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1 gennaio.
"Okay, qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi cosa ci fate voi tre insieme nel bagno dell'ospedale?" dissi chiudendomi la porta alle spalle. Ero diffidente e confuso. Sapevo che Theo e sua madre stavano discutendo, ma non che ci fosse anche mio padre.
"Non lo so, Leo, a dire il vero è quello che sto cercando di capire" Theo incrociò le braccia al petto e fulminò con lo sguardo i nostri genitori in piedi di fronte a noi.
"Sono venuto semplicemente per invitarti a calmarti, ti sentivi fino a fuori al corridoio per quanto stavi urlando in faccia a tua madre" spiegò mio padre.
"Nessuno ti ha chiesto di intervenire. Sei corso qui per proteggerla da suo figlio?" lo attaccò Theo.
"George, va tutto bene, davvero" disse Vivien.
"Tutto bene? Tuo figlio ti urla in faccia e va tutto bene?"

"Magari ha un buon motivo per farlo" difesi il mio ragazzo, intromettendomi in una discussione dalla quale, in realtà, volevo tenermi il più lontano possibile.
"Non sono affari tuoi, Apollo. Esci da qui". Fu in quell'esatto momento che non lo sopportai più.
"Papà, dovresti uscire tu da questo fottutissimo bagno" mi guardarono tutti e tre con occhi sgranati. Dopodiché Theo scoppiò a ridere posandomi una mano sulla spalla.
"George, ascolta tuo figlio"
"E tu dovresti ascoltare tua madre" ribatté mio padre.
"Perché è qui?" chiesi a Theo indicando Vivien con un cenno del capo.

"Sono qui perché stamattina non è stato Giacinto a rispondermi al telefono e volevo sapere come stesse Artemide. Poi mi ha chiamato George, chiedendomi di venire" spiegò Vivien.
"Ma non mi dire. Hai chiamato lei e le hai chiesto di venire? E perché, esattamente? Per farti consolare dalla tua amante?" urlai.
"Apollo, stai esagerando"
"No, papà. Diteci la verità, vi frequentate ancora?"
"Già, sputate il rospo" mi diede man forte Theo.
"Ma vi sentite? Ho accettato di venire e di stare vicino a George semplicemente perché è mio cugino; abbiamo passato la maggior parte della vita distanti, ma siamo cresciuti insieme da piccoli e gli voglio bene, e questo non potete cambiarlo. Siamo amici, conoscete il significato di questa parola?"
"Gli amici non si baciano, dannazione! Puoi ingannare chi ti pare, perfino te stessa, ma non me" urlò Theo.

"Che ci crediate o no, non ci frequentiamo più" disse mio padre.
"Quindi ammettete che lo facevate!" esclamai.
"Ci hai visto baciarci!" Vivien allargò le braccia disperata, sottolineando l'ovvio.
"Sapete che vi dico? Andatevene a fanculo, tutti e due" disse Theo e fece per uscire dal bagno.
"Giacinto, aspetta. È questo tutto quello che mi concedi?"
"Cosa dovrei dirti, mamma? O cosa dovrei fare? Non ce la faccio, mi dispiace. Continua a vivere e fai finta che io non sia mai esistito, sei brava a farlo. Me ne tiro fuori. Senza nonno, o persino nonna, non c'è più niente che ci leghi, perciò non chiamarmi più".

Sentii il cuore di Theo cadere a pezzi, per l'ennesima volta. Si era arreso e Vivien se ne rese conto solamente quando Theo le sbatté la porta in faccia. Non sapevo se si sarebbero più rivisti, ma conoscevo Theo e se lui decideva di metterci un punto, lo faceva con un pennarello indelebile che sarebbe stato impossibile da cancellare.
Mi avvicinai a mio padre.
"Giusto per capire, da quant'è che prendi in giro mamma? Non pensi sia meglio dirle che non la ami più?" non attesi una sua risposta e uscii dal bagno anch'io.
Il problema fu che lì fuori al corridoio, poggiata con le spalle al muro e con le mani sulla bocca per trattenere i singhiozzi, trovai mia madre.
Aveva sentito tutto.

Fu il mio cuore, adesso, a cadere a pezzi. Le andai vicino e l'abbracciai come mai avevo fatto prima. La avvolsi stringendomela al petto, lei si aggrappò alle mie spalle e abbandonò la fronte sul mio collo.
"Mi dispiace, mamma" fu tutto quello che riuscii a dire.
"Non è colpa tua". E mi dovetti ricredere, perché fino a quel momento avevo sempre creduto che il più forte tra i miei genitori fosse mio padre che non si lasciava scalfire da niente, tuttavia quando Lisa raddrizzò la schiena e si asciugò le lacrime, mostrando di essere capace di non far trapelare il dispiacere, capii che era lei quella audace. Perché mio padre non cadeva affatto, ma mia madre, nonostante cadesse, era capace di rialzarsi.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora