Ed eccola là di nuovo a lasciarsi assoggettare dai sentimenti che provava e che la legavano a lui come una prigioniera.
Vittima di sé stessa, debole, dandogli solo l'ennesima conferma di quanto potessero essere pericolosi per il modo in cui riuscivano a renderti vulnerabile lasciandoti manovrare come un fantoccio, togliendoti ogni facoltà di scelta e soprattutto, la dignità.
Quello che avrebbe fatto lui d'ora in avanti, stringendone forte i suoi tra le sue mani, anche se lei più che un fantoccio, era una bellissima bambola rotta che riusciva a compromettere anche la sua lucidità: minando il suo giudizio e la sua capacità di raziocinio, rischiando di corromperlo a sua volta.
“Ma col cazzo che ci sarebbe riuscita!”
Quando dopo il modo in cui l'aveva tradito, la sola cosa che voleva fare adesso, era di essere il suo carnefice soltanto, facendole assaggiare cosa significasse vivere l'inferno vero.
"Smetti di coprirti e togliti quella veste!" Le ordinò intanto duramente guardandola dall'alto: "E mani lungo i fianchi!" Aggiunse.
Fermo, ancora sul bordo di quel letto e forse sembrandole un avvoltoio in attesa di cibarsi della sua carcassa, visto il modo in cui i suoi occhi si spalancarano impauriti.
Una vera delizia: sussultando per il suo tono, per l'attesa di ciò che immaginava sarebbe successo dopo, eppure, ubbidengogli soltanto come un bravo soldatino avrebbe fatto: distentendosi inerme su quel letto e per la prima volta, offrendosi a lui completamente nuda sotto il suo sguardo.
Ancora tesa. Ancora con la vergogna che non seppe cancellare via dalla sua faccia, e nel notarlo montare su quel letto per poi sederle addosso, vedendo le sue guance quasi andare a fuoco, e tuttavia, lasciandosi sopraffare da quella piacevole sensazione che in realtà coinvolse entrambi: di un contatto più intimo e carnale che non avevano mai sperimentato prima, di carne contro carne e per quello che le riguardava più da vicino, del suo sesso che le solleticava i peli del suo pube, mentre le sue mani già la stavano assaggiando strusciando desiderose lungo le sue cosce.
Una visione da far perdere la testa, poiché con i suoi capelli sparsi in lunghissime onde sul cuscino, era bellissima come aveva sempre immaginato.
Veramente una cazzo di ninfa perfetta capace di sedurre un uomo e di istigargli dentro le fantasie più torbide che gli potessero mai saltare in mente.
Bellissima sì, proprio come una creatura ultraterrena sgusciata fuori da un sogno:
con i suoi seni pieni e rigogliosi,
i capezzoli che spiccavano ritti come due punte di diamante sull'aureola piccola e rosata,
la vita tanto stretta da stargli in una mano,
e il ventre piatto e teso con una pelle liscissima da sembrare seta.Senza nessuna imperfezione e nel mentre ne accarezzava quella carne candida e soave proprio come quella di una bambina, rabbuiandosi solamente per il fatto che ne vedesse ancora impressi i segni del fratello.
Così in contrasto con la sua pelle d'alabastro, da spiccare come marchi schifosi che avevano avuto il coraggio di profanarla.
"Te li cancellerò!" Però le disse.
Così come avrebbe fatto anche con tutte le sue paure ed il ricordo del suo ultimo passaggio.
“Perché d’ora in avanti porterai soltanto i miei!” Affermò sfiorandoli con la punta delle dita: "Miei soltanto!" Ribadì con decisione e con le sue mani ancora piantate sulle sue cosce, lo sguardo buio ed un sorriso letale sulla faccia, facendola tremare semplicemente nel sentirgli dire quelle parole.
Ma era normale che gli uomini si traducessero in puro istinto quando si trattava di sesso?
Perché Andrè le sembrò un bellissimo animale che già stava marcando il proprio territorio e pronto ad azzannarla come se solamente a lui spettasse il diritto di ridurla a carne da macello.
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ɪʟ ᴍᴏsᴛʀᴏ ᴅᴇɪ ᴍɪᴇɪ sᴏɢɴɪ ~ 𝐼𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜
RomanceLui, un duca potente. Lei, semplicemente una gitana. Lui, un uomo che non sa o che non vuole amare. Lei, una romantica sognatrice che aspetta solo di donare il proprio cuore. Lui, già adulto e spregiudicato come il peccato. Lei, una ragazzina innoce...