[CAPITOLO 28]- POSSIBILE

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«Ti amo».

Due sillabe che potevano stravolgere un mondo, vincere una battaglia e far perdere una guerra.

Le guance della dama che le aveva pronunciate, s'imporporarono di rosso e le pupille raggiunsero la loro massima dilatazione.

Il ragazzo avanti a lei, aveva i capelli scompigliati e la fronte imperlata di goccioline d'acqua sovrastava gli occhi neri e profondi.

Il respiro affannato era il risultato di due ore di allenamento e il battito accelerato del cuore non faceva che aumentare.

Jungkook sorrise quando realizó e dovette frenare l'istinto di avvicinarsi a lei, trarla a sé con forza, racchiuderla tra le forti braccia, per poi rubarle un bacio.

La desiderava da impazzire e una mente malata, è più pericolosa di un'arma a fuoco.

I due giovani rimasero a guardarsi per qualche attimo.

I loro sguardi si mescolarono, lessero un numero infinito di emozioni senza nome e si persero negli infiniti oceani che componevano il loro inconscio.

Una scintilla scattò all'interno di uno di loro, portando la ragazza a sporgersi in avanti.

Jungkook era più alto di lei di almeno cinque centimetri ma, dopo averlo preso per il colletto della felpa e averlo fatto abbassare quel poco che le servì, si mise sulle punte e finalmente unì le loro labbra.

Un bacio inizialmente dolce, gentile ma allo stesso tempo ricolmo di sentimenti infuocati, questo fu il loro primo attimo di libertà. Il loro respiro divenne pesante, non si staccarono per riprendere fiato tanto erano in perfetta sincronia.

Jungkook non riuscì a frenarsi ulteriormente e approfondì quell'esperienza.

La tirò più vicina, la circondò, la strinse e quando lei lo lasciò fare senza alcuna paura, la tirò su, facendola agganciare con le dita ai suoi capelli e tenendola con i polsi sul fondo schiena.

Averla lì stretta al suo corpo, era la cosa che più aveva desiderato e Seori, era della stessa idea.

Dopo qualche secondo, il ragazzo desiderò vederla in viso. Voleva guardarla riprendere fiato e voleva leggere ogni emozione che le aveva suscitato.

Si mosse quel poco che ci volle per arrivare al muro della palestra e riuscire finalmente a guardarsi negli occhi dopo interminabili momenti d'oscurità.

«Sono pesante eh?!» scherzò lei riprendendo il colorito che le era solito «Neanche un po'... Sei una piuma» la rassicurò lui prima di unire nuovamente le loro labbra.

Rimasero per un bel po' a sorridere e scambiarsi effusioni, finché non si resero conto che dovevamo scappare di corsa.

Jungkook la fece scendere controvoglia e la bloccò tra sé e il muro.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo finché non sussurrò «Ti amo» al che, Seori lo prese per un braccio e lo portò verso l'uscita della palestra.

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L'atmosfera del parco era leggera, le famiglie camminavano allegramente e i bambini giocavano sui giochi senza alcun pensiero.

Seori aveva messo qualche metro di distanza tra lei e il suo compagno giusto il tempo di uscire dall'agenzia per non destare sguardi gracchianti ma, appena si erano trovati in un luogo un po' più appartato, Jungkook le aveva ripreso la mano e l'aveva incrociata insieme alla sua, facendola avvicinare a sé.

«Voglio averti qui con me- le aveva sussurrato all'orecchio- non voglio che svanisci» lei aveva alzato lo sguardo per perdersi nel suo e aveva chiesto con tono dolce «Perché mai dovrei svanire?».

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