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30 settembre.
Sei incanto.
Sei l'ispirazione capace di inebriare le mie note, che senza di te, sono prive di me.
Sei la mia Euridice durante il giorno, ed il mio Giacinto di notte. Perché alla luce del sole io sono Orfeo, e solo al calare dell'oscurità divento Apollo.
Ma quanto è bello essere Orfeo, il tuo Orfeo, anche prima che tu lo sappia.
Come Euridice mi incanti, non sfuggirmi nel suo stesso modo, anche se io per te scenderei nell'Ade... ma poi, proprio come Orfeo, mi volterei.
Non permettermelo. Dammi un pretesto per essere Apollo anche durante il giorno, diventa Giacinto nonostante il lieto fine mancato e nonostante la concorrenza.
Diventa Giacinto anche durante il giorno... per me.

Orfeo ed Euridice, mi aveva sempre affascinato come mito, anche se il loro amore era surreale e fin troppo impossibile da trovare, era raro come le foglie sugli alberi d'inverno o come un mare senza onde.
Io non l'avevo mai incontrato se non sui libri, e non mi ero mai illuso di poterlo anche solo cercare. Sarebbe stato uno spreco passare la vita a giocare a nascondino con l'amore.
Che poi, cosa si intendeva con 'amore'?
Orfeo ed Euridice, oppure...

Quella mattina mi ero svegliato incazzato nero.
Principalmente c'entrava il mio naso sfregiato che mi aveva costretto a dormire con un mal di testa atroce, ero furente con quel Theo che alla fine, grazie ai suoi giri di parole ed al suo nome, non si era scusato. Ed ero arrabbiato con me stesso perché glielo avevo permesso, non mi era importato delle sue colpe fintantoché avesse continuato a guardarmi con quegli occhi.
Era stato umiliante. E poi c'era la maledetta fossetta, ci sarei sprofondato se non mi fossi dato una svegliata.
Orfeo ed Euridice, così come Apollo e Giacinto, non esistevano e non esisteva nemmeno il loro amore.
Mi alzai dal letto ripetendomi questo mantra.

Durante la colazione tenni la testa bassa, ascoltando a stento i discorsi di Derek e Sharon, sembrava che mi fossi coalizzato con Merida accompagnandola nel suo silenzio. L'unica volta in cui alzai lo sguardo, la prima cosa che i miei occhi captarono furono quelli dell'effimero colpevole.
Era seduto qualche tavolo più in là, circondato da ragazzi e ragazze che parlavano e gesticolavano, lui invece mi stava fissando.
Mi stava proprio fissando e non fece nulla per spezzare quello scambio di azzurro e nero.
Notai che vicino ai suoi gomiti, poggiati sul tavolo, c'era lo stesso maledetto libro. Deglutii perdendo di nuovo me stesso, ma poi corrugai la fronte richiamando a galla tutta la mia rabbia di quel giorno.
E lui mi rifilò un sorrisetto sarcastico. Ma che stronzo!

"Terra chiama Apollo! Scendi dall'Olimpo, amico, dobbiamo andare a lezione" non mi accorsi subito delle mani di Derek sulle mie spalle intente a scuotermi.
Quando gli passai affianco lo sentii schiarirsi la gola proprio come aveva fatto assistendo alla mia caduta.
Non lo guardai, e sperai che lui non guardò me.
In classe cercai con tutte le mie forze di seguire la professoressa impegnata a spiegare un'interminabile capitolo di storia. Mi soffermai sui suoi riccioli rossi mentre cercavo di tenere a bada i miei riccioli biondi che continuavano imperterriti a ricadermi sugli occhi.
Fu un momento. Il mio sguardo si posò inavvertitamente sulla porta della classe semi aperta e pensai seriamente di soffrire di allucinazioni.
Non poteva essere lui, non poteva essere lì. Eppure mi scrutò per un paio di secondi prima di scomparire.

Allora mi ritrovai ad un bivio: potevo seguire il mio Giacinto anche se non ero sicuro fosse ancora lì, anche se contro la potenza di Zefiro non potevo fare alcunché, e anche se non sapevo dove tutto ciò mi avrebbe portato. Altrimenti potevo tornare a contemplare la chioma rossa della professoressa, standomene richiuso sull'Olimpo, continuando ad affogare nella mia indifferenza.
E avrei tanto voluto poter andare dritto ignorando quel bivio. Avrei voluto avere una terza opzione.
Ma mi ritrovai fuori dalla classe senza neanche essermi accorto di averlo chiesto. Certe volte vivevo sul serio sulle nuvole, ma per il mio Giacinto sarei sceso sulla terra e per la mia Euridice giù nell'Ade.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora