Quel primo giorno nella sua vecchia vita fu come rinascere di nuovo: aveva dimenticato cosa significasse sentirsi veramente liberi ed essere sé stessi fino in fondo, aveva dimenticato il concetto di divertimento e di poter passare il tempo a ridere senza dover dosare per forza le parole.
Dio, da quanto tempo era che non rideva più in quel modo spensierato?
Michel l’aveva accontentata e non si era staccato più da lei per tutto il giorno. Insieme avevano fatto il bagno a Gaucho per poi finire a prendersi a secchiate d’acqua addosso, rincorrendosi come due matti e riempiendo di grida e risa l’intero campo così come facevano una volta.
E menomale che le aveva detto di tenere le sue mani asciutte, visto che alla fine erano grondanti d’acqua come due spugne! Anche se lui aveva mirato soprattutto al corpo e lei non si era difesa più di tanto subendo solamente.
Le sue ferite non glielo avevano permesso e lui se ne era approfittato riducendola ad un pulcino spelacchiato.
Dopo però le aveva cambiato le fasciature nuovamente, portandola nella sua tenda prima del previsto e pretendendo che si togliesse anche i suoi vestiti lerci per evitare che si potesse prendere un malanno.
Aveva chiuso la tenda con ciascun gancio che aveva fatto passare nel proprio occhiello sigillandone a modo i lembi, cosicché nessuno vi sarebbe entrato per poi prendere a spogliarsi come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
Mentre lei aveva esitato in imbarazzo, anche se starsene in corpetto e mutandoni di fronte a lui, non sarebbe stata la prima volta che succedeva.
Anzi, a ripensarci bene, era accaduto solo pochi giorni prima rischiando di rimetterci la pelle su quella ruota che aveva preso apposta per esercitarsi con i suoi coltelli, e per cui s'era convinta presto a mettere da parte il suo pudore, lasciando che fosse proprio lui a spogliarla date le difficoltà con le sue mani.
Faceva abbastanza caldo e avevano quindi steso il suo vestito al sole, dall’apertura che a mò di finestra si apriva in una parte laterale della tenda riservata al bagno.
Non ci avrebbe impiegato molto tempo per asciugarsi, ma intanto, lui le aveva lanciato una sua coperta addosso comprendendo il suo imbarazzo e per darle l’agio di coprirsi nel frattempo.
Coperta che s’era avvolta tutta intorno come un salsicciotto, sebbene lui non s’era fatto alcun problema di scaraventarla sul suo letto subito dopo.
Aveva capito che qualcosa in lei era cambiato e sembrava che lo divertisse molto il fatto che adesso provasse una certa timidezza nei suoi confronti.
Così era scivolato su di lei facendole sbarrare gli occhi, ma solo per poterla prendere in giro e ridere della sua espressione, che a suo dire, gli era sembrata quella di un cucciolo smarrito.
“Sta tranquilla che non ti mangio mica!” Infatti le aveva detto: “A meno che tu non voglia!”
Stendendolesi quindi di fianco e abbracciandola soltanto.
Un momento in cui aveva respirato il profumo della sua pelle raggomitolandosi come un gattino contro il suo corpo e udito il tamburellare del suo cuore contro la guancia, che gli si era appollaiata sul suo petto.
Un momento in cui lui aveva chiuso gli occhi senza più parlare rilassando il viso, e intanto che le aveva accarezzato i suoi capelli sulla nuca, gettandola in uno stato di tranquillità e di pace: un momento bello e trascorso pigramente ad ascoltare solo il silenzio che li aveva avvolti e in cui s'era sentita al sicuro chiusa nel bozzolo delle sue braccia calde.
Che avrebbe voluto non finisse mai volendo scacciare via quei pensieri che avevano fatto capolino indesiderati: giacché anche in quella situazione di apparente benessere che aveva provato, non aveva ben compreso cosa le stesse succedendo sentendosi confusa.
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ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜
RomanceLui, un duca potente. Lei, semplicemente una gitana. Lui, un uomo che non sa o che non vuole amare. Lei, una romantica sognatrice che aspetta solo di donare il proprio cuore. Lui, già adulto e spregiudicato come il peccato. Lei, una ragazzina innoce...