stia parlando".
Sembrava esasperata, e avrei approfondito il discorso se solo non mi fosse arrivato un messaggio.Ha detto che ballerà con me se le porterò una rosa rossa.
Ero abituato a correre poiché quasi sempre ero in ritardo. Ero abituato ad incanalare e rilasciare l'aria ad un ritmo infame. Ero abituato a non arrivare comunque in orario.
Non ero abituato a quella sensazione.
Quella che ti si incolla sulla pelle e non ti lascia più, quella che ti incendia fin dentro alle ossa. Sai cos'è ma non vuoi che lo sia, ma non vuoi che ti abbandoni.
La paura che lo faccia con te.
La paura di diventare Eco che non è stata capace di sopravvivere all'amore per Narciso.
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I wanna be yours ~ Apollo & Theo
RomanceÈ un gioco di sguardi. Uno scambio di anime e cuori. La storia di un amore serafico, l'amore di Apollo. Silenzio, ecco che cos'è, cosa sono. Perché inizia quando meno te lo aspetti. E, nonostante ci si prepara, non si è comunque pronti alla sua fin...