Min Yoongi e Kim Seokjin erano legati da un unico ossessivo pensiero, mentre ciondolavano senza forze verso l'uscita dell'agenzia.
Quella che gli balenava in testa, era una considerazione che ormai avevano metabolizzato talmente bene, da renderla banale, quasi semplice.
La psiche umana sarebbe rimasta per sempre un'incognita.
La forza di azione e reazione che anima un individuo, dipende dall'individuo stesso e non può essere prevista in alcun modo, neanche dopo anni di conoscenza.
Entrambi erano arrivati a questa conclusione con estrema facilità. Si erano lasciati ammaliare dall'evidenza dell'affermazione e l'avevano presa per valida, senza soffermarsi sulla possibilità che fosse una baggianate.
I giovani avevano terminato i propri turni lavorativi come solito e avevano deciso in comune accordo, di fare una deviazione piuttosto lunga, prima di tornare a casa e ributtarsi nella mischia della battaglia che aveva nociuto la felicità di fin troppe persone.
«Andiamo Hyung, il taxi ci sta aspettando» disse Yoongi affaciandosi al ciglio della strada richiamando, con tono frettoloso, l'amico.
La piccola automobile gialla che li stava attendendo, aveva una scritta sbiadita e poco leggibile sul tettuccio, i sedili rovinati, ne evidenziavano la vecchiaia e l'usura, l'autista non era da meno.
Per quanto l'uomo cercasse di sorridere, il suo aspetto trasandato ne raccontava i particolari in ogni piega e i due Idol non poterono non farci caso.
Sorrisero con cortesia e chiesero di arrivare a Itaewon dove, una volta scesi dall'auto, percorsero in lungo e in largo la via principale, fino ad arrivare in un piccolo pub che prendeva vita nell'angolo più nascosto di una via abbandonata, con l'insegna illuminata e poca gente all'interno.
Park Saeroyi, il padrone del locale, gli andò in contro e li salutò con cortesia prima ancora di riconoscerli.
Seokjin lo salutò con un movimento della mano, nascondendo sotto la mascherina l'enorme sorriso che non poteva essere visto ma che il suo amico d'infanzia, sapeva esserci.
«Ya, quanto tempo che non ti vedo, dove sei stato fin'ora?» chiese ridendo, mentre li faceva accomodare «A lavoro amico. Te invece? Sei sempre con le mani in mano eh?!» rispose ridendo l'altro.
Saeroyi rise ancora di più, conosceva Seokjin e il resto dei BTS da molti anni ormai e sapeva fin troppo bene come fosse il loro umorismo e quanto stremanti fossero i loro orari lavorativi «Vuoi il solito?» chiese.
Sia Yoongi che Jin annuirono e quando l'uomo si fu avviato verso il frigo per prendere l'ordine, si spogliarono dei lunghi indumenti scuri e fecero dei respiri profondi.
«Non c'è quasi nessuno sta sera?» chiese Yoongi una volta che gli fu portata la tanto agoniata bottiglia di Sojo.
Park annuì, era una serata tranquilla al DamBam, adattissima ad ospitare i suoi cari amici famosi che, se fosse stato il contrario, sarebbero dovuti andare via velocemente «Ho sentito che siete in cima alle classifiche. Ottimo lavoro» disse sedendosi al tavolo con loro.
Seokjin da bravo maggiore, prese la bottiglia e la scosse.
Il liquido trasparente guizzò un poco e poi, iniziò a girare all'interno del contenitore di trasparente riflessione, formando un piccolo uragano.
L'aprì e versò un po' del contenuto nel bicchiere del più piccolo e poi nel suo «Ne vuoi anche tu?» chiese al proprietario del locale, egli negò.
Yoongi prese il bicchierino di vetro e se lo portò alla bocca, si spostò leggermente di lato nascondendolo con la mano e inghiottì il contenuto senza pensarci.
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U Are My World
Random𝐒𝐄𝐂𝐎𝐍𝐃𝐎 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎: 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀 𝐈 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀. 𝐆𝐥𝐢 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐞 𝐥𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐞 𝐩𝐢𝐮...