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31 ottobre.
Io non so disegnare. Men che meno sono uno scultore, tuttavia quando guardavo Theo provavo la stessa sensazione di Pigmalione.
Esistono tanti miti, ed altrettante storie d'amore, tragiche o felici che siano; esistono tante personalità e modi di essere, di esistere e di vivere.
Esistono coloro che si innamorano di un estraneo, alcuni del proprio migliore amico, altri di cugini o parenti. Esistono coloro che non si innamorano affatto, o coloro che lo fanno in continuazione.
Ci si innamora dell'altro come se si potesse realmente cogliere il significato di quel sentimento. Però esiste.
Poi esiste anche Pigmalione, lui non ne voleva sapere dell'amore. Lui non si innamorò di carne e ossa.
Lui perse la testa per del marmo.
Un marmo bellissimo.
Galatea.

"Per favore Theo, collabora" il mio cervello rischiava di andare in corto circuito per quanto Theo mi stesse vicino. Il suo fiato sul collo, il suo braccio attorno alle mie spalle, e la mia mano a sorreggerlo stringendogli un fianco.
"Dove stiamo andando?"
"In camera mia"
"No!"
"Theo, devi dormire e io non ho le chiavi della tua stanza"
"Ma io si"
"Dove sono?"
"Tasca destra?". Tentai e fortunatamente le trovai.
"Perché ce ne siamo andati dalla festa?" mi domandò.
"Per ovvie ragioni, tipo tu che stai per collassare"
"Voglio bere"
"Si, acqua" non si stava un attimo zitto, e io faticavo il doppio dovendo spendere fiato anche per rispondergli.
"Leo"
"Che c'è?!"
"Credo di dover vomitare"
"Cazzo" quasi scardinai la serratura, ma alla fine arrivammo sani e salvi nella camera diciotto, forse più salvi che sani.
Trascinai Theo in bagno e si accasciò sul water, gli sfilai la giacca di pelle e gli tolsi le scarpe.
Vomitò per un'ora.

"Si può sapere quanto hai bevuto? Sei solito ridurti così?"
"Non quanto, ma cosa. E no, solitamente sto anche peggio, oggi mi sono trattenuto"
"Trattenuto!?" non che mi facessero ribrezzo le persone a cui piaceva bere, io ero una di loro, ma tifavo per la conservazione di un minimo di razionalità e autonomia.
Eppure non mi dispiacque soccorrere Theo.

Lo allungai a letto, gli tolsi la maglietta e gli passai dell'acqua.
"Grazie, mamma"
"Zitto scemo, come stai?"
"Mi riprendo in fretta" fantastico, quindi ero l'unico stronzo che quando si ubriacava subiva i postumi per i tre giorni successivi e sopravviveva solo grazie alla tachipirina.
Forse mi soffermai più del dovuto sul suo petto nudo, perché Theo sghignazzò.
"Baciami, Pollon"
"No, se non la smetti di chiamarmi così"
"Ammetti che ho ragione però, sei uguale alla bambina del cartone"
"Non meriti neanche una risposta".
Volevo che me lo richiedesse, perché non mi sarei mai tirato indietro se era ciò che lui desiderava.
"Leo, baciami".

Lo baciai.
Prima poco sopra l'ombelico, la sua pelle era bianca e calda, morbida e buona. Poi risalii lentamente e con la punta della lingua lasciai una traccia della mia saliva. Theo abbandonò la testa all'indietro, chiuse gli occhi e sospirò di piacere. Il petto che gli si alzava ed abbassava. Il respiro accelerato.
Avrei voluto fotografarlo. Era semplicemente bellissimo. Di quella bellezza rara ed elegante, contenuta ma visibile da chilometri di distanza.
Era lì, ed era mio. Era perfetto. Perfetto come Galatea, come solo una scultura creata dal più capace scultore sa essere.
Pigmalione andava tanto fiero della sua Galatea, ed io del mio Theo.

Gli baciai il collo e mi ci soffermai un po' di più. Poi allineai i nostri volti.
"Dormi, Theo".
Volevo disperatamente fare l'amore con lui, ma sapere di averlo sempre lì mi diede la forza di non spingermi oltre. Lui rise.
"Non dormirò insoddisfatto, Leo" io sorrisi.
"Quanto mi dispiace, peccato che tu non sia l'unico"
"Allora vieni da me"
"Sei ubriaco"
"E allora?"
"Allora non voglio scoparti da ubriaco, non insistere" lui rise di nuovo.
"Che ne dici di un compromesso?" propose.
"Sentiamo"
"Io ti mostro cosa vorrei farti col ghiaccio, e poi tu deciderai come passeremo il resto della nottata, ma ti avverto: sono avvantaggiato in quanto da ubriaco sono un disinibito coi fiocchi".
Riflettei seriamente su ciò che aveva appena detto, sapevo che a prescindere sarei rimasto dell'idea di non voler fare sesso con lui ubriaco. Tuttavia gli concessi una possibilità, avrei trascorso una nottata diversa dalle solite. E poi iniziavo a diventare sinceramente curioso di sapere cosa diavolo voleva farci con quel ghiaccio.
"Theo, e se dovesse entrare Andrew?"
"Non succederà, fidati".
Mi fidavo incondizionatamente.

I wanna be yours ~ Apollo & TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora