[CAPITOLO 1] - 正常 (NORMALITÀ)

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«Benvenuti io sono Futaba Yoshioka* e sarò la vostra guida a Tokyo e ad Osaka».

La ragazza dai capelli castano dorato dedicò ai suoi clienti un sorriso smagliante, parlando in un coreano abbastanza fluente per essere una liceale «Piacere io sono Seori» si presentò la manager.

Seori aveva letto la sua scheda di presentazione e l'aveva ritenuta più che adatta al compito di guida non solo per i risultati dei corsi di lingua, ma anche per la descrizione caratteriale. Futaba risultava essere allegra, vivace e aperta a nuove esperienze, tutte cose che l'avevano convinta fosse adatta al gruppo.

La giovane era terrorizzata all'idea di dire le parole sbagliate* ed essere fraintesa «Non preoccuparti- le sussurrò Seori affiancandola- se hai bisogno di aiuto, conta su di me».

Le sorrise e con qualche respiro profondo si tranquillizzò.

Il programma della giornata era di per sé molto semplice: una passeggiata alla scoperta delle bellezze della capitale e la sosta presso un locale tradizionale dà cui sarebbero stati prelevati e scortati in hotel.

Scesero dal furgone che li aveva recuperati in aeroporto e s'incamminarono verso il parco di Ueno* il polmone verde di Tokyo.

Nonostante i ciliegi fossero sfioriti, era impossibile non immaginarli vestiti di perle rosa e bianche con i petali che cadevano come goccioline di pioggia in una bella giornata primaverile*.

Futaba raccontò come un tempo il parco facesse parte del Tempio Kaneiji, che venne distrutto a fine ottocento portandoli poi, ad ammirarne i resti.

Dopo aver fatto una breve sosta, risalirono sul mezzo che li scortò ad Asakusa, un quartiere dal fascino antico memoria dei tempi in cui Tokyo era nota con il nome di Edo.

Visitarono il Tempio Sensoji e Futaba gli raccontò la leggenda dei due fratelli*, fecero una sosta a Nakamise Dori la via dello shopping dove acquistarono qualcosa da mangiare per poi raggiungere Kappabashi Dori dove Seokjin si perse negli utensili da cucina.

Uscirono dalla Kaminarimon, la millenaria porta che simboleggiava Asakusa e risalirono nei mezzi per dirigersi finalmente al punto di ritrovo.

Le vetrate esterne del locale erano abbellite da fiocchi di ovatta dato l'arrivo dell'inverno e i tavolini interni erano in legno chiaro abbellite da cuscini e tovaglie color lilla «Dobbiamo entrare qui» annunciò Futaba incespicando sul giusto verbo da usare e chiedendo aiuto alla manager che tradusse per lei.

Al contrario dei suoi compagni Hoseok non ne fu sorpreso.

Seori era una continua scoperta e per quanto cercasse di celare le sue capacità, senza neanche accorgersene le esprimeva con tale forza da stupire.

L'aveva sentita più volte contestare le decisioni dei bodyguard mentre erano in aeroporto poiché loro, non essendo a conoscenza della sua posizione, la consideravano una spina nel fianco «Senta signorina non possiamo farla entrare. È pregata di non creare problemi» le aveva detto uno degli uomini in inglese.

«Ascoltami bene- aveva sbottato Seori- io sono la manager dei BTS e se non mi fai entrare ORA sarai richiamato per insubordinazione» l'uomo non aveva colto l'avvertimento e le aveva sorriso compiaciuto «Sicura di volertela giocare così?» le aveva chiesto scontroso facendole perdere definitivamente la pazienza.

Seori aveva fatto un grande respiro e aveva ripetuto in giapponese la minaccia marcando la parola "ora" attirando così l'attenzione di Hoseok che la stava cercando al telefono «Manager Nim- l'aveva chiamata- Perché non la fai entrare?» aveva poi chiesto all'addetto che nel vederlo era sbiancato.

«Sai parlare giapponese?» le aveva chiesto una volta soli «Te ne stupiresti?» gli aveva risposto con un sorriso.

Effettivamente Hoseok non ne era rimasto particolarmente sorpreso ma il pensiero di conoscerla ancora così poco in un certo senso lo infastidiva.

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