21 agosto.
Speravo male.
"Apollo Christopher Williams! Dove sei stato? Cos'hai fatto? Non mi importa un fico secco se adesso sei maggiorenne e indipendente, non puoi scomparire per un pomeriggio intero senza dire niente! Con chi sei stato?".
Mia madre era una furia. Io la guardai deglutendo e sorreggendo la mia nuova chitarra azzurra.
"Mamma, sta tranquilla, ora sono qui"
"Non mi interessa, dove sei andato in giro con quel tuo amico? Sei scappato via! E cos'è questa chitarra?"
"Dov'è Artemide?"
"A pagare per i tuoi errori".
Cazzo.Andai in camera con mia madre che non la smetteva di urlarmi dietro.
"Artemide?" entrai, posando lo strumento sulla mia scrivania.
"Fratello" era nel suo letto, con gli occhi arrossati e l'espressione depressa, fece male non scorgere il suo solito sorriso.
"Che è successo?" domandai sedendomi sul bordo del suo materasso.
"Mi dispiace, Apollo, ho tentato di farli ragionare". Non capii, ma la vidi affondare la faccia nel cuscino quando sulla soglia comparve nostro padre.
"Apollo, dobbiamo parlare" disse e se ne andò, sapevo che mi aspettava un'intensa chiacchierata in cucina. Funzionava da sempre così, ogni qual volta combinavo un casino, mi facevano sedere di fronte a loro giudicandomi con i loro taglienti sguardi vissuti.
Strinsi la mano di mia sorella, che mi regalò un debole sorriso.In cucina i miei genitori erano già posizionati su due sgabelli. Presi posto dall'altro lato del tavolo, la tensione palpabile in quel silenzio assordante.
"Allora..." cominciò papà.
"Posso spiegare"
"No, Apollo"
"Ti piacciono i ragazzi, vero? Lo sapevo" disse mia madre mettendosi a piangere.
"Mamma..."
"Non dire niente, sappi che ci hai molto deluso"
"Ma deluso per cosa? Perché stai piangendo? Gurda che io sono sempre lo stesso Apollo" il mio respiro accelerò mentre tentavo disperatamente di trattenere le lacrime.
"Perché non ce l'hai mai detto prima?" domandò mio padre."Perché? Guarda gli effetti che ha sortito persino dopo che avete avuto tutto il pomeriggio per sbollire la rabbia"
"L'hai confessato in quel modo a pranzo, davanti a tutti" continuò mia madre singhiozzando ed asciugandosi le guance con un fazzoletto.
"Cosa c'è che non va in me?" sussurrai più a me stesso che a loro.
"Apollo, devi fartela passare. Tu non lo sai, ma sicuramente questa è solo una fase, okay?"
"Non è okay per un cazzo, mamma! E non è solo una stupida fase! Io per quel ragazzo provo la stessa cosa che tu provi per papà, non è sbagliato" urlai.
"Sei ancora troppo giovane, cosa ne vuoi sapere dell'amore?" mi guardò con i suoi penetranti occhi marroni.
"Ne so quanto basta. A che età vi siete innamorati voi due?" li avevo in pugno, perché si guardarono ed abbassarono lo sguardo.
"A venti" rispose papà.
"Bene, io ne ho diciotto" me ne andai lasciandoli lì.Ero devastato ed arrabbiato. Il mio umore, fino a poco prima molto buono, ora era sotto terra.
Sbattei la porta della camera rintanandomi sotto le coperte del mio letto. Mi misi le cuffie ed alzai il volume al massino, rompendomi i timpani con la musica. Quando Theo mi chiamò, non risposi.
Dopo pochi secondi mi arrivò un messaggio.
Guardi le stelle con me?
Sorrisi lievemente, ciò mi diede la forza di alzarmi ed affacciarmi alla finestra della camera, con Artemide che russava nel suo letto. Cercai e trovai la stella più luminosa che dominava il cielo scuro e mi misi a fissarla, sapendo che la stava fissando anche il mio Theo, e chissà quante altre persone condividendo la loro esistenza.Non ero solo.
Io avevo Theo e Artemide e i miei amici.
Non ero solo.
Guardai l'ora che segnava le 23:59. Mancava un minuto alla fine del mio compleanno. Non avevo spento delle candeline, quindi decisi di esprimere in quel momento un desiderio, soffiando sulle stelle.~~~
29 agosto.
Mancava sempre meno alla fine dell'estate, al rientro a scuola, all'abbandono dell'ozio. Perché avrei dovuto ricominciare a studiare, a suonare, a scrivere, mettendoci impegno e dedizione, soprattutto nello studio.
Stavo per frequentare l'ultimo anno di liceo e la cosa mi terrorizzava non poco. Dopo sarebbe venuta l'università e la mia vita sarebbe stata completamente stravolta. Ma strinsi i denti, cercando di affrontare tutto col sorriso.
"Allora fratello, tra qualche giorno parti?"
"Eh già"
"Quando ci rivedremo?"
"Spero il più tardi possibile" scherzai, Artemide mi fece una linguaccia afferrando un paio di occhiali da sole da sopra al suo comodino. Indossava soltanto un costume a due pezzi celeste, probabilmente andava a prendere un po' di sole.
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I wanna be yours ~ Apollo & Theo
RomanceÈ un gioco di sguardi. Uno scambio di anime e cuori. La storia di un amore serafico, l'amore di Apollo. Silenzio, ecco che cos'è, cosa sono. Perché inizia quando meno te lo aspetti. E, nonostante ci si prepara, non si è comunque pronti alla sua fin...