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21 agosto.
"Fratello, tu sei decisamente impazzito, dentro è un casino. Stanno tutti litigando" Artemide mi raggiunse fuori dal ristorante mentre io camminavo in tondo mordendomi le unghie.
"Litigando? Perché?"
"Per te, idiota. Io e Jess abbiamo preso le tue difese contro mamma e papà, Dora ha iniziato a piangere. Porca vacca, questo compleanno rimarrà nella storia"
"Io... mi dispiace"
"Non dispiacerti, sono felice per te, sai? Lì dentro sei stato incredibile, dovevi vedere le loro facce! Non sono mai stata tanto orgogliosa di averti come gemello, il tuo è stato coraggio" mi infuse talmente tanta rassicurazione che non mi sentii più sbagliato.

"La mia potrebbe anche essere stata stupidità"
"La tua no, la loro si".
D'un tratto una macchina nera ci si avvicinò, abbassando il finestrino spuntò Theo con un paio di occhiali da sole sulla testa, una gomma in bocca, una mano che stringeva il volante e l'altra che reggeva una sigaretta.
"Oh, cazzo! È arrivato il cavaliere?" mia sorella incrociò le braccia al petto e mi guardò maliziosa.
"Ti dispiacerebbe coprirmi? Forse torno stasera. E ringrazia Jess"
"Come vuoi, fratello".
Mi avvicinai a lei e le stampai due baci sulle guance, uno sulla fronte ed uno sul naso. Ridacchiò scacciandomi via.

Proprio in quel momento la porta del locale si spalancò rivelando una Lisa rossa di rabbia. La cosa degenerò quando notò chi c'era nella macchina dietro di noi.
"Oh no, muoviti, vai" Artemide mi spinse, io mi fiondai sul sedile del passeggero e non ebbi neanche il tempo di chiudere la portiera che Theo partì.
"Cazzo, ho combinato un bel casino" mi passai le mani sulla faccia e nei riccioli biondi. Theo fumava lanciandomi occhiate mentre guidava.
Un attimo... Theo guidava!?
"Theo, da quando guidi?" tentai di mascherare la mia agitazione.
"Paura, Leo? Non ti fidi?" la sua voce, la sua dannata voce.

"Con te, il concetto di fiducia in questo periodo è alquanto lato"
"Allora perché mi hai chiamato?" gettò il mozzicone di sigaretta fuori dal finestrino.
"Perché... non lo so, mi è venuto spontaneo, non sapevo chi altri chiamare. Ma ciò non è sinonimo di fiducia!" mi affrettai a chiarire.
Theo parcheggiò vicino ad un parco, si voltò a studiarmi poggiando i gomiti sul finestrino e la testa sul vetro.
"Bella camicia" mi prese in giro.
"Falla finita, anche la tua maglietta è orribile" era una semplice maglietta grigia. Theo rise, poi si sporse sui sedili posteriori e ne uscì con una maglia celeste. Me la porse ed io gliela strappai dalle mani.

"Stronzo, questa è la mia maglietta! Da quanto ce l'hai?"
"Dalla prima volta che sei venuto a casa mia, l'anno scorso. Venuto in tutti i sensi: te l'ho sfilata prima di scop-"
"Tappati la bocca" gliela chiusi poggiandoci una mano sopra, Theo mi leccò il palmo, tuttavia io non la tolsi.
Allora mi prese il polso costringendomi a liberarlo.
"Cambiati la maglia, Leo"
"Vuoi che mi spogli?"
"Voglio che ti cambi la maglia" mi guardò con quegli occhi neri.

Iniziai a sbottonarmi la camicia, ma solo perché preferivo di gran lunga il celeste a quel giallo accecante. Theo mi fissò avidamente ogni centimetro di pelle prima che mi infilassi la maglia. Sapeva del mio e del suo odore mischiati.
"Bene, ora ti va di dirmi cosa stracazzo è successo?"
"Di chi è questa macchina?"
"Non provare a rispondermi ad una domanda con un'altra domanda, e non sviare l'argomento"
"Cosa vuoi che ti dica? Mia nonna si è messa a raccontare del suo gemello del quale ignoravo completamente l'esistenza. Poi mia madre ha fatto quello stupido gesto di baciare le vene del polso a papà ed io ho dato sfogo ai miei pensieri"
"Questi pensieri comprendevano il rivelare di noi due alla tua famiglia?"
"Si, adesso mi tratteranno come un reietto, e come se non bastasse non riesco nemmeno a sfogarmi scrivendo. Dio, sto impazzendo!"

"Leo, posso farti una domanda"
"Cosa"
"Sei ancora arrabbiato con me?"
"Con tutto il mio cuore" dissi uscendo dalla macchina. Theo mi seguì.
"Non puoi avercela per l'eternità"
"Invece si" cominciai a camminare allontanandomi da lui.
"Cazzo Leo, fermati!"
"Che c'è?" sbottai voltandomi.
"D'accordo, doveva essere una sorpresa, ma a questo punto... vieni qui" si avvicinò al cofano della macchina e lo aprì, la mia curiosità mi costrinse a muovermi verso di lui.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora