Capitolo VIII

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E l'occasione che lui aspettava gli si presentò solo due giorni dopo.

Quando appollaiato su una chioma, la vide finalmente starsene da sola.
Michel era saltato in groppa al suo cavallo e lei era rimasta affaccendata fuori.

Così, giù dall'albero in un salto, aspettò celato tra il fogliame. Della legna scoppiettante ardeva sotto un vistoso calderone mentre lei ne mescolava il contenuto. Qualcosa di buono, pensò inalandone il profumo.

Avanzò di qualche passo e le si fece più vicino.

Era sempre più bella ogni giorno che passava.

Poi un colpo di fortuna volle, che gli si piazzasse proprio davanti al cespuglio dietro cui era acquattato. Raccoglieva erbe profumate e lui se ne stette allora buono ad ammirarla.

Ammirò i suoi occhi, la sua bocca e il suo respiro, avvertendo il calore e l'odore fresco del suo corpo.

Avrebbe potuto toccarla se voleva, avrebbe potuto allungare una mano ed afferrarla.

Non ci pensò poi molto e come inghiottita da una forza misteriosa, la trascinò all’interno del cespuglio senza darle il tempo di capire.

"Shhh…Sono io non aver paura!" Le tappò la bocca.

Ma lei sgranò gli occhi e sotto il palmo della mano, sembrò disorientata.

"No!" Scosse la testa e si dimenò a tal punto che lui riuscì a stento trattenerla.

"Cos’hai?" Le chiese: "Voglio solo parlarti!"
Ma lei allungò una mano e lo colpì col primo sasso che trovava.
Lo udì subito urlare toccandosi la fronte.

Gli aveva fatto male e ne provò piacere.

Balzò subito in piedi vedendolo stordito ma poi iniziò a scappare e lui le corse dietro.

Corse incespicando tra i cespugli e con il fiato in gola, corse finché non cadde e lui non la raggiunse.

Indietreggiò quasi strisciando sul terreno ma lui avanzò veloce, con un taglio e un rivolo di sangue fresco che gli colava in fronte.

"Ma sei impazzita? Insomma cosa ti è preso?"
Era ferito e adesso si sarebbe vendicato.

"Lasciami stare!" Urlò: "...O giuro che ti ammazzo per davvero!"
Ma mosse un passo invece e le si accostò vicino.

"Perché fai così? Cosa ti ho fatto?"

"E me lo chiedi pure?" Tremò.

"Hey Donna!" Allungò una mano.

"Non mi toccare!" Alzò di nuovo il sasso minacciosa.

"Non voglio farti del male, non voglio farti niente!" Alzò le mani.

"Non mi inganni.  Non ci cascherò stavolta!"

"Ma insomma mi vuoi spiegare?"
Scattò e l’afferrò di colpo.

Le strinse i polsi e si liberò del sasso. La inchiodò al terreno e la sovrastò dall'alto.

Lei pianse. Dopo tutto quanto era di nuovo punto e a capo.

Reclinò la testa su di un lato e gli si abbandonò senza lottare.
"Cosa vuoi da me?" Gli disse: "Non ti sei divertito già abbastanza? Allora avanti!" Lo esorto: "Fa quello che devi fare e poi lasciami andare!"

"Cosa?" Aggrottò la fronte: "Ma cosa dici? Io non voglio farti niente!"

"Tanto non mi inganni più!" Gli fece tra i singhiozzi: "Ora so di cosa sei capace. Tu sei soltanto un mostro!"

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora