[CAPITOLO 30] - WHAT

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La famiglia Park era l'espressione perfetta del pensiero coreano di famiglia. Due figli laureati, il padre operaio in un impresa di marketing e la madre casalinga.

Erano perfetti e non sembravano nascondere cicatrici sotto gli abiti "anche la nostra tornerà così" pensò Seori guardando Yoongi leggendogli negli occhi, un cumulo di tristezza.

La serata passò velocemente, i ragazzi mangiarono con appetito e poi si salutarono, lasciando a Jimin il tempo di riabbracciare in intimità i propri parenti.

Il resto si era poi diretto verso l'hotel dove avrebbero dormito.

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«Che vuol dire che ci sono solo quattro camere matrimoniali libere?» Seori ripeté l'informazione con enfasi dando modo alla signorina della reception di avere la possibilità di ricontrollare.

«Ci dispiace signorina ma la vostra prenotazione si è accavallata con un'altra. Le chiediamo perdono per il ritardo» Seori sbuffò e incrociò le braccia al petto.

Era stanca anzi sfinita dal viaggio e il fatto che ancora non si fosse distesa lunga su un buon materasso, le stava facendo salire i nervi, avrebbe dovuto seguire il consiglio di Jungkook e "dire la verità" in questo modo loro due avrebbero occupato una stanza e non ci sarebbero stati problemi o almeno tecnicamente.

Seori non era pronta per questo, non era pronta per stare sola con lui.

Insospettito Namjoon entrò all'interno dell'hotel per controllare che tutto andasse per il meglio e per assicurarsi che le supposizioni del resto del gruppo, su un ipotetico omicidio, fossero infondate.

Superata la porta di vetro vi era un piccolo corridoio dipinto d'oro e sul fondo, dietro una scrivania, una riga composta da tre computer con delle vallette adibite all'accoglienza delle persone.

Seori era in piedi davanti a una di queste postazioni e a giudicare dall'aspetto stanco e il viso leggermente arrossato, sembrava essere sull'orlo di un crollo nervoso.

Si avvicinò alle due donne e chiese se andasse tutto bene «Non so come aiutarla» continuava a ripetere la commessa abbassando in continuazione il capo in segno di scuse.

«Manca una camera» disse la ragazza al compagno con tono sfinito, egli che rifletté per un po' e poi le chiese «Te la senti di condividere la camera con uno dei ragazzi?».

Seori assunse un'espressione interdetta «Devo parlarti-gli disse prendendolo per la camicetta e sussurrando - Jungkook e io è ufficiale» non riuscì a dire altro.

Namjoon sorrise alla commessa ed uscì in direzione dei compagni che lo attendevano impazienti

Hoseok si fece avanti per chiedere indicazioni ma venne preceduto da Namjoon che disse «Seori dovrà dormire con uno di noi. Ma a seguito di una conversazione penso che sia il caso di fare i complimenti al nostro Junkook-iee».

Il silenzio regnò sovrano e lo sguardo di ogni ragazzo ricadde sulla manager che aveva a sua volta spostato la sua attenzione verso il pavimento.

Avrebbe voluto scegliere Yoongi come aveva più o meno sempre fatto, ma questa volta non doveva solo considerare i loro sentimenti ma anche quelli di Jungkook il quale, non essendo a conoscenza della loro parentela, avrebbe potuto fraintendere.

La scelta più logica perciò, sembrava appunto quest'ultimo. Sarebbe bastato mettere tutti a conoscenza delle loro ormai più che evidente relazione per poter terminare lì la serata.

Ma era qui che sorgeva il vero problema.

Min Seori aveva paura di condividere la stanza con il più piccolo soprattutto perché temeva di non riuscire a ragionare e perché il solo pensiero di loro soli in una camera, le faceva ricordare l'inizio della convivenza e quegli stessi sentimenti la facevano avvampare.

Quando sentì un coro unisono elevarsi dai ragazzi, e realizzò di essersi dissociata dal presente, si accorse che la decisione era stata presa.

Alzò lo sguardo e non appena si scontrò con un paio di profondi laghi neri, Seori comprese cosa fosse accaduto. Jungkook aiutato da Namjoon aveva vuotato il sacco e ora Yoongi sapeva tutto. Si sentì per un attimo sollevata.

Percepì lo sguardo inquieto di Yoongi sfiorarle la pelle ma decise di non dargli attenzione con la paura che potesse rovinare il breve attimo di leggerezza che stava vivendo.

«Non è niente di che quindi fatela finita» disse arrossendo.

«Niente di che? Hai idea di quanto abbiamo scomesso che sarete finiti insieme» rise Taehyung.

Lo sguardo assassino di Seori cadde sul ragazzo facendolo zittire.

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