[CAPITOLO 18] - SHOOTING STAR

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Come può un pezzo di plastica contenere in uno spazio così ristretto, una così larga scala di colori.

Non parliamo solo di colori primari come il Rosso Magenta, il Blu Ciano, il Giallo Primario, il Bianco e il Nero ma di una moltitudine di sfumature e evidenziatori che solo a guardarli per un momento di più, sarebbe come prendersi un pugno nell'occhio.

Quel pezzo di plastica era di una forma leggermente rettangolare e l'estremità erano state piegate e incollate tra loro per rendere il tutto solido e utile.

Colei che lo teneva in mano o meglio, che lo dondolava avanti e dietro come fosse uno yo-yo, era una ragazza alta, con i capelli castano chiaro mossi e i lineamenti molto delicati per quanto gelati.

Gli occhi richiamavano il colore del legno e le labbra erano carnose e rosse perché coperte dal rossetto.

Nabi camminava a passo di marcia verso l'ufficio che avrebbe occupato da lì a qualche secondo e teneva ben stretto in mano, tutto il necessario per fare in modo che sia lei, che il suo compagno, fossero desti e portassero a conclusione il loro lavoro.

«Hello Oppa, sono qui» disse entrando senza bussare una volta giunta davanti alla porta giusta «Hola» risposero.

Il compagno era seduto su una poltrona imbottita, simile a quella utilizzata dai gamer professionisti che avevano bisogno di rendere confortevole una posizione tanto strana come quella da seduti «Che hai portato?» chiese all'amica.

Ella posò il pacchetto di patatine sul tavolo e tirò su da terra anche una busta di tela bianca, di cui rovesciò il contenuto sul tavolo «Aigo, hai fatto scorta- convenne il ragazzo osservando la moltitudine di cibo- ma che idee hai per questa sera?» lei sorrise «Iniziare e finire ciò che dobbiamo».

Namjoon sorrise di rimando, «Tu seriamente pensi di poter iniziare e finire una canzone con una sola notte?» Nabi si sedette sulla sedia accanto alla sua e si stiracchiò «L'ultima volta ci abbiamo messo dieci minuti» gli ricordò lei.

«Su cosa vogliamo basarla?» chiese il ragazzo «Mhn non ti ho mandato un messaggio quando ne abbiamo parlato?» chiese lei non essendo completamente sicura della risposta.

Namjoon prese il telefono e pigiando sullo schermo leggermente crinato, visualizzò le ultime chat che aveva su KakaoTalk.

Tra i numeri dei produttori e i mille e passa messaggi del gruppo che aveva in comune con gli altri membri scorse finalmente il nome della ragazza o meglio, il nomigliolo con il quale l'aveva salvata "Stella cadente".

«Ancora così sono salvata?» chiese Nabi sbirciando per mezzo secondo il telefono dell'altro «È un promemoria- rispose Nam senza neanche pensarci, mentre scorreva gli innumerevoli messaggi che si erano scambiati- per ricordarmi quanto sei impulsiva e pericolosa» terminò avendo trovato il tesoro e alzando lo sguardo su di lei.

Quelle iridi scure erano state con lui per la maggior parte della sua vita, lo avevano seguito lungo tutto il suo cammino e ora, averle a poco più di un palmo, era una delle cose che più lo faceva stare in paradiso «Perché mi guardi così?» chiese Nabi a disagio dopo attimi di silenzio.

Lui sorrise «Stavo pensando a quanto puoi essere difficile- scherzò deridendola ma lei fece per alzarsi e lui, preso da un momento di panico, le prese il polso di getto e la fece voltare verso di sé- dove vai?» lei sorrise sarcastica.

«Se sono così difficile allora me ne vado» e fece per staccarsi dalla presa ma lui la fortificò e si alzò sovrastandola «Dopo quello che mi hai fatto passare- le sussurrò- è il minimo».

Ricordava con un brivido terrificante la giornata in cui come al solito, i suoi genitori gli avevano chiesto di fare da babysitter alla ragazza della casa affianco.

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