Le urla infervoravano l'abitazione e ad esse erano mescolate ai sospiri di un cuore in frantumi «Come puoi essere tanto egoista? Io ho dato tutto per te. TU NON PUOI VENIRMI A DIRE CHE NON MI AMI PIÙ!!».
Lei lo guardò distaccata, convinta che una conversazione del genere non avesse senso di esistere e ancora più interdetta dal non comprendere il motivo di tanta rabbia.
«Jimin capiscimi» disse avvicinandosi quel poco che le servì per sfiorarlo.
Il giovane si ritrasse bruscamente dal suo tocco non dandole modo d'influenzarlo con i suoi modi dolci «NO- ruggì- non capisco... FINO A IERI MI HAI CHIAMATO AMORE e oggi? -disse prendendole con forza il braccio- OGGI HAI DECISO DI NON VOLERMI PIÙ!» la furia con la quale l'aveva agguantata la terrorizzò.
Park Jimin non si arrabbiava spesso.
La sua pazienza non era mai arrivata all'esaurimento e lui non aveva mai permesso al furore di impossessarsi di sé.
Ma quando crollava si lasciava sovrastare da tutto il disprezzo che serbava nel cuore, colpendo con violenza colui o colei a cui era diretto. La sua espressione faceva paura.
Gli occhi rivelavano un fuoco interiore pericoloso, simile a quello dell'inferno.
«Non è colpa tua- provò lei correndo ai ripari avendo realizzato lo sbaglio appena compiuto- sono io che sono confusa. Non ti sto lasciando, voglio solo una pausa» e solo questo bastò per ucciderlo definitivamente.
«Vai fuori» disse con voce calma e controllata lasciandola in malo modo.
Quella calma irrequieta le metteva paura e per quanto si sforzasse di sembrare dissoluta, Yun seguì l'ordine prima che la tempesta si abbattesse su di lei.
Corse velocemente verso la porta d'ingresso ed uscì, lasciando il suo ormai ex ragazzo, solo con la sua rabbia.
#
Seori varcò la porta d'ingresso e non fece in tempo a chiuderla che rimase sconvolta da ciò che trovò.
Gli oggetti erano sparsi a terra, la cucina sembra essere diventata un cimitero di ceramica ma ciò che la mise in allerta fu trovare delle macchie di sangue.
La ragazza posò le buste con il cibo vicino all'ingresso, il più lontano possibile da tutto quel macello e si mise alla ricerca di chi aveva provocato di colui che aveva realizzato quella scena raccapricciante.
Dopo aver controllato al piano inferiore senza trovare nulla, salì le scale verso le camere e si soffermò ad ascoltare cercando di captare ogni singolo rumore.
Udì dei singhiozzi provenire dal bagno che avevano in comune la camera di Jimin e Hoseok con quella di Namjoon e Taehyung e con il cuore in gola gli si avvicinò «Chi c'è?» chiese timorosa di una possibile fuga dall'interno.
Il silenzio venne spezzato dalla voce irritata di Jimin che dall'altro capo del muro disse «Vattene».
Rimpianto, furia, amore e odio erano alla base del suo conflitto e talmente era diverso dalla consuetudine che Seori riconobbe in lui un qualcosa di famigliare ma lo ritenne talmente a pezzi da non riuscire a dargli un nome.
«Cosa è successo?» chiese timorosa all'anima deturpata «TI HO DETTO DI ANDARTENE» urlò l'altro facendo tremare la superficie che li divideva.
Seori fece un passo indietro, realizzando che l'unico scudo contro la rabbia dell'atro poteva cedere con estrema facilità mettendola a confronto con qualcuno che lei non conosceva e che avrebbe potuto farle del male.
Rimase immobile per qualche attimo, cercando di conversi essere al sicuro, ed attese che il ragazzo decidesse di uscire senza forzature.
Dopo qualche minuto di tregua, udì una delle tre porte collegate al bagno aprirsi e il rumore di passi scorrere verso un'altra camera. Con circospezione bussò ed entrò senza attendere oltre, pronta a misurarsi con il mostro che stava logorando il ragazzo.
YOU ARE READING
U Are My World
Random𝐒𝐄𝐂𝐎𝐍𝐃𝐎 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎: 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀 𝐈 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀. 𝐆𝐥𝐢 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐞 𝐥𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐞 𝐩𝐢𝐮...