Capitolo XLII

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Aveva atteso quel momento così a lungo che quasi ebbe paura di non riuscire a trattenersi come voleva. 

Voleva essere cauto, gentile ma gli risultava difficile controllare quegli impulsi più impellenti ed istintivi che spingevano per venir fuori senza voler sentir ragioni. 

E poi lei era così bella nel suo letto da essere una tentazione davvero dolorosa da sopportare. 

Un sogno che gli si realizzava e che quasi temette di veder svanire da un momento all'altro.

Ma si specchiò nei suoi grandi occhioni lucidi come smeraldi e il viso che prese ad accarezzare subito dopo, rimase caldo e soffice sotto la sua mano, assaporandone la concreta consistenza senza vederlo evaporare in fumo improvvisamente. 

Si lei era lì e sarebbe stata sua per tutta la notte. 

Ma non voleva tradursi in una bestia e così rischiare di sciupare tutto quanto. 

Inoltre, non gli era sfuggito quel misto di apprensione e di timore con cui lo stava guardando, la tensione nel suo corpo e l'imbarazzo nel coglierlo sotto una luce nuova alla quale non era abituata. 

Pensando chissà a che cosa con quella sua bella testolina, giacché il rossore le aveva già colorato le sue guance di una tenera vergogna. 

Vergogna che la rendeva solo ancora più desiderabile ai suoi occhi.  

Forse anticipando col pensiero già quello che sarebbe successo da lì a poco. 

Forse preparandosi a vederlo come un uomo e non più come il suo migliore amico.  

"Ehi, non ti devi vergognare di me, intesi?" 

Annuì ma le fu comunque difficile da fare. 

Insomma, stavano per fare sesso ed era di Michel che si trattava! 

Sapeva che aveva avuto donne a frotte ma per lei era sempre stato come un fratello: o per meglio dire, come una specie di essere speciale al di sopra di quel genere di cose. 

E la cosa le risultava così strana da sembrarle quasi surreale. 

Certo, lui sprigionava erotismo da ogni poro, ma il pensiero che adesso stesse per toccarla intimamente la faceva parecchio vergognare.  

"Sei sicura di volerlo?"

"Sì!" Però gli disse, e accogliendo l'invito della sua mano, alzandosi su in ginocchio sul suo letto come le chiedeva e come lui pure fece piazzondolesi di fronte: vedendolo quindi raccogliere i bordi della sua camiciola che le sfiló via dalla sua testa, per dopo, dedicarsi ai laccetti delle sue mutande che sciolse ai lati dei suoi fianchi. 

Si strinse tutta nel suo corpo. 

Tranne quello non indossava altro, e dei brividi le si scatenarono dappertutto quando si ritrovò completamente nuda sotto il suo sguardo. 

Senti i suoi occhi soffermarsi su di lei con tutto il loro peso e le fu istintivo coprirsi con le braccia per difendersi da quel momento.  

Ridicolo vero? 

Insomma, oramai un po' di esperienza ce l'aveva e non avrebbe dovuto sentirsi così tesa in quella situazione.  

Eppure, il pensiero che fosse lui a scrutarla in quello stato, fu come rivivere di nuovo una sua prima volta. 

"Non coprirti. Sei bellissima e voglio guardarti!" 

Una frase che aveva già sentito dire ma che udì dalla sua voce senza alcuna imposizione. Risuonandole più che altro come una sorta d’implorazione connotata da una sfumatura più bassa e roca, ma che comunque gli restò gentile: come un sussurro dolce, e nel frattempo, che le scioglieva quelle braccia che aveva incrociato sul suo petto per allacciarsele al suo collo ed abbracciarla. 

ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora