4 novembre.
A farmi aprire gli occhi non fu la sveglia, bensì l'odore pungente di erba che mi invase le narici. Mi misi subito a sedere sul materasso e tossii. Mi stropicciai gli occhi e voltandomi vidi Jeremia rigorosamente nudo intento a fumarsi una canna ed accendere degli incensi.
"Sono le sette di mattina, cosa cavolo stai facendo?" dissi guardando l'orario.
"Festeggio"
"Cosa esattamente? È il tuo compleanno?"
"No, festeggio per te" si legò i rasta in un codino, mentre tirò fuori dal cassetto vari oli coi quali cominciò ad imperlarsi la pelle scura."Cos'ho da festeggiare?"
"Ieri ti sei masturbato, lo sento". Balzai giù dal letto.
"Cosa!?"
"Emani quelle energie, era da tanto tempo che non lo facevi vero? Ora rimane da capire se l'hai fatto con le tue mani o te l'ha fatto qualcun altro"
"Oddio, smettila" mi massaggiai le tempie esasperato.Così presi dei vestiti puliti dal mio armadio e mi chiusi in bagno. Non ero sveglio nemmeno da cinque minuti e già ne avevo abbastanza di quella giornata.
Mentre vivevo e parlavo con i miei amici e seguivo i corsi e mangiavo, io pensavo costantemente. La mia mente non aveva un secondo di tregua, era sempre pronta a rincorrere mille pensieri, ed un po' la cosa mi estenuava. Ma come potevo fermarla?
Il solo voler trovare una soluzione, non faceva altro che aggiungermi un ulteriore pensiero a quelli già presenti.
Solo che, dopo quel minimo sprazzo di tempo in cui avevo ritrovato Theo nella sua stanza, la mia mente convergeva tutta lì. Era un tarlo. Sbatteva e si dimenava nel mio cervello.
E, in modo negativo o positivo che sia, Theo era comunque lì.
Non ne voleva sapere di andarsene, non mi capitava da tre anni. Non che non avessi più pensato a Theo nel tempo che avevamo trascorso separati, ma ora era tutto più accentuato. Perché seppure avessi voluto evitarlo, non ci sarei riuscito.Mi fermai incantato ad osservare il mio tatuaggio sull'avambraccio, mi fermai a fissare un punto indefinito semplicemente per pensare a lui.
Mi resi conto che stavo rischiando di impazzire, per cui presi un foglio ed una penna e scrissi a grandi lettere, quasi a volerlo urlare senza voce:
Mi stai distruggendo i pensieri.
Lo piegai più volte e me lo infilai nello zaino.
Finiti tutti i corsi per quella giornata, ignorai il messaggio di Will dove mi invitava a raggiungere lui e le ragazze per uscire e mi affrettai verso l'aula di musica.Era tardo pomeriggio e pareva non esserci nessuno, così mi chiusi la porta alle spalle, abbandonai lo zaino a terra ed afferrai una delle chitarre. La accordai e mi misi a suonare la prima melodia che mi venne in mente.
E fu un grande respiro, dopo un'intera giornata passata in apnea.
Chiusi gli occhi e pizzicai le corde sottili dello strumento. Quando mi convinsi di essermi dilettato abbastanza, riposi la chitarra riprendendo lo zaino ed andai nella mia stanza. Fortunatamente non trovai Jeremia, il quale era senz'altro con i suoi altri amici hipster.Decisi che avrei saltato la cena, non mi andava di vedere nessuno. Dunque, l'unica cosa che mi rimaneva da fare era mettermi a studiare. Sbuffando aprii lo zaino per estrarne il libro di biologia, ma il mio sguardo incappò nel foglio scritto quella mattina.
Lo presi con l'intento di buttarlo, se non fosse che notai una scritta nel lato che io avevo invece lasciato in bianco.
Anche tu, perciò vedi di smetterla.
La rilessi più e più volte, ed ovviamente la mia mente arrivò subito a Theo. Riconobbi la sua scrittura, che avevo stampato nella memoria a furia di consumare la carta per leggere tutte le lettere che mi aveva mandato anni fa, e che poi io avevo strappato.Theo aveva comunicato con me. Silente. Senza farsi vedere ne sentire, forse mentre io stavo suonando nell'aula di musica. Perché?
Perché era Theo, dopotutto, e le cose convenzionali non erano mai rientrate nella sua personalità.
Mi rimase l'amaro in bocca. Amaro dato da un bacio non consumato che ancora mi bruciava in gola. Tenni il foglio, nascondendolo nel cassetto della scrivania, lì dove la sera precedente, dopo essere tornato in camera ed averla cercata come un disperato per un'ora, avevo riposto segretamente la sua foto che lo ritraeva nudo di fronte allo specchio del bagno di casa sua con la lingua da fuori ed un braccio piegato dietro la testa. Completamente nudo. Me l'aveva inviata il 29 maggio di tre anni prima. Perché Theo era fissato con le date ed il 29 di ogni mese era sempre stato il nostro giorno un po' più speciale rispetto agli altri.
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I wanna be yours ~ Apollo & Theo
Roman d'amourÈ un gioco di sguardi. Uno scambio di anime e cuori. La storia di un amore serafico, l'amore di Apollo. Silenzio, ecco che cos'è, cosa sono. Perché inizia quando meno te lo aspetti. E, nonostante ci si prepara, non si è comunque pronti alla sua fin...