[CAPITOLO 29]- SUOCERA

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Jimin osservava estasiato fuori dal finestrino il bellissimo paesaggio verde che li aveva accompagnati fin dall'uscita della statale.

Seoul era una capitale abbastanza centralizzata all'interno della Corea, ma il luogo dove erano diretti, era più difficile da raggiungere di quanto sembrasse.

Busan era un piccolo paese nelle campagne e come tale, non era molto vicino.

Jimin e Jungkook non vedevano l'ora di poter respirare di nuovo il dolce profumo del passato e soprattutto, di rivedere le persone che, fino a pochi anni prima, erano state l'unico appiglio di salvezza contro un mondo.

«Qual'è il primo posto dove andremo?» chiese Taehyung «Prima andremo dai genitori di Jimin, sua madre ci ha invitati a cena» rispose Seokjin dal posto del guidatore.

Seori era silenziosa, guardava fiori dal vetro con uno strano distacco. Il giovane vedeva come gli occhi le guizzavano da un parte all'altra, ma non ne riusciva a captare alcun sentimento.

Il più grande aveva letto nel suo silenzio un problema, ma fino a quel momento, non era riuscito a trovare nulla che potesse esserne l'origine.

Per comodità si erano divisi in due macchine.

Taehyung, Seokjin e Jungkook avevano deciso di condividere la vettura insieme alla manger mentre Yoongi, Namjoon, Jimin e Hoseok condividevano la seconda.

Shin era rimasta a casa per via degli esami e la cosa sembrava non preoccupare nessuno.

Seori era rimasta in silenzio, persa nei suoi stessi pensieri. Non voleva rischiare d'inbattersi nello sguardo di Jungkook e il fatto che Yoongi l'avesse abbandonata per dare il cambio guida a Namjoon l'aveva sollevata.

Le grandi e sconfinate campagne coreane, erano un luogo meraviglioso dove scappare dalla realtà ma sapeva, che questa sua voglia di fuggire, un giorno, le si sarebbe rivoltata contro e tremava al solo pensiero di cosa l'avrebbe scatenato.

«Seori- la voce di Taehyung la riportò in vita- visto che tra poco ci fermiamo, vuoi venire avanti?» la ragazza voltò lo sguardo verso il compagno ed egli le sorrise dolcemente.

Jungkook aveva iniziato a comprendere cosa c'era dietro i suoi silenzi e il fatto che finalmente, dopo quasi un anno, Seori gli avesse dato la possibilità di avvicinarsi a lei in modo più intimo, gli dava la speranza che prima o poi, gli avrebbe confidato ciò che la tormentava.

Lui sarebbe rimasto ad aspettare.

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L'auto finalmente si fermò a una pompa di benzina e i ragazzi, ben coperti dalle mascherine, scesero per sgranchirsi le gambe e riprendere aria.

Una volta messo un piede sull'asfalto, senza avvertire nessuno o fare il minimo cenno, Yoongi si diresse verso la cugina e la colse nel momento in cui, con la più totale calma, si toglieva la grande felpa grigia che aveva usato per viaggiare, per restare in t-shirt.

Quando Seori rimise la testa fuori dalla maglia, accortasi dell'infiltrato si bloccò, restando con la parte inferiore dell'indumento a mezz'aria e con un espressione di confusione stampata in viso.

Yoongi divenne rosso.

La carnagione solitamente lattiginosa, si colorì di un bel magenta acceso e solo dopo essere stato richiamato più volte da Namjoon, oltre ai polmoni che ripresero ad incanalare aria.

Seori era ancora confusa ed interdetta quando si rese conto di aveva attirato l'attenzione del resto del gruppo si accese come una miccia.

Jungkook la osservava esterrefatto.

U Are My WorldWhere stories live. Discover now